Decemberance "Inside"
Full-length, I For An I Records And Media, 2009
Genere: Doom/Death
Il Doom-Death metal รจ uno di quegli stili che o lo fai bene davvero, oppure si rischia di dar vita a un'accozzaglia di suoni tedianti con il cadere consecutivo dovuto alla proposta di costanti clichรฉ, oppure di estremizzazioni inutili e fuori luogo. Per fortuna esistono ancora act che pur legandosi a doppio filo con la vecchia scuola di gente come Decomposed e Disembowelment coniugata con la malinconia struggente della visione europea di My Dying Bride e primissimi Anathema riescono a dar vita a prove di gran spessore, รจ il caso dei greci Decemberance.
La band รจ attiva dal 1997 ma sino al 2009 aveva rilasciato solo demos. E' l'anno passato infatti che li consacra con l'uscita del debutto "Inside", contenente oltre un'ora di musica. L'album รจ un gioiellino di quelli nascosti, ed รจ purtroppo sempre piรน difficile per realtร che suonino tale genere e affrontino il mercato metal con un'attitudine non di plastica trovare una distribuzione e merito che dia loro la giusta gratificazione per gli sforzi compiuti.
Sei tracce pachidermiche, sei tracce che non hanno la sola intenzione d'affondare l'ascoltatore con solchi profondi e neri, all'interno di ogni singolo episodio vi รจ una peculiaritร che lo rende unico e fascinoso iniziando dall'opener "Time". Non potevano scegliere apripista piรน adatta in quanto rappresenta una summa di quello che รจ il sound dei Decemberance, vi sono parti liberamente ispirate dal death, aperture ampie e pregne d'atmosfere uggiose nelle quali i vari orpelli vanno a introdursi apportando un sostanziale arricchimento siano essi semplici effetti, synth o intarsiature di violino. Nella successiva "Rain" le venature death diventano piรน evidenti e robuste la formazione comunque non perde occasione per allentare la presa inserendo acustica e note di piano che esaltano il gusto piรน suadentemente melancolico, i ritmi vengono azzerati in pratica in attesa che un riff mastodontico ridia una forma greve piรน corposa.
Andando avanti รจ palese che qualcosa della scena nazionale faccia capolino nella musica di questi ellenici, talvolta in effetti lo zampino dei Rotting Christ maggiormente devoti alle fasi eteree si possono incrociare piรน come approccio che come sound ovviamente. Il fiume scorre e la terza canzone "Anxiety Grasps Our Perspective" fa la sua comparsa e inutile dirvi che il maligno alle volte รจ davvero presente nel riffing di questi ragazzi che se alcune volte sembrano chiamare in causa i Morbid Angel altre riportano alla mente i primi Deicide, sono cinque minuti di violenza allo stato puro, brano corto, intensitร elevata e se la varietร sinora mostrata non vi รจ bastata con "A Common Winter" fa da riordino idee riportando e sviluppando con ancor piรน precisione e cattiveria tutto ciรฒ che musicalmente hanno esposto rafforzandolo con una prova devastante della sezione ritmica formata dal cantante e batterista Yiannis Fillipaios e l'allora bassista della band Yiannis Koulalis capace non solo di seguire i molteplici cambi di tempo e umore ma anche di dare uno spessore e una profonditร gigantesca al brano.
L'acustica diviene padrona della scena in "Sunset" che nel suo incedere quieto e un nostalgico scandire delle note con un po' di immaginazione e un addrentarsi nel mood del pezzo, vedrete che calza a pennello con l'immagine del sole che discende a indicare l'arrivo dell'oscuritร notturna lasciando all'ultima "Premonition" le pennellate vaste e sostanziose che servono a dar degna fine a questo ritratto costuito da un insieme di sonoritร decadenti.
Yiannis รจ da elogiare anche per la prestazione offerta nel ruolo di singer nonchรฉ autore dei testi, alterna cantato growl e scream blackish adattandosi nel modo piรน congeniale al trascorrere delle tracce risultando un valore aggiunto in un album "Inside" che รจ davvero nulla o quasi da poter contestare.
Prodotto nei Dismorphia Studios di Andreas Karayiannis, chitarrista dei Sickening Horror, e con un artwork intrigante a cura di Alexandros Vlahos, non mi limiterei a consigliare un disco simile agli amanti delle sonoritร prettamente legate al mondo doom, un ascolto di "Inside" potrebbe dar soddisfazioni agli appassionati di metal in generale. Basterebbe avere un minimo la mente aperta e godersi la musica per ciรฒ che รจ: un'arte ed รจ questo che si trova nel lavoro di questi greci, arte.
