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DESCENT INTO MAELSTROM "Iconoclasm" (Recensione)


Full-length, Maculata Anima Rec.
(2019)


I Descent Into Maelstrom sono una band italiana dedita ad un death metal che si abbevera ai mostri sacri del genere, sia di scuola europea che d’oltreoceano. “Iconoclasm” è il loro secondo lavoro in studio e giunge a tre anni di distanza dall’omonimo esordio. Diciamo subito che la band propone molte idee interessanti, ma non sempre riesce a metterle bene a fuoco, generando in certi momenti brani con scarsa fluidità della musica (Saturn). 

L’inizio affidato a “The Misanthrope” è un’ottima scelta e ci mette dinanzi al miglior brano del lotto, il pezzo che meglio evidenzia le potenzialità e le caratteristiche della band. Nei suoi sette minuti riesce a creare diverse atmosfere e a convogliare le diverse influenze, con interessanti aperture atmosferiche che si alternano a sfuriate death metal. Tra il novero dei brani più riusciti ci sono certamente i due strumentali “Red Gaze” e “Monolith”, in cui i nostri riescono ad esprimersi a buoni livelli con delle idee interessanti. Da subito si evidenziano luci ed ombre in Iconoclasm, con le tante idee messe in campo, spesso molto valide, come i break acustici o atmosferici, che però nel contempo sono troppo brevi, solo accennati, mentre avrebbero potuto ricevere più spazio. La voce rauca del cantante è troppo statica e non riesce a dare il giusto contributo su una musica dinamica, fatta di innumerevoli cambi di tempo, appiattendo spesso le canzoni. Forse per questa ragione è stata mixata allo stesso livello della musica, rimanendo spesso sotto gli strati di batteria e chitarra. Di contro la batteria esce fuori molto bene dal mixing con il suo incedere quadrato come un panzer. Interessanti sono le aperture melodiche che rimandano ad un tempo passato, vuoi per il tipo di melodia, vuoi per lo stile chitarristico (The Grim). Le chitarre hanno un buon suono, compatto, anche se quando la solista si ostina a ricalcare troppo il riffing su ottave alte, fa perdere di pesantezza ai brani, con approccio troppo insistito ed a volte fuori contesto. 

La band comunque si destreggia bene nelle parti estreme, con riff solidi e pesanti. Sono arrivato alla fine dell’ascolto con la consapevolezza di trovarmi di fronte ad una band con una discreta personalità, che ha provato a dare la sua versione della musica estrema senza scopiazzare a destra e a manca, ma è ancora acerba nella sua proposta. I Descent Into Maelstrom hanno bisogno di approfondire la conoscenza di se stessi, per capire cosa funziona e cosa no nella loro proposta, per poi provare a cambiare marcia. Iconoclasm è un discreto album, ma la band ha le capacità tecniche e compositive per dare molto di più. 

Recensione a cura di John Preck
Voto: 63/100

Tracklist:
1. The Misanthrope
2. Saturn
3. Red Gaze
4. The Grim
5. Forgotten Wisdom
6. Monolith
7. Shade of the Night
8. The Portal of the Elsewhere

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