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Woebegone Obscured "Deathstination"

Full-length, I, Voidhanger Records, 2011
Genere: Funeral Doom/Black Metal

“Deathstination” è l’album d’esordio dei danesi Woebegone Obscured, ma trattasi di una ristampa a cura della I, Voidhanger Records, in quanto il disco è in circolazione sin dal 2007 nell’underground più puro. 
La proposta di questo oscurissimo combo è una sorta di incubo dove il funeral doom e il black metal si fondono al fine di formare un terreno fangoso, insidioso con un’atmosfera lugubre nella quale la luce non è ammessa.

I Nostri potrebbero essere associati per stile a gente come Until Death Overtakes Me, Nortt o Thergothon, quindi avrete capito già dall’incipit della recensione che questo genere di album o lo si ama o lo si odia. Insomma il genere deve davvero piacere sennò si rischia di rimanere inghiottiti dalla noia e dai viscidi pavimenti che questi Woebegone Obscured riescono a creare. Tra la pesantezza asfissiante presente come dogma principale ogni tanto fanno la comparsa strane dissonanze di chitarra, che sembrano arrivare da una dimensione parallela ma al tempo stesso lontana, come vari mondi oscuri che si incontrano. Tutto l’album insegue il solo scopo di atterrire l’animo dell’ascoltatore, ma una song come “Maestitia” credo riassuma al meglio la sostanza di questa band. 

E’ davvero un vero incubo quello che attraverserete durante l’ascolto di questo episodio (non che il resto sia una passeggiata tra i girasoli) e pian piano verrete abbracciati dalla negatività più profonda, complice anche un break nel quale delle voci pulite e disperate accrescono il buio che già era molto fitto…Dopo l’acustica e dilatata “Stalactites”, episodio solo apparentemente più “rilassante” nel suo onirico grigiore, arriva la conclusiva “Deathscape”, che invece mette in risalto un riffing freddo e malinconico subito in apertura e poi si snoda in una sorta di black metal molto lento ma di sicuro impatto emotivo. E’ una traccia che riesce, grazie a qualche piccola variazione sui ritmi di batteria, a tenere alta la curiosità e questo non è scontato in un genere come quello proposto da questa band. 

Insomma, un disco particolare, destinato a quei maniaci del doom più estremo e catacombale che riusciranno anche ad apprezzare, probabilmente, una produzione molto essenziale che risalta una certa “sporcizia” nel sound che però non è esasperata e quindi non affossa il lavoro dei tre musicisti qui coinvolti.
Se cercate un disco che vi trasporti in qualche oscura realtà sperduta chissà dove, chiudete gli occhi, alzate il volume e “Deathstination” farà il resto.

Recensione a cura di: Kosmos Reversum
Voto: 65/100

Tracklist:
1) A Gust of Demention 10:03
2) Maestitia 11:04
3) Coils of Inane Comatose 11:26
4) Stalactites 03:39
5) Deathscape 08:49

Total playing time: 45:01

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