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Trident (Swe) "World Destruction"

Full-length, Regain Records, 2010 
Genere: Death/Black Metal

E’ dal 1997, anno in cui si allontanò dai Dissection, che Mr. Johan Norman non trova un attimo di pace. In tutti i modi ha cercato di non rimanere intrappolato in quella sorta di limbo che molti musicisti vivono, a causa di un passato che lascia il segno e nel quale egli si è affiancato a personaggi che hanno fatto la storia della musica, relegandolo però dopo a mero comprimario e a brillare di una fioca luce riflessa.

Norman ha veramente fatto di tutto per brillare di luce propria, dapprima formando i Soulreaper, band che ha dato alla luce due full fra il 2000 e il 2003, una buona band, ma che di certo non ha alimentato la curiosità né dei fan né degli addetti ai lavori nonostante, ripeto, sia “Written In Blood” che “Life Erazer” non fossero affato due album di scarso valore. Non riscuotendo nulla che non fosse indifferenza, Norman allora nel 2005 si è lanciato nell’avventura Deletion, con i quali ha inciso un solo disco omonimo nel 2008 e che sinceramente io non ho mai ascoltato. Arriviamo dunque all’anno 2010, anno di debutto per la sua nuova creatura i Trident, una sorta di all star band made in Svezia. Vi troviamo difatti all’interno membri molto in vista della scena black/death scandinava, come Tobias Sidegård e Alex Friberg dei Necrophobic e Jonas Blom, batterista militante anche nei troppo sottovalutati Grief Of Emerald. “World Destruction” è un album che riprende il discorso che Norman aveva lasciato con i Soulreaper, trattasi dunque di un platter che pesca a piene mani nella tradizione estrema svedese, mischiando partiture prettamente death metal nelle quali si scorgono echi dei primissimi Necrophobic rivisitati in chiave moderna e alcune atmosfere e melodie tipiche del black/death made in Svezia.

I suoni sono potenti e monolitici, il riffing è serrato, ma a volte si apre in partiture che ricordano gli Unanimated, ad esempio “Luciferian Call” non sfigurerebbe affatto nell’ultimo lavoro della band di Cabeza e soci, ovvero l’ottimo “In the Light of Darkness” ritorno attesissimo degli Unanimated, per via delle sue atmosfere cupe e melodiche. Ogni canzone si sente che è composta in maniera perfetta da persone che questo genere lo hanno creato e fatto crescere negli anni, quindi l’ascolto dell’album è gradevole e riporta l’ascoltatore anni addietro.

Il problema è che purtroppo, anche essendo un buon album manca della scintilla, quella “particella di Dio”, capace di far entrare quest’album nel gota della musica estrema, vuoi perché c’è troppo manierismo, vuoi perché ogni cosa presente in quest’album è già stata detta molti anni fa. Dunque se volete passare quasi 50 minuti di riff e melodie buone, se volete fare un tuffo nel passato, quest’album merita un ascolto, ma assolutamente non aspettatevi il capolavoro.

Recensione a cura di: XeS666
Voto: 65/100

Tracklist:
1. The Trident
2. Jaws of Satan (Spawns of Hell)
3. Nemesis 
4. Black Velvet Wings 
5. Stockholm Bloodbath 
6. Luciferian Call
7. Blackened Souls 
8. Slaves to Anguish 
9. World Destruction
10. Mephisto

http://www.myspace.com/tridentofficial
http://www.trident666.com/

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