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AEVUM "Impressions"

Full-length, Fuel Records 
(2014)

Che cosa vogliono suonare esattamente gli Aevum? Cosa vogliono dimostrare con esattezza? Che genere propongono? Pensandoci bene, queste domande potrebbero essere del tutto marginali sia per chi legge, sia per me, sia per la band stessa. Ma quando mi trovo davanti a un disco del genere non riesco a capire dove finisce la mia limitatezza, la mia apertura mentale, e dove inizia il talento “fuori dagli schemi” da parte di chi sto recensendo.
PerchĆ© ĆØ pur vero che ci sono band per le quali ĆØ inutile porsi troppe domande su stile, genere ecc. (Primus, Faith No More, Pestilence, Atheist, Devin Townsend, e una miriade di altri nomi), perchĆ© poi la risposta sta in dischi della Madonna, in opere nel vero senso del termine, in espressioni di genio puro, di tecnica messa al servizio dell’arte.

Gli Aevum purtroppo a mio avviso non appartengono alla categoria degli eletti e sopra gli schemi, ma solo a quella di band dalla difficile digeribilitĆ , a causa di un songwriting troppo ampolloso e di una sensazione, che potrebbe essere benissimo solo mia e soggettiva, di arroganza musicale. PerchĆ© ĆØ questo che percepisco, la volontĆ  di stupire sempre con composizioni sovraccariche di elementi, troppi. Tra voci liriche femminili ad opera di Evelyn Moon, che si adagiano su quelle maschili in clean, scream e growl di Hydra e Richard, la band ci propone un disco dove il symphonic si unisce al gothic metal, formando una specie di opera teatrale nella quale purtroppo i troppi umori e la troppa carne al fuoco rovinano le buone intenzioni che i Nostri avrebbero potuto mettere sul piatto, se solo avessero usato un linguaggio meno contorto e prolisso. Capisco che la band in questione non propone punk, ma a mio avviso ha fatto un po’ quello che si chiama “il passo piĆ¹ lungo della gamba”, finendo per fallire l’obiettivo e perdendosi in un bicchier d’acqua. Presi singolarmente, i sette musicisti coinvolti in questo disco, sono tutti di buon/ottimo livello tecnico. Non ĆØ facile in effetti sorreggere una tale impalcatura, che forma quasi un’ora di concept album (o almeno credo sia tale, dato anche il sottotitolo "Il Palcoscenico Della Mente"), ed in effetti qualche episodio dimostra come gli Aevum siano dei musicisti dotati anche a livello compositivo, ma l’impressione che rimane alla fine dell’ascolto di questo “Impressions” ĆØ quella di qualcosa di troppo pesante e condito

Per queste ragioni ritengo l’album in questione come poco riuscito da un punto di vista soprattutto emozionale piĆ¹ che musicale. E non credo proprio fosse questo l’intento della band, dato che il continuo rincorrersi di umori ĆØ il piatto forte dell’insieme. Un disco che a mio avviso era stato concepito per stupire ed emozionare, ma che purtroppo appare solo come forzato e artefatto e un po' pretenzioso. 
Mi auguro che la band non se la prenda, perchƩ pur dovendo fare i miei complimenti ai musicisti per la loro preparazione, non posso fare loro altri complimenti.

Recensione di: Sergio Vinci “Kosmos Reversum” 
VOTO: 58/100

Tracklist: 
1. Il palcoscenico della mente 01:45 
2. Blade's Kiss 09:10 
3. Intermezzo 01:18 
4. The Battle 13:16 
5. Il lamento della ninfa 04:25 
6. Impressioni 00:55 
7. Lost Soul 04:29 
8. To Be or...to Be 09:00 
9. Aevum 00:47 
10. Monsters 10:06 
11. Adieu Ć  la scĆØne 02:09

DURATA TOTALE: 57:20
http://www.aevumband.com/

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