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SPIDKILZ "Threads Are Breaking (Recensione)


Full-length, Tortonia Records / Broken Bones Records
(2020)

Gli italiani Spidkilz, capitanati dalla voce di Elisa De Palma (ex White Skull) si ripresentano con il loro secondo full-length, "Threads Are Breaking", un album di potente power metal di scuola europea, con evidenti influenze di matrice tedesca. Quello che ci propongono è quindi un metal arcigno, quadrato, fiero, guidato dalla voce potente della De Palma, e supportata da un’ottima base strumentale, con il basso fantasioso di Michele Barillaro che si coordina molto bene al drumming quadrato di Riccardo Bazzinelli, ed insieme costruiscono una base solida su cui le chitarre innestano un ottimo tappeto tra ritmiche, linee melodiche e soliste. 

Colpiscono i titoli delle canzoni che si rifanno a miti e divinità greche, per quello che a tutti gli effetti sembra un concept a livello tematico. Al di là del genere proposto, quello che conta in album come questo sono l’attitudine e la giusta dose di inventiva per riuscire a districarsi dalle innumerevoli uscite, per provare ad emergere in un mercato sempre più affollato. I nostri ce la mettono tutta, ed anche se non ci troviamo di fronte ad una pietra miliare del genere, le canzoni proposte crescono ascolto dopo ascolto, e si fanno ascoltare molto volentieri, con la consapevolezza che i musicisti coinvolti sanno maneggiare bene la materia ed hanno spunti creativi che riescono ad incuriosire l’ascoltatore. Se l’iniziale “Gea” non convince pienamente per la presenza di alcuni riff un po’ scontati, già dalla successiva “Midas” l’album comincia a crescere di qualità ed intensità, con un ritornello molto convincente ed una struttura complessa ma allo stesso fluida e dei riff questa volta convincenti. “Arachne” è il classico pezzo heavy metal, duro, diretto, con interessanti melodie di chitarra ed una voce ancora una volta sopra gli scudi. “Narkissos” ci regala uno dei momenti più intensi dell’album, una power ballad in cui i nostri rallentano i ritmi e provano a farci emozionare con solos brillanti ed una De Palma che si trova a suo agio con un cantato espressivo e meno dirompente. “Ares” è un potente power metal che si caratterizza per un interessante riff dai toni orientali che si interseca ad un riffing di scuola maideniana, ma al suo interno le atmosfere che si respirano sono diverse e creano uno dei momenti più interessanti dell’album. 

“Kronos” è la canzone più lunga del lotto ed è quella che racchiude tutte le caratteristiche della band. Qui gli Spidkilz sono emozionali, epici, grandiosi, creando un mix riuscito di power metal che a tratti sfocia nel thrash ed a tratti in ballad per concludere con un bellissimo arpeggio a coronamento del miglior brano dell’album. I ritmi sognanti di “Dionysos” guidati da un ottimo giro di basso, sono un altro esempio di ecletticità della band che riesce a proporre brani dalle diverse atmosfere, e lo fa sempre con convinzioni e senza forzature. La canzone eponima chiude degnamente l’album rialzando i ritmi e picchiando duro fino alla fine. Bravi gli Spidkilz, gruppo da tenere in considerazione per l’ottima musica proposta. 

Recensione a cura di John Preck
75/100 

Tracklist:
1. Gea – Γῆ
2. Midas – Μίδας
3. Arachne – Αράχνη
4. Narkissos – Νάρκισσος
5. Ares – Áρης
6. Kronos – Κρόνος
7. Dionysos – Διόνυσος
8. Threads Are Breaking

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