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WINTER OWL "Cursed Sanctuary" (Recensione)


EP, Independent
(2019)

Dietro al progetto Winter Owl c'è la mente e l'abilità del polistrumentista Luigi Jamundo, che ha praticamente suonato tutti gli strumenti in questo ep intitolato “Cursed Sanctuary”, comprese anche le tastiere. Al suo fianco troviamo un validissimo cantante, Marco Vantini, che per le tonalità più basse mi ha ricordato Blaze Bayley, ma che poi riesce a ritagliarsi dei suoi spazi personali, esprimendo la sua versatilità in quasi tutte le tonalità.

"Cursed Sanctuary" consta di cinque tracce, tutte suonate in maniera impeccabile. La cosa che mi ha colpito di più è la capacità di interpretare il prog metal in modo non canonico. Per intenderci, non ho colto troppi rimandi ai soliti mostri sacri del genere anche se, ovviamente, lo spettro di una formazione come i Dream Theater si fa largo in alcune composizioni, vedi ad esempio la sorprendente title track, che cerca di essere sia potente e immediata, ma anche ricercata e melodica, proprio nel classico stile della band di John Petrucci. Poco fa accennavo della voce, e dal paragone che ho fatto avrete capito che non siamo di fronte al classico clone di LaBrie, ovvero tutto acuti ed emozionalità un po' centellinata. In questo caso Marco Vantini cerca di non scadere nel tranello della freddezza e riesce, pur non dimostrandosi un cantante stellare, di saper interpretare al meglio le canzoni. Inoltre ha una buonissima estensione vocale che va un po' a colmare la sua parsimonia negli acuti. Quindi va bene così. 

Per quanto riguarda la musica, siamo nei territori del metal progressivo. A volte la band cerca di puntare maggiormente sulla melodia, vedi ad esempio la sentita semi-ballad "Bad Dream", un bel pezzo, malinconico e ben strutturato e che ha nel finale una bella impennata di potenza con batteria in doppia cassa. Ecco, in quest'ultimo frangente mi sono venuti in mente i Symphony X. Sempre nel finale ancora sorprese con un pianoforte che rende l'atmosfera rarefatta e sognante.
Anche la sperimentazione è presente, basti ascoltare un pezzo come "Time’s Up", interamente strumentale e che davvero non ha limiti espressivi. Anche le voci femminili che interpretano la finale "Ghost" sono molto belle da ascoltare e si incastrano bene, quindi un complimento va anche alle due ragazze in questione, ovvero Alice Benedetti e Valentina Boscaini.

Ultima nota: seppur la stragrande maggioranza di ciò che è stato suonato e cantato in questo ep sia ad opera di Luigi Jamundo e Marco Vantini, nell'album hanno partecipato altri ospiti che sono: 
- Antonino Jamundo: Keyboard solo on “Jolly Roger”
- Leonardo Porcheddu: Guitar solo on “Cursed Sanctuary”
Detto questo, chiudiamo consigliando caldamente questo ep a tutti gli amanti del metal e rock progressivo. 

Recensione a cura di Marco Landi
Voto: 75/100

Tracklist:
01. Jolly Roger
02. Cursed Sanctuary
03. Bad Dream
04. Time’s Up (instrumental)
05. Ghost

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