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DYLAN DOG #356 - "La macchina umana" (Recensione)


LA MACCHINA UMANA N° 356, Maggio 2016
Copertina: Angelo Stano
Soggetto e sceneggiatura: Alessandro Bilotta
Disegni: Fabrizio De Tommaso


"Come crescono in fretta! Un attimo prima sono giovani pieni di sogni e speranza che faticosamente si alzano in piedi per camminare nel mondo. L’attimo dopo sono uomini adulti che strisciano sulle spalle per scappare dal mondo!"




Apro con una citazione di Groucho nell’albo che in questa storia è più che mai assistente e “grillo parlante”di Dylan. Un Dylan Dog che si ritrova in una realtà insolita: impiegato alla Daydream da 15 anni. L’azienda potrebbe essere tranquillamente un’Azienda reale italiana così come i dipendenti e dirigenti. Solo profitto e impiegati nel tritacarne dei numeri e della profittabilità. Una fotografia tremenda di ciò che potrebbero essere i nostri rapporti quotidiani con il mondo del lavoro e dei colleghi. A tutti è capitato di dire “basta!” a qualcosa, oppure di subire soprusi o assistere a soprusi sul posto di lavoro.


Niente di soprannaturale, solo una crudele e spietata realtà che rispecchia purtroppo spesso la situazione del mondo del lavoro in Italia. Il finale è destinato a rimanere impresso nella memoria: lieto fine per chi al momento è salvo, incubo per molto lavoratori di oggi che vivono nella precarietà. Un pugno in pieno volto.


Bilotta di incubi se ne intende, l’atmosfera seppur calata in una realtà disarmante, non ha nulla da invidiare a “il pianeta dei morti”. Ai disegni esordio sulla serie regolare di Fabrizio de Tommaso.

Recensione a cura di Pietro Todini
NOTA: Recensione apparsa anche sul gruppo facebook DYLAN DOG FORUM CLAN

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