Hell Militia “Last Station On The Road To Death”
Full-length, Debemur Morti, 2010
Genere: Black Metal
Vicoli pieni di immondizia, cupe strade scarsamente illuminate, mondi putrescenti e governati dal male in persona: ecco quello che gli Hell Militia evocano nella mia mente ogni volta che metto nello stereo un loro disco.
Nel 2001, anno di nascita di questa blasfema formazione, i blackster di ogni parte del mondo sapevano che in Francia stava nascendo la band che poco dopo avrebbe dato una nuova faccia alla depravazione, una band con alla voce uno dei signori della decadenza, ovvero il grande Meyhnach, ormai ex leader degli strepitosi Mütiilation. Dopo aver distintamente affrontato la prova dell’esordio nel 2005 con il loro primo “Canonisation Of The Foul Spirit”, lavoro marcio e perverso fino al midollo, ritornano ben cinque anni dopo con questo nuovo “Last Station On The Road To Death”, che presenta tinte ancora più cupe rispetto al precedente.
Dopo una brevissima intro, Meyhnach inizia subito con decisione a vomitare spazzatura e bestemmie sul genere umano con la opener “Born without light”; l’oscurità la fa subito da padrona, senza neanche il bisogno di dover scivolare furtiva alle spalle dell’ascoltatore ma bensì sopraggiungendo all’improvviso, deforme e zoppicante come la successiva “Unshakable faith”, sgrammaticata come poche, che ha il ruolo di accentuare con le sue lente e pesanti chitarre la soffocante atmosfera di morte che aleggia tutt’intorno. Dopodiché parte in quarta “Et in inferno ego”, traccia dal cuore nerissimo, seguita poi da uno dei brani secondo me più riusciti dell’intero lavoro, “The ultimate deception”: oscura e misteriosa e a tratti pazza e assassina, ci fa proseguire il viaggio tra i tetri cunicoli di queste fognature con “Fili diaboli”, un buon brano ma di certo non all’altezza dei suoi compagni. E a questo punto giunge l’ora della marcia cover a Jesus Christ Allin inserita nella tracklist come manifesto al “vero underground Rock’n’roll” chiamata “Shoot knife strangle beat & crucify”; terminato quest’inno all’omicidio, la formazione si appresta a raccontarci l’avvincente storia del “maiale che divenne un Dio” (“The pig that became a God”), altro piccolo capolavoro di questo nuovo full lenght, che con i suoi otto minuti e oltre porta la totale e perversa blasfemia come ciliegina su questa torta in decomposizione. In chiusura ci attende una sorpresa, perché qui la voce del nostro Meyhnach si fa da putrescente a straziante, avvertendoci del nostro arrivo all’”ultima stazione sulla strada per la morte” (“Last station on the road to death”) e ricordandoci che lì, al capolinea di una vita, non rimane altro che l’eterna sofferenza e nessun’altra cosa…
Inutile dirlo, un altro grande passo avanti è stato fatto dagli Hell Militia con questo “Last Station On The Road To Death”, sicuramente più maturo e ragionato del precedente e un pochino meno ignorante; la composizione dei vari brani inizia a farsi più lunga e più articolata, segno di una crescita da parte di questa band infernale. Una nota positiva va anche alla spettrale copertina e alle surreali immagini all’interno del booklet, cosa che secondo me non deve essere trascurata in un lavoro di alto livello come per esempio può essere questo. Insomma, un disco che bisogna avere e consumare, sicuramente uno dei lavori che mi è piaciuto di più di questo 2010 ormai quasi agli sgoccioli; spero solo di non dover attendere altri cinque anni prima di poter di nuovo godermi una nuova perla nera targata Hell Militia. Ascoltatelo e immergetevi nella totale depravazione, la qualità è garantita.
Recensione a cura di: The Wolf Caged
Voto: 87/100
Tracklist:
1. Always the Same 01:07
2. Born Without Light 05:51
3. Unshakable Faith 05:37
4. Et in Inferno Ego 05:31
5. The Ultimate Deception 05:48
6. Fili Diaboli 04:51
7. Shoot Knife Strangle Beat & Crucify [GG Allin cover] 04:57
8. The Pig That Became a God 08:50
9. Last Station on the Road to Death 05:17
Total playing time 47:49
http://evilness.com/hellmilitia/index2.htm
www.myspace.com/hell_militia
Genere: Black Metal
Vicoli pieni di immondizia, cupe strade scarsamente illuminate, mondi putrescenti e governati dal male in persona: ecco quello che gli Hell Militia evocano nella mia mente ogni volta che metto nello stereo un loro disco.
