OBITUARY "Inked in Blood"
Full-length, Relapse Records
(2014)
Recensire un disco degli Obituary รจ divenuto, oramai, un'operazione da condurre con il ciclostile. Questo un po' mi dispiace, perchรฉ la band floridiana, agli inizi, era un grande esempio di come si potesse cambiare senza tradire le proprie radici e rimanendo ancorati ad una ben specifica identitร .
I loro primi quattro lavori, “Slowly we rot”, “Cause of death”, “The end complete” e “World demise”, presentavano ognuno una propria grande peculiaritร , mostrando specialmente con le frange sperimentali di “World demise” che la band aveva una mentalitร aperta e la capacitร di assimilare input esterni incorporandoli nel proprio sound fumoso ed inconfondibile.
I loro primi quattro lavori, “Slowly we rot”, “Cause of death”, “The end complete” e “World demise”, presentavano ognuno una propria grande peculiaritร , mostrando specialmente con le frange sperimentali di “World demise” che la band aveva una mentalitร aperta e la capacitร di assimilare input esterni incorporandoli nel proprio sound fumoso ed inconfondibile.
Ma da “Back from the dead” in poi, gli Obituary si sono attestati sulla riproposizione conservatrice di una formula musicale che non ha uguali nel panorama estremo, fatta di chitarre ruvide che risentono pesantemente della lezione dei Celtic Frost (non a caso omaggiati su “Cause of death”), ovvero riff squadrati con una distorsione abrasiva e slabbrata, una netta prevalenza di mid tempos e, in bella mostra, il vocione sguaiato e profondo di John Tardy a dominare su tutto, dall'alto di un'ugola tra le piรน belle dell'intero panorama estremo. Una formula vincente e che adoro, ma che album dopo album perde sempre qualcosa, risultando sempre piรน diluita.
Questo “Inked in blood” รจ, il lavoro meno interessante che abbiano mai realizzato, colpevole di un songwriting non stellare, troppo ripiegato su ritmi contenuti (solo “Centuries of lies” e “Minds of the world” pigiano il piede sull'acceleratore) e decisamente troppo autoreferenziale (“Paralyzed with fear” รจ troppo un remake della grande “Platonic disease”).
Anche grazie a questa loro staticitร , gli Obituary sono diventati un vero e proprio monumento storico, pagando perรฒ il prezzo della perdita di una vera rilevanza musicale nel panorama contemporaneo.
Recensione di: Fulvio Ermete
VOTO: 68/100
Tracklist:
1. Centuries of Lies 02:08
2. Violent by Nature 04:33
3. Pain Inside 04:35
4. Visions in My Head 04:14
5. Back on Top 04:30
6. Violence 02:06
7. Inked in Blood 04:13
8. Deny You 04:48
9. Within a Dying Breed 05:36
10. Minds of the World 03:24
11. Out of Blood 03:19
12. Paralyzed with Fear 05:38
DURATA TOTALE: 49:04
http://www.obituary.cc/
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