Recensione a cura di: Tomb
Voto: 88/100
Tracklist:
1. Time 15:45
2. Rain 14:59
3. Anxiety Grasps Our Perspective 05:14
4. A Common Winter 09:55
5. Sunset 04:17
6. Premonition 17:45
Total playing time 01:07:55
http://www.myspace.com/decemberance
Genere: Doom/Death
Il Doom-Death metal รจ uno di quegli stili che o lo fai bene davvero, oppure si rischia di dar vita a un'accozzaglia di suoni tedianti con il cadere consecutivo dovuto alla proposta di costanti clichรฉ, oppure di estremizzazioni inutili e fuori luogo. Per fortuna esistono ancora act che pur legandosi a doppio filo con la vecchia scuola di gente come Decomposed e Disembowelment coniugata con la malinconia struggente della visione europea di My Dying Bride e primissimi Anathema riescono a dar vita a prove di gran spessore, รจ il caso dei greci Decemberance.
La band รจ attiva dal 1997 ma sino al 2009 aveva rilasciato solo demos. E' l'anno passato infatti che li consacra con l'uscita del debutto "Inside", contenente oltre un'ora di musica. L'album รจ un gioiellino di quelli nascosti, ed รจ purtroppo sempre piรน difficile per realtร che suonino tale genere e affrontino il mercato metal con un'attitudine non di plastica trovare una distribuzione e merito che dia loro la giusta gratificazione per gli sforzi compiuti.
Sei tracce pachidermiche, sei tracce che non hanno la sola intenzione d'affondare l'ascoltatore con solchi profondi e neri, all'interno di ogni singolo episodio vi รจ una peculiaritร che lo rende unico e fascinoso iniziando dall'opener "Time". Non potevano scegliere apripista piรน adatta in quanto rappresenta una summa di quello che รจ il sound dei Decemberance, vi sono parti liberamente ispirate dal death, aperture ampie e pregne d'atmosfere uggiose nelle quali i vari orpelli vanno a introdursi apportando un sostanziale arricchimento siano essi semplici effetti, synth o intarsiature di violino. Nella successiva "Rain" le venature death diventano piรน evidenti e robuste la formazione comunque non perde occasione per allentare la presa inserendo acustica e note di piano che esaltano il gusto piรน suadentemente melancolico, i ritmi vengono azzerati in pratica in attesa che un riff mastodontico ridia una forma greve piรน corposa.
Andando avanti รจ palese che qualcosa della scena nazionale faccia capolino nella musica di questi ellenici, talvolta in effetti lo zampino dei Rotting Christ maggiormente devoti alle fasi eteree si possono incrociare piรน come approccio che come sound ovviamente. Il fiume scorre e la terza canzone "Anxiety Grasps Our Perspective" fa la sua comparsa e inutile dirvi che il maligno alle volte รจ davvero presente nel riffing di questi ragazzi che se alcune volte sembrano chiamare in causa i Morbid Angel altre riportano alla mente i primi Deicide, sono cinque minuti di violenza allo stato puro, brano corto, intensitร elevata e se la varietร sinora mostrata non vi รจ bastata con "A Common Winter" fa da riordino idee riportando e sviluppando con ancor piรน precisione e cattiveria tutto ciรฒ che musicalmente hanno esposto rafforzandolo con una prova devastante della sezione ritmica formata dal cantante e batterista Yiannis Fillipaios e l'allora bassista della band Yiannis Koulalis capace non solo di seguire i molteplici cambi di tempo e umore ma anche di dare uno spessore e una profonditร gigantesca al brano.
L'acustica diviene padrona della scena in "Sunset" che nel suo incedere quieto e un nostalgico scandire delle note con un po' di immaginazione e un addrentarsi nel mood del pezzo, vedrete che calza a pennello con l'immagine del sole che discende a indicare l'arrivo dell'oscuritร notturna lasciando all'ultima "Premonition" le pennellate vaste e sostanziose che servono a dar degna fine a questo ritratto costuito da un insieme di sonoritร decadenti.
Yiannis รจ da elogiare anche per la prestazione offerta nel ruolo di singer nonchรฉ autore dei testi, alterna cantato growl e scream blackish adattandosi nel modo piรน congeniale al trascorrere delle tracce risultando un valore aggiunto in un album "Inside" che รจ davvero nulla o quasi da poter contestare.
Prodotto nei Dismorphia Studios di Andreas Karayiannis, chitarrista dei Sickening Horror, e con un artwork intrigante a cura di Alexandros Vlahos, non mi limiterei a consigliare un disco simile agli amanti delle sonoritร prettamente legate al mondo doom, un ascolto di "Inside" potrebbe dar soddisfazioni agli appassionati di metal in generale. Basterebbe avere un minimo la mente aperta e godersi la musica per ciรฒ che รจ: un'arte ed รจ questo che si trova nel lavoro di questi greci, arte.
Recensione a cura di: Tomb
Voto: 88/100
Tracklist:
1. Time 15:45
2. Rain 14:59
3. Anxiety Grasps Our Perspective 05:14
4. A Common Winter 09:55
5. Sunset 04:17
6. Premonition 17:45
Total playing time 01:07:55
http://www.myspace.com/decemberance
Nessun commento