Spektr "Cypher"
Full-length, Agonia Records, 2013
Genere: Industrial/Ambient/Black Metal
Credo che in Francia debbano avere una sorta di Area 51 del black metal, laboratori sotterranei teatro di ogni possibile esperimento musicale, data l'abnorme quantità e visonarietà del materiale d'avanguardia sfornato (o più semplicemente, ai musicisti francesi piace osare, fate voi).
Cypher è la nuova creatura uscita da questi laboratori. Esperimento dei “ricercatori” Spektr (il nome russo si riferisce al quinto modulo della stazione spaziale Mir), duo dedito ad un oscuro ed astruso industrial black metal.
Il disco è interamente strumentale e penso sia un bene. In un progetto di questo tipo la voce avrebbe solo imbrigliato la vena compositiva e sperimentale, dovendo, per necessità , far incastrare la voce. Detto in altri termini: il rischio era quello di trovarsi ad ascoltare un disco strutturato secondo sezioni ambient/industrial a cui sarebbero seguite le necessarie strofe canoniche in tremolo e doppio pedale, per permettere alla voce di inserirsi. In Cypher sono gli strumenti a farla da padrone, trascinandoci in una periferia industriale allo sfascio, una periferia che ha ascoltato il jazz e la psichedelia della città (l'incipit di Teratology ed i suoi riff ipersaturi di chorus “stonato”, la sezione centrale di The Singularity, l'andamento di Cypher), storpiandole e smembrandole in un rituale postmoderno che si consuma in un capannone in rovina: Antimatter è tutto questo. Brano simbolo della versatile pazzia degli Spektr: rumorismi metallici, classiche sfuriate black, batteria ballerina, melodie sbilenche ultrariverberate; poi intorno ai quattro minuti la bobina sembra essersi rovinata, la canzone regredisce ad un flebile field recording che esplode in una litania psichedelica.
The Singularity ci porta in quella quinta dimensione (come suggerisce lo speech word all'inizio), sospesa fra luce e tenebra, scienza e superstizione, tradizione black e avanguardia. E' questa la dimensione nella quale si collocano gli Spektr, “suonando l'anello di congiunzione” fra tecnologia e carne, così da veicolare l'esoterismo black metal in una dimensione inumana, pur continuando a comunicare.
Cypher è la canzone-viaggio che recupera subdolamente la lezione di MoRT dei Blut Aus Nord, iniettando nell'alienazione meccanica dei connazionali, quella dose di melodia e scorrevolezza che rende il tutto più appetibile, strisciante e quindi assimilabile. Non un alleggerimento o una commercializzazione, bensì un vuoto più invitante. A chiudere il disco Le Vitriol du Philosophe, una cacofonia cibernetica che si zittisce in un soffio sinistro di vento.
Il canto degli Spektr è terminato. Se siete alla ricerca di un racconto sulla nostra anima biomeccanica postmoderna, lo avete trovato.
Recensore: Ersatz
VOTO: 89/100
Tracklist:
1. Hermetism 01:22
2. Teratology 09:39
3. The Singularity 08:14
4. Solitude 01:40
5. Antimatter 06:09
6. Solve et coagula 02:42
7. Cypher 11:15
8. Decorporation 01:15
9. Le Vitriol du Philosophe 03:35
DURATA TOTALE: 45:51
Genere: Industrial/Ambient/Black Metal
Credo che in Francia debbano avere una sorta di Area 51 del black metal, laboratori sotterranei teatro di ogni possibile esperimento musicale, data l'abnorme quantità e visonarietà del materiale d'avanguardia sfornato (o più semplicemente, ai musicisti francesi piace osare, fate voi).
Cypher è la nuova creatura uscita da questi laboratori. Esperimento dei “ricercatori” Spektr (il nome russo si riferisce al quinto modulo della stazione spaziale Mir), duo dedito ad un oscuro ed astruso industrial black metal.
Il disco è interamente strumentale e penso sia un bene. In un progetto di questo tipo la voce avrebbe solo imbrigliato la vena compositiva e sperimentale, dovendo, per necessità , far incastrare la voce. Detto in altri termini: il rischio era quello di trovarsi ad ascoltare un disco strutturato secondo sezioni ambient/industrial a cui sarebbero seguite le necessarie strofe canoniche in tremolo e doppio pedale, per permettere alla voce di inserirsi. In Cypher sono gli strumenti a farla da padrone, trascinandoci in una periferia industriale allo sfascio, una periferia che ha ascoltato il jazz e la psichedelia della città (l'incipit di Teratology ed i suoi riff ipersaturi di chorus “stonato”, la sezione centrale di The Singularity, l'andamento di Cypher), storpiandole e smembrandole in un rituale postmoderno che si consuma in un capannone in rovina: Antimatter è tutto questo. Brano simbolo della versatile pazzia degli Spektr: rumorismi metallici, classiche sfuriate black, batteria ballerina, melodie sbilenche ultrariverberate; poi intorno ai quattro minuti la bobina sembra essersi rovinata, la canzone regredisce ad un flebile field recording che esplode in una litania psichedelica.
The Singularity ci porta in quella quinta dimensione (come suggerisce lo speech word all'inizio), sospesa fra luce e tenebra, scienza e superstizione, tradizione black e avanguardia. E' questa la dimensione nella quale si collocano gli Spektr, “suonando l'anello di congiunzione” fra tecnologia e carne, così da veicolare l'esoterismo black metal in una dimensione inumana, pur continuando a comunicare.
Cypher è la canzone-viaggio che recupera subdolamente la lezione di MoRT dei Blut Aus Nord, iniettando nell'alienazione meccanica dei connazionali, quella dose di melodia e scorrevolezza che rende il tutto più appetibile, strisciante e quindi assimilabile. Non un alleggerimento o una commercializzazione, bensì un vuoto più invitante. A chiudere il disco Le Vitriol du Philosophe, una cacofonia cibernetica che si zittisce in un soffio sinistro di vento.
Il canto degli Spektr è terminato. Se siete alla ricerca di un racconto sulla nostra anima biomeccanica postmoderna, lo avete trovato.
Recensore: Ersatz
VOTO: 89/100
Tracklist:
1. Hermetism 01:22
2. Teratology 09:39
3. The Singularity 08:14
4. Solitude 01:40
5. Antimatter 06:09
6. Solve et coagula 02:42
7. Cypher 11:15
8. Decorporation 01:15
9. Le Vitriol du Philosophe 03:35
DURATA TOTALE: 45:51
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