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Intervista: GOLDEN RUSK

Dopo aver recensito l'ultimo album dei Golden Rusk QUI , ed in uscita l'1 dicembre, abbiamo fatto qualche domanda al tuttofare e polistrumentista della band Maher, per saperne di più su questo progetto death metal italiano, che potrebbe rivelarci interessanti sviluppi in futuro. Buona lettura!

1) Innanzitutto, ciao Maher e benvenuto sulla nostra zine. Vuoi parlarci un po' di GOLDEN RUSK, il tuo progetto, di come è nato e cosa rappresenta per te?

Innanzitutto ciao a tutti e grazie per l’opportunità che mi dai. I GOLDEN RUSK nascono nel 2014 da un’idea mia (Maher) dopo aver abbandonato una serie di progetti in ambito nazionale.
Essendo polistrumentista e, dopo una serie di line-up non andate a buon fine, ho preso l’ardua decisione di fare tutto da solo, formula che ad oggi sta iniziando a dare i risultati sperati. Il target dei GOLDEN RUSK è quello di unire la base di un death metal old school con elementi brutal personalizzati, accelerazioni tecniche e variazioni inattese. L’idea è stata quella di dare vita ad un prodotto innovativo con una ricerca sonora oltre i tradizionali parametri commerciali, creando un autentico sound con una distinta personalità di composizione; il tutto 100% di origine italiana. Una cosa è certa, il mix della musica dei GOLDEN RUSK lo trovate solo qui!

2) "What Will Become Of Us" è il tuo primo album, un lavoro dove si percepisce la tua personale visione del death metal, a metà tra old school, aspetti brutali, ed altri più “futuristici”. Come è nato? Dove e come si sono svolte le registrazioni?

“What will become of us?” è un album che racchiude tutte le mie idee che non si sono concretizzate negli anni e che si fondono in ogni canzone. I GOLDEN RUSK sono lo specchio della mia vita personale. E’ un album che deve essere compreso. Se non prepari la tua mente in un certo modo non ti piacerà mai…. Se sei pronto ad un suono graffiante, grezzo, aggressivo, non troppo pulito ma che ti scuote, direi che ci siamo; se invece ti piacciono le cose standard fatte con lo stampino allora i GOLDEN RUSK non fanno per te. Fortunatamente molti magazine hanno afferrato il senso di quest’album e il tessuto death metal che ci sta sotto, quindi provare per credere…

3) Ci piacerebbe conoscere come crei un tuo brano, come nasce un pezzo di GOLDEN RUSK?

Il processo di creazione è qualcosa che nasce dall’interno, qualcosa di molto personale. Generalmente parto dai riff di chitarra a basso volume, altrimenti qualche vicino potrebbe lamentarsi… e dopo i relativi arrangiamenti creo la struttura della canzone. Eccetto per la canzone “What will become of us?”, l’ultima parte a cui mi sono dedicato è la voce. Quest’ultima è la parte è più complessa perché, a parere mio, al fine di avere un’ottima struttura vocale, si dovrebbe andare sempre “oltre” la melodia altrimenti si rischia di seguire solo il sound della musica e potrebbe uscire fuori una traccia sfigata. Visto che gestisco tutta la parte strumentale, questo non è un processo semplice.


4) Il luogo in cui vivi, Siracusa, ha avuto influenze sul tuo suono? Il vissuto quotidiano si rispecchia nella tua musica, o essa è un modo per isolarsi da esso?

Direi di no. Purtroppo il virus delle cover band sta infettando pure la Sicilia.. ma posso dire che ci sono tante band estreme valide che eseguono pezzi propri in cui militano musicisti davvero bravi! I macro-punti da migliorare secondo me sono 2: impegno altalenante e poco spirito di gruppo. In particolare quest’ultimo, non ci si rende conto che nella famiglia del metal ci si deve supportare a vicenda soprattutto tra le diverse band. Rosicare e buttare fango sugli altri non serve a niente e nessuno…

5) Sei nato come bassista, esplorando poi altri strumenti ed approcciandoti a diverse band: questo ti ha dato una maggiore consapevolezza riguardo alla musica?

In genere sono convinto che una vera band si può definire tale solo quando c’è il rispetto delle idee altrui. “What will become of us” in realtà è nato qualche anno fa quando militavo in altre band; ma quando per l’ennesima volta ho visto tutti i miei sforzi e il mio impegno rovinati da qualcun altro che approfittava delle mie idee per riutilizzarle in altri gruppi, beh.. mi sono veramente rotto e ho intrapreso il percorso GOLDEN RUSK autonomamente.

