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Mörk Gryning "Mörk Gryning"

Full-length, Black Lodge, 2005
Genere: Black Metal

Tempo fa, quando appresi della notizia dello split dei Mork Gryning, la cosa mi fece molto male. Ho sempre ritenuto la band svedese come una delle migliori realtà che la scena scandinava abbia proposto negli ultimi dieci anni, e autrice di uno dei milgiori dischi Swedish Black in assoluto, quel "Tusen år har gått..." che uscì nell'anno 1995, periodo in cui l'esplosione del sound svedese raggiunse i massimi livelli.
La band forse non ha mai raccolto quello che avrebbe veramente meritato, ma per dieci anni ha comunque onorato la propria scena sfornando altri album di ottimo spessore: "Return Fire" e "Malestrom Caos", che però non hanno raggiunto le vette eccelse del debut.

Nel 2003 dopo l'uscita di "Pieces Of Primal Expressionism", la notizia dello split giunse perchè il maggior compositore della band, Goth Gorgon, aveva perso interesse nel suonare metal estremo. Infatti "Pieces Of Primal Expressionism" era un album strano, difficile da assimilare, molto avanguardistico che tagliava nettamente i ponti col suo passato, ma che nella sua diversità sarebbe stato un epitaffio ottimo e di gusto, che dimostrava l'avvenuta maturazione di questa band e metteva in luce i miglioramenti tecnici e compositivi.
Invece nell'anno 2005 spinti, a loro dire dai fans che volevano un ultimo lavoro che ricalcasse gli esordi della band, i Mork Gryning danno alla vita l'ultimo vagito, quello dell'addio definitivo a loro dire. "Mork Gryning" è un album che inutilmente cerca di far rivivere il passato, un album che ammicca ruffianamente a tutto quello che negli anni addietro è stato il suono della band di Stoccolma: black metal melodico, mischiato a passaggi dal sapore death, che tanto ricordano gli In Flames degli esordi e gli At The Gates, dei quali i nostri ci regalano alla fine dall'album la cover di "Neverwhere", riproposta in una versione più black.

E' un album che lascia davvero l'amaro in bocca, colpa sicuramente di quella voglia e passione che sono venuti a mancare al combo scandinavo. Eppure l'album sembra partire bene con "Ingen Dyrkan" e la ottima "The Sun", che veramente riportano la mente a ""Tusen år har gått..."" grazie ad un uso delle melodie davvero avvolgenti e malinconiche. Ma già con "Into Oblivion" iniziano le dolenti note, dovute ad una regressione pazzesca del songwriting che va a strizzare l'occhio ai già citati At The Gates, ma anche ai Dark Tranquillity del periodo iniziale, senza però averne la stessa dinamicità e furia. L'album si trascina stancamente senza nessun sussulto, nessuna melodia che possa colpire e rimanere impressa, fino ad arrivare a "Disguise My Parting", canzone davvero piatta e scontata e per poi concludersi con una traccia nascosta techno dance davvero imbarazzante.

Peccato perchè una band del genere non meritava un simile epitaffio, era meglio fermarsi "Pieces Of Primal Expressionism", almeno quell'album aveva un'anima, cosa che manca completamente a questo "Mork Gryning". Addio.
 
Recensione a cura di: XeS666

Voto: 45/100

Tracklist:
1. Lazarus Rising
2. Ingen Dyrkan
3. The Sun
4. Into Oblivion
5. The Aurora
6. Pure
7. All Discarded
8. Disguise My Parting
9. Neverwhere (At The Gates cover)

http://www.myspace.com/morkgryning1
http://www.myspace.com/morkgryning1

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