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EXTERMINAS - Dichotomy

Full-length, Satanath Records
(2015)

Secondo album per questo combo proveniente da Treviso, che segue un ep e un full-length usciti rispettivamente nel 2010 e 2012. Lo stile di questi ragazzi potrebbe ricalcare l'operato brutale e feroce di band come Belphegor, Marduk e certo death/black svedese, anche se in fin dei conti questo "Dichotomy" è una summa di metal estremo inteso in senso generico. Questo va detto anche per precisare che la definizione di black metal non è propriamente corretta per descrivere la musica degli Exterminas, perchè l'elemento death metal è molto presente, praticamente alla pari di quello black.

Se è vero che questa band ricalca pedissequamente i dettami della musica brutale e di testi truci e satanici, e quindi ogni tanto scade in clichè piuttosto conosciuti, è anche vero che l'album in questione è una bella mazzata senza compromessi, dove non c'è spazio per alcuna sperimentazione o tecnicismo esasperato, ma solo per tanta violenza. Si potrebbe tracciare un parallelo, rimanendo in Italia, tra gli Exterminas e i Necroshine, in quanto li trovo simili nell'approccio semplice, diretto e bastardo. Le strutture dei pezzi non sono mai troppo intricate, e anche grazie a qualche influsso thrash, la band ogni tanto molla la velocità e la brutalità più becere per inserire qualche stacco spezzacollo e più ritmato, ed altre volte ricerca qualcosa di vagamente più atmosferico, come succede in "Wandering from the Death’s Shore". 
La preparazione tecnica è di buon livello, tutti svolgono un lavoro onesto, coerente ed efficace, ma l'unico appunto che potrei fare è riguardo la voce, che non è male di per sè, ma avrei preferito uno scream più maligno o, di contro, un growl più profondo, o ancora meglio sarebbe stato il cercare di variare un po' di più, magari alternando le varie tonalità dove necessario.

Non c'è un solo pezzo che possa ergersi a pilastro portante del disco, perchè abbiamo tra le mani qualcosa di molto omogeneo e privo di troppe sfaccettature, tuttavia mazzate come "God's Hammer", "Swallowing the Gravity" o la maligna e luciferina "In Apotheosis of Pandemonium", che mi ha ricordato Necrophobic e Naglfar, sono dei pezzi che non lasciano scampo, dove le chitarre affilate di Moloch ed Eskathon macinano riff di violenza efferata e la batteria percuote a testa bassa, per un risultato dal sicuro impatto in sede live, ma che anche su disco fa la sua più che buona figura. Chiude la distruttiva "The Dawn of Deceit", sette minuti di impeto, di malvagità, di vero death/black metal.
In definitiva questo "Dichotomy" mostra una band con intenti chiari, brutalità da vendere ma anche sufficiente maturità per potersi fare spazio nell'affollato panorama estremo italiano e non. 
Zero originalità, è vero, ma tanta buona sostanza, e direi che non è poco. Disco consigliato!


Recensione a cura di: Sergio Vinci "Kosmos Reversum"
Voto: 70/100

Tracklist:
1. God's Hammer 06:09 
2. Unleashing the Cruelty 03:28 
3. Collapse into Time 04:45 
4. Swallowing the Gravity 05:01 
5. Upheaval Seems Anathema 04:04 
6. Wandering from the Death’s Shore 04:44 
7. In Apotheosis of Pandemonium 04:56 
8. The Dawn of Deceit 07:00 

DURATA TOTALE: 40:07

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