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PERMAFROST - Spiritual Isolation

Full- Length, Darker Than Black Records
(2015)

Strana la vita.  Ti alzi alla mattina, accendi lo stereo, sorseggi il tuo earl grey  caldo, e guardando fuori dalla finestra, ti chiedi come mai non ci sia un tappeto di neve in cui un pentacolo grande come il tuo giardino fatto con il sangue virginale, nel cui nell'altare posto al centro dei sacerdoti in tuniche nere sembrano intenti a ad evocare Lucifero, sacrificando innocenti animali al Nero Signore.
Poi ti giri e capisci che questa domanda è sorta per un motivo: e questo motivo sono i Permafrost nello stereo! Nati in Germania nel 2003, con vari demo e ben tre cd all'attivo, un Ep ed addirittura un DVD, danno alle stampe questo “Spiritual Isolation”, il loro quarto ed ultimo lavoro. E che bel lavoro!

Siamo nel campo del black metal cattivo e nero, quello in cui la devozione per il maligno è totale, la blasfemia è una scelta di vita e il sentiero della mano sinistra l'unica via da percorrere. E come da copione, i loschi figuri Misanthrop  (Guitar), Pervers Masturbator (Bass),   Porcus  (Vocals, Drums) e  Nebelkrieger  (Drums) , sciorinano la loro fede incrollabile nel male  con canzoni e litanie intrise di misantropia e integerrima malignità senza il minimo cedimento, fino alla fine dell'album. Ovviamente le ingenuità si sprecano, ma non sta a me giudicare l'impianto lirico nella sua globalità, in quanto del mio punto di vista il lavoro è vincente soprattutto musicalmente. Il loro black metal è freddo e pastoso, con notevoli riferimenti alle bands scandinave (citerei i Setherial di “Nord” e i Naglfar di “Diabolical”)  ma  ho trovato una vena perversa che mi ha ricordato gli Anorexia Nervosa di “Drudenhaus”, ovviamente senza l'impianto sinfonico. Il tutto è infarcito di insane dosi di thrash teutonico, di quello molto tagliente e ricolmo di mid-tempo tritaossa e viscerale. Le velocità ci sono, ma non sono la parte predominate; i Permafrost preferiscono che la struttura sia al servizio dell'atmosfera generale del pezzo, quindi quando si necessiti rallentano e lasciano che sia il mood dell' impianto lirico a prevalere. Gli arrangiamenti sono a volte un pò ingenui ma ben suonati, e per quanto sia difficile mantenere alta l'attenzione per tutta la durata dell'album, almeno ci provano a rendere interessante il loro stile, che essendo stra-abusato, rischia di annoiare dopo lo sprint iniziale. 

La registrazione è assolutamente casereccia e nel genere ci sta anche. Spesso la batteria è confusa e si perde un pò, mentre mantenere sia il basso che la chitarra bilanciati, ne rende il groove interno perlomeno credibile da un punto di vista esecutivo. La voce è assolutamente nei canoni e quindi sprizza astio da tutte le corde vocali, che restano torturate in uno screaming costante ed apprezzabile. Le linee di chitarra restano melodiche ed allo stesso tempo taglienti, quindi un' ottima performance, anche da un punto di vista esecutivo. Segnalo un paio di pezzi che mi hanno ben impressionato: l'ottimo pezzo d'apertura “King Of The Serpent”,  hit-single per qualunque playlist di black metal che si rispetti, l' evocativa e sacrale “Ave Satan Lucifer”, una sorta di inno dedicato al Nero Signore e la spietata “Blood Sacrifice” che con un malato arpeggio iniziale ci fa poi cadere nei più profondi abbissi del Chaos Primigenio. 

Ottima la prova di forza di questi quattro tedeschi, che ci fanno ben sperare sullo stato di salute del black metal europeo e sul fulgore costante e mai sopito della Fiamma nera. Unica nota veramente stonata, non vogliatemene, ma l'artwork è veramente brutto! Sorry!

Recensione di: D666
Voto:  65/100

Tracklist:
1. Μνημοσύνη 01:17 instrumental
2. King Of The Serpents 05:20
3. Lawless 05:07
4. Ave Satan Lucifer 03:58
5. Holy Blood 05:28
6. Dragon Of The Other Side 06:19
7. Mephiz Tophel 06:22
8. He Who Was Spat Out 05:38
9. Chaos Cries For Revenge 08:46
10. Blood Sacrifice 07:22
11. Λήθη 01:32 instrumental

DURATA TOTALE: 57:09 

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