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NORDJEVEL "Nordjevel" (Recensione)

Full-length, Osmose Productions
(2016)

I Nordjevel sono una band composta da Doedsadmiral (voce), Nord (chitarra), Widigs (batteria) e Dzepticunt (basso ). Il loro album di debutto è uscito da pochi mesi e dimostra come come l’ epicità pura incapsulata all’interno di esso rende un forte omaggio alle radici del Black Metal ed é forse il gruppo Black Metal norvegese più vero che ci sia là fuori in questo momento. Al primo play del disco viene introdotta “The Shadows of Morbid Hunger”, da rimanere semplicemente affascinati da ciò che questa traccia manifesta.
Melodie delicate, intricate e dure sono le componenti essenziali del suono dei Nordjevel. Nord fa un lavoro favoloso portando i testi di Doedsadmiral alla vita. Le chitarre assumono un atteggiamento duro e arrabbiato trasportando ad un sognatore la triste solitudine. Tutti i ragazzi coinvolti davvero meritano elogi per aver messo in primo luogo l’arte. Tutto ciò non è solo per denaro cercando di trarre vantaggio su associazioni o quel gruppo o una scena, ma piuttosto un vero e proprio lavoro d’amore che mostra un grande suono e passione manifestata nel prodotto finale. 

Liricamente Doedsadmiral parla di anti-religione, distruzione, natura e folklore, creando le proprie meraviglie liriche che sono decisamente affascinanti da seguire. L’unico testo non scritto da lui appartiene alla traccia “Det Ror Og Ror”, che è in origine una poesia di Tarjei Vesaas. La traccia è musicalmente uno dei miei pezzi preferiti nell’ intero album. Di certo è un argomento adatto per una band che adora la mistica di un tempo e apprezza l’ obliquità della poesia e del suo potere di adattarsi a qualunque cosa. Lo stesso vale per molti dei testi di questo album, in quanto sono aperti anche per le interpretazioni da parte dell’ ascoltatore/lettore. Lo trovo così dannatamente rinfrescante, giusto per non avere un rimaneggiamento del vecchio “Odio i cristiani/devo uccidere i cristiani”. Doedsadmiral mi colpisce con la cura e la pianificazione di ogni sua parola prima di essere pronunciata e non so quale significato possano avere queste parole o se hanno più riflessione interiore di ciò che dimostrano, ma sono pronunciate da lui no? 

Spero che tutti abbiate familiarità col termine: salvare il meglio per ultimo. Questo è esattamente quello che ha fatto i Nordjevel sul loro debutto. Voglio dire, l’intero album è una pura esposizione di dominio e potere, dall’inizio alla fine. Semplicemente non c’è altro modo per descriverlo. Ma la traccia finale “Norges Sorte Himmel”, che dispone di una guest vocale di Nagash (Troll) e un assolo di chitarra abbagliante di niente poco di meno che da Archaon (1349), è semplicemente mozzafiato. Ogni band là fuori dovrebbe aspirare e avere la speranza di poter scrivere una canzone che sia anche solo un quarto maestosa come questa. Qui il romanticismo nazionale traspare nella sua forma più pura e più fine. La canzone inizia ordinata, con un pianoforte e un intro melodico per circa un minuto e trenta secondi per poi decollare. Una traccia che non è mai fine a se stessa con un crescendo che da solo costruisce un’ enorme intensità. L’argomento principale del testo sono le montagne, fiordi, troll e il mare. Ma ciò che spiccain questa canzone, per me, è la semplice chitarra solista, ma brillante che entra sfumando in entrata e in uscita per tutta la canzone.

L’unica pecca è che la canzone non finisce al suo picco più alto. Avrebbero potuto finire l’album col botto, ma, invece, si conclude con un pezzo di pianoforte piagnucolante (la versione CD digipack si conclude con una bonus track, una cover di “Raining Blood” degli Slayer), che affievolisce un po’ la dinamicità della stessa anche se, alla fine, per me, non toglie nulla all’ esperienza complessiva che questo album da. Credo che in molti saranno totalmente incantati da questa opera, non c’è alcuna ragione per cui non debba spiccare, grazie soprattutto alla brillantezza presente dall’ inizio alla fine. Per ora rimane una delle migliori uscite di quest’ anno, vediamo cosa ci dirà il tempo. 

Recensione a cura di: Benito Stavolone
Voto: 92/100 

Tracklist:
1. The Shadows of Morbid Hunger 05:39 
2. Sing for Devastation 04:33 
3. Djevelen i nord 04:15 
4. The Funeral Smell 04:31 
5. Denne tidløse krigsdom 04:25 
6. Blood Horns 03:38 
7. Det ror og ror 04:50 
8. NÃ¥r noen andre dør... 03:46 
9. Norges sorte himmel 10:09 

DURATA TOTALE: 45:46

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