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GOATTHROAT - Rites Of Blasphemy (Review)

Full Length, Tribulacion Productions
(2015)


Ehy! Fermi tutti! Che succede qui? In che anno siamo? E che ci faccio nella mia cameretta, con l'ettagramma dei Celtic Frost ed il disegno fatto a mano da mio fratello della copertina di “in The Sign Of Evil” dei Sodom sui miei rispettivi giubbotti di jeans? Siamo nel 1986? E soprattutto che esce dal mio giradischi? Ah no, aspettate, non è un vinile, è un CD , in edizione limitata di 500 copie, ed è dei Goatthroat. No, non siamo tornati indietro nel tempo e no, siamo ancora qui nel 2016, almeno fisicamente.
Come avrete potuto intuire, i Goatthroat di “Rites Of Blasphemy” non vivono musicalmente ai giorni nostri, proprio no. Il loro primitivo e sulfureo Black/Death Metal si rifà alla vecchia scuola, quella degli Hellhammer, dei Sodom più primordiali di “Obsessed By Cruelty” e tanto, tanto “veleno” satanico dei primi Rotting Christ e Samael. Insomma, il Black Metal di una volta, fatto di mid-tempo, velocità controllata, doppie voci con pitch- shifter quasi costante ed attitudine e devozione al Maligno totale ed assoluta. Pezzi praticamente ridotti all'osso, con il massimo di 3 minuti scarsi di durata e volutamente grezzi ed “ignoranti”, quindi per questo fruibili senza troppo impegno da parte dell'apparato uditivo.

Tedeschi e fuori tempo massimo per qualunque capolavoro estremo, i Goatthroat ci deliziano le orecchie e ci incuriosiscono, sia come proposta musicale che di concetto. Tracce ed iconografia identificabili al più oscuro underground e devozione totale ad un old-fashion style che va da metà degli anni 80 e finisce nei primi degli anni 90, anche grazie l'avvento dell'ondata putrida di Death Metal di stampo americano, che pose fine a quella “golden age” tutta europa, ora molto in auge nei paesi dell'America latina e del sud-est asiatico. “Rites Of Blasphemy” non brilla di qualche particolare hit, e l'omogeneità della proposta nonchè lo stretto minutaggio, fa si che il lavoro sia un compatto blocco di metallo satanico e malevolo, pure discretamente registrato, ma che non lascia molto di sé al suo passaggio. Se fossimo veramente ai fasti di un tempo, questo lavoro sarebbe su tape ed idolatrato da un' esigua cerchia di adepti, sussurrato a mezza voce e duplicato su piastre di scadente qualità, per essere poi passato di mano in mano ai concerti, tra l'entusiasmo di 'zine cartacee e flyers in bianco e nero in allegato, od in mistiche buste rinforzate, spedite alla posta del paese il sabato mattina. Purtroppo il tempo è passato e ad ascoltare ora i Goatthroat, almeno al sottoscritto, da un pò di tristezza e tanta nostalgia per un'epoca che giustamente non può ripetersi, e che suona straniante riscoprire.

Non essendoci nulla di nuovo sotto il Sole Nero del Black Metal più ortodosso, nè come plot e né come sonorità, non mi resta che considerare “Rites Of Blasphemy” un doveroso omaggio/tributo alle radici più occulte e sinistre del genere, un modo genuino di riscoprire chi siamo, da dove veniamo e soprattutto perché lo stiamo facendo, cosa che molte bands di oggi ad album finito, stampato e distribuito, non sanno neppure. Quindi, bando alle ciance, si va ad evocate il Maligno con l'eyeliner, la croce rubata alla canonica del paese giustamente invertita e il libro dei Grimori comprato sulle bancarelle dell'usato, ma con i Goatthroat a volume stadio, mi raccomando. Il perché lo sapete fin troppo bene, altrimenti cotonativi e capelli e mettetevi il rossetto, posers del cazzo! Horn' up and let the Evil begin!

Recensione a cura di: D666
Voto: 65/100
 
Tracklist:
1. Evokation 00:56
2. Drowned in Black Vomit of the Goat Throat 01:46
3. Howling Winds of Pestilence and War 02:36
4. Rites of Blasphemy 02:56
5. Proclaiming the Rise of the Black Goat 03:08
6. Hells Supremacy 02:34
7. Incidents in the Impious Chamber 01:34
8. Sodomy and Ecstasy 02:36
9. End Time Prophecy 02:44
10. The Final Mass 03:08
DURATA TOTALE: 23:58

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