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SILVERBONES "Wild Waves" (Recensione)

Full-length, Stormspell Records
(2016)

Il progetto Silverbones nasce nel gennaio 2013 dalla volontà del bassista e compositore Andrea Franceschi. Dal 2014 la band inizia a suonare dal vivo nella scena underground del nord Italia. Il 13 dicembre dello stesso anno la band pubblica il suo primo demo auto-prodotto dal titolo "Between the Devil and the deep blue Sea". Nel mese di agosto del 2015, dopo molti cambiamenti nella formazione, i Silverbones cominciarono il Raiders in the East Tour che li porta in Repubblica Ceca, Polonia e Slovacchia. Il 15 Giugno 2016 è stato rilasciato "Wild Waves" con l'etichetta californiana Stormspell Records, primo vero debutto discografico della band. 
 
Prendendo e riportando le parole della band, possiamo addentrarci in questo ottimo "Wild Waves": "Salite sulla nave dei pirati Silverbones con Wild Waves: affronterete i mari in un viaggio tra heavy metal e power metal. Wild Waves è un grande ed equilibrato mix di potenza, velocità e dinamismo, una meravigliosa diffusione di melodie e ritmi, suoni armoniosi che escono dalle chitarre, basso e batteria e che si uniscono con una voce accattivante, per farvi vivere una vera avventura con i pirati. Il sound di Silverbones è ispirato dal grande heavy metal degli anni '80. Ogni singolo brano di questo disco ti fa sentire come se fossi davvero in alto mare. Tra le influenze musicali: Running Wild, X-Wild, Judas Priest, Iron Maiden, Grave Digger". 

Potremmo anche terminare la recensione qui, perchè le parole della band sono molto azzeccate riguardo ciò che vi ritroverete davanti ascoltando questo album, ma è nostro dovere procedere per gradi con la recensione vera e propria, quindi si parte!
Il disco è aperto dalla strumentale "Cry of Freedom", dove ottimi arpeggi di chitarra e rumori di onde marine esplodono in una epicità che non può non rimandare alle cose migliori Iron Maiden, Grave Digger e Running Wild, una marcia solenne che apre al meglio la canzone seguente, ovvero la title track. Da subito è chiaro che la band è molto preparata; ottime ritmiche in doppia cassa si alternano a tempi medio-veloci di batteria, mentre le chitarre mantengono sempre grande melodia e la voce disegna scenari pirateschi. L'adrenalina è molto elevata, gli assoli non si fanno attendere, e quindi la band già dal primo episodio convince appieno!
Si prosegue con "Royal Tyrants", altra canzone che richiama molto i Running Wild, con pregevoli spunti melodici che si esprimono su un tappeto ritmico questa volta meno veloce, ma dal sicuro impatto. I ritornelli sono manna dal cielo per chiunque voglia dal metal grande epicità, e sembra infatti di stare in mezzo a una battaglia in mare, e credo che questo fosse l'intento della band non solo di questo brano, ma di tutto l'album...

"Queen Anne's Revenge" si apre molto in stile Iron Maiden, ma prosegue ricalcando più le orme dei già citati Running Wild e anche Grave Digger volendo. Anche qui abbiamo ottimi riff di chitarra, potenti, veloci ma molto melodici ed evocativi. Doppia cassa incessante a cura dell'instancabile Enrico Santin, voce sugli scudi negli ariosi ritornelli dal chitarrista-cantante Marco Salvador, ben coadiuvato nei cori dal bassista Andrea Franceschi e dall'altro chitarrista Ricardo Galante. Finale in crescendo con ottimi assoli di chitarra, che sembrano duellare tra loro. Molto bello questo brano, tra i migliori del disco a mio avviso, anche se la qualità si mantiene sempre molto elevata!
"The Undead" si esprime in un quasi mid tempo anthemico, con chitarre semplici e potenti, mentre si torna alla velocità in "Riders of the New World", sorretta da un roccioso up-tempo di batteria. Canzone che pur nella sua semplicità strutturale si rivela azzeccata e fa muovere piedi e testa. "Wicked Kings" prende molto spunto nelle ritmiche da band come Helloween e Iron Maiden, con ritornelli che come la solito cercano di colpire l'ascoltatore in maniera diretta e senza orpelli, insomma da cantare a pieni polmoni.

Doppietta finale affidata a "Hellblazer" e "Black Bart". La prima delle due è gradevole e ribadisce quanto di buono la band ha espresso finora, mentre la seconda si rivela ispiratissima e avvincente, con un grandissimo lavoro di chitarra sia in fase ritmica che solista. Finale col botto insomma, per una band tutta italiana che dimostra di poter farsi già da ora largo tra i cuori degli amanti del metal più classico ed epico.
Disco consigliatissimo, soprattutto per i veri defender che ancora amano alimentarsi di heavy metal vecchio stile, fatto con classe e convinzione!

Recensione a cura di: Sergio Vinci "Kosmos Reversum"
Voto: 80/100

Tracklist:
1. Cry of Freedom 02:00 instrumental
2. Wild Waves 04:26  
3. Royal Tyrants 04:46
4. Queen Anne's Revenge 06:14
5. The Undead 05:25
6. Riders of the New World 04:10
7. Wicked Kings 05:06
8. Hellblazer 04:01
9. Black Bart 07:52

DURATA TOTALE: 44:00

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