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VEREOR NOX "Vereor Nox" (Recensione)


Full-length, Earth and Sky Productions
(2019)

I Vereor Nox si ripresentano con il secondo full-length dal titolo omonimo dopo l’esordio di tre anni fa, intitolato "Noli Respicere". La band ci propone un mix perfettamente riuscito di dark sound italiano di scuola Black Widow ed un black metal sinfonico molto evocativo. Già dall’iniziale "Within the Flames" si delineano i tratti salienti della loro proposta. Un suono profondo di pianoforte doppiato dal rintocco di campane ci introducono ad una voce narrante poco rassicurante. Melodie orchestrali crescono man mano fino a sfociare improvviso in un black metal d’impatto con una voce growl a dettare i tempi. E’ un suono complesso, stratificato dove le tastiere assumono un ruolo primario nel ricamare un sound cupo in cui sono rari gli sprazzi di luce. Una caratteristica questa che ritroviamo in tutto l’evolversi dell’album. 

"My dear sister" parte subito veloce con la classica stratificazione sonora, un pezzo d’impatto in cui esce fuori prepotente l’anima più black metal dei V.N. A metà brano l’atmosfera cambia radicalmente con un arpeggio pulito di chitarra che spezza il ritmo prima che il tema black iniziale ci conduce a tutta velocità verso la fine. Una musica romantica introduce "Born under the moon", prima che la ritmica sostenuta di una batteria quadrata dia sostegno alla voce che vomita tutta la sua disperazione. Il suono di pianoforte addolcisce la crudezza del growl. Anche qui a metà brano un pianoforte ci fa addentrare in nuove atmosfere con un break strumentale al limite dell’italian prog di vecchia memoria, per poi tornare alle ritmiche iniziali. "The crossbreed" ricalca schemi simili al precedente pezzo anche se le ritmiche sono più sostenute ed il riffing è più variegato e fantasioso con una sequenza di riff molto ben amalgamata. L’atmosfera è davvero malefica e il pianoforte rende l’atmosfera più sinistra con i suoi accenti quasi jazz. Il basso qui è molto in evidenza con degli ottimi fraseggi. Questo è il miglior pezzo del lotto proposto. Un arpeggio di chitarra ci introduce "The silence in the cathedral" per poi approdare ad un black metal molto evocativo, con un ritmo sostenuto ed un piano jazzato che mi ricorda certi temi di colonne sonore dei polizieschi anni settanta, ma sono solo attimi, frammenti strumentali. Void inizia in modo oscuro per approdare ad un riffing stoppato, diverso da quanto ascoltato finora prima che una melodia sinistra ed un basso ancora in evidenza prendano il sopravvento. Non c’è un attimo di sosta, ci sono continui cambi di atmosfera e nei break strumentali escono fuori le capacità tecniche e la fantasia dei musicisti coinvolti. "Dense of nothingness" segue lo schema solito di una intro suggestiva, questa volta giocato con una chitarra in primo piano, per poi accelerare in ritmiche black, ritrovarsi di nuovo in fraseggi dal sapore etereo e finire sotto un blast beat frenetico. 

Una contrapposizione continua è la caratteristica compositiva della band in cui l’unica costante è il cantato che resta invariato per tutta la durata dell’album e che infatti viene utilizzato solo nei momenti estremi, lasciando tutte le parti atmosferiche appannaggio dei soli strumenti. Discorso a parte va fatto per l’ultima Your grave che non segue quanto finora proposto, ma vive di vita propria e per chi scrive è un riempitivo totalmente trascurabile. Alla fine dell’ascolto le considerazioni da fare sono diverse. Al di là dell’innegabile qualità della proposta, è da rivedere il mixaggio. La chitarra è sempre in secondo piano rispetto agli altri strumenti e questo nei momenti più duri fa perdere di potenza alle canzoni, annullando in parte quella contrapposizione di atmosfere che accompagna l’intero lavoro. Di contro la voce è spesso troppo alta sovrastando tutti gli altri strumenti. Dicasi la stessa cosa per le tastiere che troppe volte sovrasta tutto il resto. Alla luce di quanto ascoltato, tolti gli evidenti difetti di mixaggio, ci troviamo di fronte ad un lavoro davvero personale, che mischia con equilibrio la scuola dark italiana con il black metal sinfonico di scuola nordica. I brani sono pieni di idee valide, la stratificazione sonora e gli arrangiamenti sono davvero ben fatti. Per queste ragioni mi sento di promuovere questo lavoro. 

Recensione a cura di: John Preck
Voto: 75/100

Tracklist:
1. Within the Flames 04:14
2. My Dear Sister 04:59
3. Born Under the Moon 05:08
4. The Crossbreed 04:23
5. The Silence in the Cathedral 02:53
6. Void 03:22
7. Dense of Nothingness 03:57
8. Your Grave 05:23

DURATA TOTALE: 34:19

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