Nel 2001, anno di nascita di questa blasfema formazione, i blackster di ogni parte del mondo sapevano che in Francia stava nascendo la band che poco dopo avrebbe dato una nuova faccia alla depravazione, una band con alla voce uno dei signori della decadenza, ovvero il grande Meyhnach, ormai ex leader degli strepitosi Mütiilation. Dopo aver distintamente affrontato la prova dell’esordio nel 2005 con il loro primo “Canonisation Of The Foul Spirit”, lavoro marcio e perverso fino al midollo, ritornano ben cinque anni dopo con questo nuovo “Last Station On The Road To Death”, che presenta tinte ancora più cupe rispetto al precedente.
Dopo una brevissima intro, Meyhnach inizia subito con decisione a vomitare spazzatura e bestemmie sul genere umano con la opener “Born without light”; l’oscurità la fa subito da padrona, senza neanche il bisogno di dover scivolare furtiva alle spalle dell’ascoltatore ma bensì sopraggiungendo all’improvviso, deforme e zoppicante come la successiva “Unshakable faith”, sgrammaticata come poche, che ha il ruolo di accentuare con le sue lente e pesanti chitarre la soffocante atmosfera di morte che aleggia tutt’intorno. Dopodiché parte in quarta “Et in inferno ego”, traccia dal cuore nerissimo, seguita poi da uno dei brani secondo me più riusciti dell’intero lavoro, “The ultimate deception”: oscura e misteriosa e a tratti pazza e assassina, ci fa proseguire il viaggio tra i tetri cunicoli di queste fognature con “Fili diaboli”, un buon brano ma di certo non all’altezza dei suoi compagni. E a questo punto giunge l’ora della marcia cover a Jesus Christ Allin inserita nella tracklist come manifesto al “vero underground Rock’n’roll” chiamata “Shoot knife strangle beat & crucify”; terminato quest’inno all’omicidio, la formazione si appresta a raccontarci l’avvincente storia del “maiale che divenne un Dio” (“The pig that became a God”), altro piccolo capolavoro di questo nuovo full lenght, che con i suoi otto minuti e oltre porta la totale e perversa blasfemia come ciliegina su questa torta in decomposizione. In chiusura ci attende una sorpresa, perché qui la voce del nostro Meyhnach si fa da putrescente a straziante, avvertendoci del nostro arrivo all’”ultima stazione sulla strada per la morte” (“Last station on the road to death”) e ricordandoci che lì, al capolinea di una vita, non rimane altro che l’eterna sofferenza e nessun’altra cosa…
Inutile dirlo, un altro grande passo avanti è stato fatto dagli Hell Militia con questo “Last Station On The Road To Death”, sicuramente più maturo e ragionato del precedente e un pochino meno ignorante; la composizione dei vari brani inizia a farsi più lunga e più articolata, segno di una crescita da parte di questa band infernale. Una nota positiva va anche alla spettrale copertina e alle surreali immagini all’interno del booklet, cosa che secondo me non deve essere trascurata in un lavoro di alto livello come per esempio può essere questo. Insomma, un disco che bisogna avere e consumare, sicuramente uno dei lavori che mi è piaciuto di più di questo 2010 ormai quasi agli sgoccioli; spero solo di non dover attendere altri cinque anni prima di poter di nuovo godermi una nuova perla nera targata Hell Militia. Ascoltatelo e immergetevi nella totale depravazione, la qualità è garantita.
Recensione a cura di: The Wolf Caged
Voto: 87/100
Tracklist:
1. Always the Same 01:07
2. Born Without Light 05:51
3. Unshakable Faith 05:37
4. Et in Inferno Ego 05:31
5. The Ultimate Deception 05:48
6. Fili Diaboli 04:51
7. Shoot Knife Strangle Beat & Crucify [GG Allin cover] 04:57
8. The Pig That Became a God 08:50
9. Last Station on the Road to Death 05:17
Total playing time 47:49
http://evilness.com/hellmilitia/index2.htm
www.myspace.com/hell_militia
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