Iced Earth "Night Of The Stormrider"
Full-length, Century Media, 1991
Genere: Power/Thrash Metal
Cosa sono gli Iced Earth? Una creatura metal che ha vissuto e vive di alti e bassi, una delle più importanti e conosciute realtà del panorama metallico ma che ha da sempre combattuto con il fatto d'esser in fondo un solo project. E' intorno alla carismatica figura di Jon Schaffer che tutto ruota, è lui il demiurgo che regola il modo e il perché delle produzione targate con tale monicker.
Negli anni si sono alternati capolavori e mezzi dischi; se infatti è impossibile negare anche per chi non li ama, che il primo periodo Barlow sia per molti irragiungibile come qualità e impostazione riconoscibile e con un trademark che rende ogni singolo pezzo figlio della natura Iced Earth, è anche vero che un riffato non sempre convincente e la scelta successiva di puntare sul talentuoso "Ripper Owens" si rivelò esser azzardata pari a quella scommessa persa dagli Iron Maiden con Blaze, in entrambi i casi la colpia non è però dei singer.
Il punto è che quando si inizia a parlare di questa band si nomina quasi come fosse una regola il trittico di album che va da "Burnt Offerings" a "Something Wicked This Way Comes", quelli che hanno in pratica portato alla ribalta del grande pubblico il nome. E' errato quanto ingiusto dimenticare le prove che diedero il via a quest'act nato nel lontano 1985 sotto il monicker Purgatory.
In questo caso è di "Night Of Stormrider" che mi diletto a scrivere, una delle prestazioni che per adrenalina trasmessa e capacità di coinvolgimento, a parere del sottoscritto nel panorama heavy/thrash ha pochi eguali.
Sì, heavy/thrash perché chi può negare che il modus operandi di Jon sia molte volte talmente spinto e acceleri così tanto da arrivare a varcare i confini di quello stile? Un disco veloce, arrembante, dai chorus minacciosi e suadenti che si fanno cantare a squarciagola, come si fa a restare immuni a una "Stormrider" o all'opener pomposa e pesante al contempo "Angel's Holocaust"? Non si può. La voce di John Greely a postumi più volte criticata per non avere la forza e l'estensione di quella del grande Matthew, risulta però convincente e caratterizza non poco i brani che seppur nella versione ricantata dal cantante ormai storico sono una vera goduria, credo fortemente che questo disco del 1991 in quella versione così rozza e ancora imperfetta deve esser mantenuto e ascoltato per com'è. Iced, siete avvertiti, niente ri-registrazioni del cazzo per favore, basta eresie.
Brani di presa come "The Path I Choose" e "Desert Rain" (di cui sarà poi girato anche un video) conditi dai solos eseguiti da Randall Shawer, chitarrista presente fino a "The Dark Saga", l'illuminante "Pure Evil" decisamente votata al versante più heavy oriented, mostra quanto la band sappia offrire anche in fase di costruzione portando a galla una qualità compositiva notevole, incamera al suo interno un riffing tutt'altro che semplice da riproporre eppure così scorrevole e intrigante all'udito da conquistare al primo passaggio on air.
La natura maideniana che in più e più momenti prende il sopravvento (caso evidente n'è la stupenda "Mystical End"), è una componente viva nella testa di Jon sin dagli albori. Arrivare alla conclusiva e immortale "Travel In Stygian", un viaggio nero e profondo nel primo tratto che conduce al regno degli Inferi attraverso il fiume dei morti nera come la pece, dinamicamente varia, ritmicamente possente e sferzante nella vocalità di John più acida e forzata nello scream di ciò che sino a quel momento aveva offerto è un gioco da ragazzi, finito il disco si ripreme play e il viaggio ha di nuovo il suo corso pronto a portarci con sè.
Pur essendo una gemma, "Night Of The Stormrider" ha una sua pecca, la produzione purtroppo non è perfetta, non fornisce pieno sfogo alle chitarre ma tolto questo neo che per altro all'ascolto trasportati dalla carica dei pezzi va praticamente annullandosi, la release rimane una delle fondamentali per i fedeli fan della band e per chiunque ami lo stile.
Non è vero che la perfezione dà risultati migliori, pensate solo alla massa di plastica che suona tutta uguale che ci ritroviamo in giro in questi anni, la differenza fra quella e "Night Of The Stormrider" è che quest'album. sprizza genuinità e voglia di fare dalla prima all'ultima nota emessa. B
Bisogna averlo originale, è un must have.
Recensione a cura di: Tomb
Voto: 84/100
Tracklist:
1. Angel's Holocaust 04:52
2. Stormrider 04:48
3. The Path I Choose 05:53
4. Before the Vision 01:35
5. Mystical End 04:44
6. Desert Rain 06:57
7. Pure Evil 06:33
8. Reaching the End 01:11
9. Travel in Stygian 09:32
Total playing time 46:05
http://www.icedearth.com/
http://myspace.com/icedearth
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