CULTIC "Of Fire and Sorcery" (Recensione)
Full, Eleventh Key
(2022)
Forti di un immaginario dalle tinte tipicamente fantasy, i Cultic sono un interessantissimo duo americano proveniente dalla Pennsylvania, giunto con il qui presente "Of Fire and Sorcery" al secondo capitolo della loro saga discografica. Un progetto nato nel 2007, dalle menti di Brian e Rebecca Magar rispettivamente vocalist/chitarrista/tastierista il primo, batterista la seconda, accompagnati per l'occasione dal bassista Reese Harlacker. La proposta del duo statunitense viene frettolosamente definita come death/doom, dove il frettolosamente sta nella necessità di voler trovare per forza una collocazione musicale ad una band che presenta più sfaccettature. Ammetto di avere un debole particolare per quelle proposte capaci di presentare la giusta originalità senza dimenticare il passato; qualcuno diceva che la musica è ormai stata tutta scritta e credo che la considerazione, per quanto semplicistica, sia comunque piuttosto calzante nel descrivere come ormai, effettivamente, si tenda in molti casi a voler risultare forzatamente originali perdendo di vista il feeling. Bene, i Cultic rappresentano senza ombra di dubbio il perfetto trait d'union, tra quelle che sono le caratteristiche peculiari di un genere e l'infinita capacità di convogliare al proprio interno influenze, neppure troppo differenti tra loro, ma che alla fine sono in grado di creare l'amalgama giusto.
Come lo chef di successo, capace di combinare prodotti tradizionali capaci di esplorare nel loro mix nuovi sapori, allo stesso tempo i Cultic riescono a convogliare all'interno della propria proposta quanto di più classico si possa pescare in ambito "doom/heavy", e modellarlo a loro perfetto piacimento. Ma cosa suonano questi Cultic? Tutto molto semplice e conciso: una miscela capace di pescare a piene mani nel repertorio di Autopsy, primi Cathedral ed Electric Wizard, imbastarditi da un certo appeal che sa tanto di primi Celtic Frost, il tutto suonato con un retrogusto low-fi che si evince soprattutto dalle ritmiche martellanti della brava ed essenziale Rebecca Magar. Letto così sembra un pastone di difficile comprensione, ma basta ascoltare già le prime note del lavoro per rendersi conto di come questo "Of Fire and Sorcery" spacchi, ed anche parecchio. Superata la intro strumentale "Mystical Exaltation" i cui fiati presenti al suo interno rappresentano un chiaro ed evidente omaggio a quel "To Mega Therion" dei maestri Celtic Frost, parte l'ottima "Beseech the Olden Throne" pezzo per il quale i Cultic hanno anche girato un video. Il pezzo in questione è senza ombra di dubbio il manifesto sonoro della band: a partire dalle vocals infernali di Brian Magar, che si discosta dal concetto più puramente "death" per abbracciare vocalizzi acidi, a tratti allucinati, sono le già citate atmosfere lo-fi a farla da padrone: un sound di chitarra sporco ma al tempo stesso arido ed ossessivo, disegna l'architettura di un pezzo che per quanto si presenti pesante e cattivo, riesce a creare quell'ossessività di fondo comune tanto ad un approccio stoner, quanto alle atmosfere malsane dei già citati Autopsy.
Piuttosto chiara è anche l'architettura dell'album, in cui i pezzi principali sono sempre inframezzati da un intermezzo o comunque da pezzi di più bassa durata, che riescono a creare una sorta di "concept", con delle linee di mezzo che di fatto anticipano il brano successivo. Una scelta sicuramente azzeccata, perchè di per sè l'album nel suo prosieguo tende a perdere di attrattiva, sulla scìa lunga di pezzi meno riusciti come "Potion" o "The Tower" che tendono forse ad essere un pò spenti e meno ispirati da un punto di vista di songwriting, elemento quest'ultimo che dimostra come i Cultic siano maggiormente a loro agio con i pezzi più scarni a dispetto di costruzioni più complesse. Non che manchi il talento compositivo al duo statunitense, ma semplicemente perchè quell'attitudine maggiormente "punkish" (passatemi il termine) rappresenta senza ombra di dubbio l'anima principale di questa interessantissima band.
Nota di merito anche alla produzione, che riesce ad essere vintage il giusto, così come a dosare alla perfezione i pesanti inserti di synth capaci di non elevarsi mai al di sopra degli altri strumenti, formando un tutt'uno con le ritmiche, e riuscendo dunque a dare quel quid in più al lavoro in termini di atmosfere. "Of Fire and Sorcery" è insomma un lavoro molto ben riuscito, capace di bilanciare al meglio tanto la voglia di esplorare nuovi confini, tanto quella di rimanere con i piedi ben piantati, o forse sarebbe meglio dire impantanati visto il genere, nella melma classicamente doom/death laddove un approccio più oltranzista viene sacrificato sull'altare di un sound tipicamente strisciante ma al tempo stesso sfacciato. Una proposta di tutto rispetto, che merita ben più di un singolo ascolto.
Luca Di Simone
Voto: 75/100
Tracklist:
01. Mystical Exaltation
02. Beseech the Olden Throne
03. Weaver Deceiver
04. Potion
05. Invoking the Dragon
06. Warlock
07. Sentenced
08. The Tower
09. Leering from the Pinnacle
10. Iron Castle
11. Iron Castle Redux
12. Irone Spider
Reese Harlacker - Bass
Brian Magar - Vocals, Guitars, Keyboards
Rebecca Magar - Drums, Vocals on 'Iron Spider'
Web:
Bandcamp
Official website
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