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Wormhole "The String Theory"

Full-length, Wormhole Music / LadyMusicDisco, 2011
Genere: Gothic Metal/Rock

I Wormhole sono nati nell’aprile 2003 a Ferrandina (MT). Il termine “wormhole”, a detta della band rappresenta “la metafora del collegamento tra idee, suoni, parole, contrasti solo in apparenza distanti tra loro, e che vengono messi in comunicazione alla stregua di dimensioni parallele”. Le tematiche affrontate dalla band trattano di contrasti tra le più disparate realtà, come Eros e Thanatos, natura ed evoluzione, candore ed erotismo.

Nel maggio del 2004 esordiscono col primo, omonimo promo, che esce alla fine dello stesso anno e contiene sette tracce. Nel marzo 2006 con l’ingresso di Valentina alla voce, le influenze si spostano verso sonorità meno oscure, con una maggiore apertura al gothic metal e un progressivo indurimento del suono. Nel novembre del 2007 esce il secondo EP autoprodotto, “Longing for darkness”. In questi anni la band è stata anche abbastanza attiva a livello di live e oggi, dopo altri aggiustamenti di line up, vede la luce questo “The String Theory”. L’album è un concept in cui che esamina due grandi temi: il viaggio interiore e il viaggio attraverso le dinamiche universali.

Ma veniamo alla musica. A grandi linee si potrebbe dire che il riferimento biografico riportato poc’anzi riguardo il loro avvicinamento al gothic metal ci fa presto rendere conto che la proposta di questi ragazzi è associabile a quel filone gothic rock-pop con voce femminile che vede i Lacuna Coil come massimi esponenti, almeno a livello di polarità. E io, pur rendendomi conto che questa band è formata da musicisti di buon livello, sono portato a pensare che il pensiero di proporre questo sound sia in parte dettato da propri gusti mescolati in egual misura alla succulenta possibilità di ottenere presto una buona notorietà, proprio grazie alla scia di successo del gruppo di Cristina Scabbia. D’altronde gli ingredienti in comune con la ricetta dei Lacuna Coil sono tanti (e forse troppi). A partire da una cantante dotata di una bella voce (e bella presenza), al sound delle chitarre, ad una costruzione delle canzoni molto fruibile e memorizzabile, e una produzione che è moderna e levigata, in linea appunto coi canoni entro i quali si muovono i Wormhole.

Non ci vedo nulla di male comunque in questa tendenza ad emulare qualcuno che ha tracciato una strada, seppur discutibile a mio avviso. Il problema più che risiede altro in una capacità un po’ limitata dei Nostri nello scrivere delle melodie davvero memorabili, e nel portare purtroppo alla lunga una sensazione di deja-vu e noia. Per carità, il disco è ben suonato, ben prodotto e la band si vede che punta ad essere molto professionale sotto tutti gli aspetti, ma ahimè, questo “The String Theory” non decolla. Non c’è un brano che possa fare almeno da singolo trainante, ma un lotto di pezzi discreti, ma non oltre.

Le mie sono critiche comunque da considerare nell’ambito in cui ci muoviamo. Dato che la band pare proprio che voglia tentare il “colpaccio”, e si rivolge ad un mercato musicale ad alta fruibilità, è doveroso anche far presente che le basi ci sono, ma che occorre impegnarsi, oltre che a suonare bene, anche nello scrivere canzoni non solo piacevoli, ma capaci di smuovere un po’ di più le emozioni dell’ascoltatore.
Detto questo, sono fiducioso in una analisi razionale della band riguardo questo loro disco, in modo da incrementare le buone doti già messe in atto e limare a dovere i difetti.
Se sapranno farlo potrebbero aprirsi loro porte importanti.

Recensione a cura di: Sergio Vinci “Kosmos Reversum”
VOTO: 63/100


Tracklist:
1. Your Mortal Remains
2. Autumn Leaves
3. Black Crows In Me
4. My Darkest Side
5. Storyteller
6. Poupée De Porcelaine
7. Simone
8. Time Tilt
9. Burning My Soul

http://www.wormhole.it
www.myspace.com/wormholepostdark
www.facebook.com/wormholeband

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