6) Parliamo dell'aspetto grafico del tuo progetto. Il teschio con la maschera antigas, disegnato da Salvo Bosco, rappresenta i temi e lo spirito della tua musica?

Beh, direi che il logo e l’artwork disegnato da Salvo Bosco sono abbastanza chiari per me: i GOLDEN RUSK credono che il mondo stia andando a rotoli, di male in peggio… Nell’artwork questo concetto è rappresentato nel corso del tempo dall’epoca dell’impero romano, con i templi antichi, al medioevo, con la gogna al centro, ai tempi moderni con i grattacieli nello sfondo. Ovviamente è vista in una visione pessimistica perché ad oggi non c’è altro che provi il contrario. La domanda è: cosa ne sarà di noi? (=What will become of us?) Potrai avere la possibilità di scoprirlo ascoltando l’album dei GOLDEN RUSK, per tutti gli altri non c’è speranza…

7) E' chiaro che intendi mantenere separata la tua identità “civile” e quella come musicista, optando per l'anonimato. Come mai questa scelta?

GOLDEN RUSK è lo specchio della mia vita personale. Ti faccio una confidenza in un orecchio: lavoro per una multinazionale (ovviamente non ti dirò quale..) e giornalmente vado in ufficio a fare il mio lavoro e interagire con i colleghi. Quando esco dall’ufficio, beh, conosci la storia di Dr Jekyll e Mr Hyde? Precisamente lo stesso! Cambio totalmente ma, non credere.. sono esattamente io! Metà giornata in ufficio e metà metallaro sfrenato. Lo stesso nome del gruppo, GOLDEN RUSK, e il logo, un teschio con la maschera antigas, è la prova che dimostra la mia personale contraddizione come faccio ogni giorno.

8) Parlaci della dimensione live del tuo progetto. Sappiamo che qui le carte in tavola cambiano, aggiungendo altri musicisti; come si svolge un vostro concerto?

Esattamente! Ad oggi io sono l’unico membro ufficiale del gruppo e l’unico ad averne la responsabilità. Il setting live è un’entità diversa da quello che sono i GOLDEN RUSK in studio, infatti creo delle line-up ad hoc per i concerti. Proprio in questo periodo sto facendo le selezioni a riguardo. Eventuali segnalazioni potete farle tramite il sito ufficiale o la pagina facebook.

9) Quali sono le tue maggiori influenze? I nomi che hanno segnato il tuo gusto e percorso.

Premesso che mi piace ascoltare tutta la musica e tutti i generi, sicuramente tutta la old school death metal europea ha dato un grandissimo contributo alla nascita del progetto, ma in particolare mi preme sottolineare che GOLDEN RUSK è una band che ha sviluppato un sound senza compromessi. Ti dirò di più… poco prima dell’uscita del video “No blame no gain”, sono stato contattato da un’etichetta con la quale siamo riusciti a trovare inizialmente diversi punti di incontro. L’idillio si è rotto quando mi era stato “suggerito” di modificare qualche parametro del mio stile musicale e qualche cosa nei testi. A quel punto li ho mandati a cagare… Bene, GOLDEN RUSK è proprio questo! Oltrepassare le barriere commerciali fatte da sound e produzioni standardizzate, studiate a tavolino solo per vendere. GOLDEN RUSK è come lo sentite: brutale, puro e senza compromessi.

10) Hai già progetti per il futuro della tua musica?

Per ora mi sto concentrando sulla promozione dell’album, sto ricevendo parecchi feedback in merito e voglio valutarli con calma. Ci saranno anche delle partecipazioni in metal compilations, ma non voglio anticipare troppo… Non ti nego che non mi aspettavo tutto questo, vorrà dire che GOLDEN RUSK deve continuare su questa strada.

11) Grazie per l'intervista, vuoi dire qualcosa ai nostri lettori?

Grazie a Heavy Metal Maniac Zine per avermi dato questa opportunità. Ai lettori voglio dire: state dimostrando di supportare la musica underground allo stesso modo delle band più patinate, date un ascolto a “What will become of us?” e se vi piace acquistatelo, lo trovate su tutte le piattaforme digitali dal 1° Dicembre 2016; a meno che vi comportiate come tutti i rosiconi finti metallari che se lo scaricano illegalmente e poi si lamentano se si sente di merda rispetto all’album originale. Ragazzi, cerchiamo di stare dalla parte giusta…


Intervista a cura di: Davide Pappalardo

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