HATE ETERNAL - Infernus
Full-length, Season of Mist
http://www.facebook.com/Hate.Eternal
(2015)
Penso che il nuovo album degli Hate Eternal, assieme a quello dei Nile, fosse tra le uscite più attese in ambito brutal death metal nel corso di questo 2015. La band di Erik Rutan arriva così al sesto lavoro in studio, e questo è già un risultato encomiabile, se pensiamo che Rutan è uno dei personaggi più impegnati e di spicco del death metal che conta, vantando trascorsi in bands come Ripping Corpse, Alas e, soprattutto Morbid Angel, e non contando la sua avviatissima attività di produttore.
Questa creatura chiamata Hate Eternal ha pian piano preso forma, rilasciando negli anni almeno tre dischi di pregevole fattura, e mi riferisco ai primi tre album, rilasciati tra il 1999 e il 2005. Successivamente, a mio avviso, questa band ha mantenuto una certa dignità, con album validi come "Fury & Flames" e "Phoenix Amongst the Ashes", ma perdendo qualcosina a livello di ispirazione. Intendiamoci, il brutal death di Rutan & company è sempre stato d'impatto, travolgente e violentissimo, lasciando poco spazio a sperimentazioni o sorprese, ma non dimenticherò mai l'impatto che i primi dischi ebbero sul sottoscritto e sulla scena death metal in generale; si trattava di autentiche perle di brutalità, senza mezzi termini.
Arrivando ai giorni nostri, possiamo ritrovare da una parte tutti gli elementi che ci hanno fatto apprezzare questa band, ma anche purtroppo la staticità compositiva e la non chiarezza d'intenti dei dischi post- "I, Monarch". I pezzi hanno mantenuto inalterate le caratteristiche di tecnica di primo livello e violenza incontrollata, e possiamo anche trovare qualche accenno atmosferico, come nella title track, ma fondamentalmente il tutto suona troppo freddo e macchinoso, ed inoltre si ha la sensazione che la band usi la furia cieca molte volte più come elemento per camuffare la mancanza di idee che non per vera necessità. Non so quindi se il problema stia negli anni che passano (anche per me), nell'effetto novità che svanisce, o nell'immobilità stilistica, ma dopo aver ascoltato tre quarti d'ora di blast beat e chitarre impastate (pare che Rutan sia bravo a produrre tutti tranne che se stesso), onestamente ne esci provato e annoiato.
Credo che dopo quasi venti anni di carriera non serva stravolgere il proprio stile, e in questo senso gli Hate Eternal sono una garanzia, ma cercare di variare un po' la propria musica con qualche divagazione non sarebbe un reato, ma magari un segnale di maturità. Paradossalmente sia gli Hate Eternal (o i Nile) apparivano più maturi 10-12 anni fa che oggi, e ciò deve far pensare...
Non sto bocciando questo album come ho fatto con quello dei Nile, e probabilmente un "senza voto" per entrambi sarebbe stata la scelta più giusta, perchè si tratta di prodotti in un certo senso simili e dove ognuno ricerca sempre la solita roba, e quella avrà infatti. Ma se valutiamo l'evoluzione stilistica, allora notiamo che qualcosa non è andato per il verso giusto. Se bastasse sempre correre per avere un buon risultato, dovremmo gridare al capolavoro non solo per questo disco, ma per decine di altri ogni giorno. Ma così non è, e se in passato gli Hate Eternal vincevano a mani basse proprio per quell'elemento (e per altri), oggi non è più così. La velocità non basta più, e io ritorno ad ascoltarmi l'ultimo dei Cut Up, dove il feeling non manca di certo e nemmeno il death metal. Qui mancano un po' entrambi.
Recensione di: Kosmos Reversum
Voto: 60/100
Tracklist:
1. Locust Swarm 03:44
2. The Stygian Deep 04:32
3. Pathogenic Apathy 04:54
4. La Tempestad 03:56
5. Infernus 06:27
6. The Chosen One 03:23
7. Zealot, Crusader of War 04:46
8. Order of the Arcane Scripture 04:23
9. Chaos Theory 03:45
10. O' Majestic Being, Hear My Call 05:55
DURATA TOTALE: 45:45
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