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DIABHAL "M M X X" (Recensione)


Full-length, Independent
(2020)

Non hanno perso tempo i Diabhal, band formatasi nel 2019 e già all’esordio dopo solo un anno. Formata da quattro musicisti con esperienze pregresse nella zona newyorchese, la band propone un death metal classico, la cui ricetta prevede un riffing potente, ritmiche sostenute, un basso in evidenza (Savage) che ben si amalgama al drumming. Su questa base una voce growl vomita tutta la sua ferocia, con accenti scream e pig che provano a rendere più vario il cantato. I brani tutti di durata contenuta sono schegge che acquisiscono potenza dalla compressione e dalla sintesi delle idee. 

I nostri puntano a proporre una musica diretta, violenta, tecnica e riescono nel loro intento, senza mai dilungarsi. Una discreta produzione riesce a far emergere tutti gli strumenti con equilibrio. I suoni compressi rendono l’insieme più cupo e claustrofobico. L’atmosfera generale di MMXX è brutale e si presta bene a rappresentare l’anno caotico che stiamo vivendo. Le influenze che si possono ascoltare sono molteplici e spaziano dai tecnicismi alla Pestilence (Crawl) a quelli di scuola americana alla Morbid Angel (Hominicide), fino a sfociare sovente in quella forma brutal di scuola Tampa (Oblivion). In brani come “Bloodletting” e “Famine” si alternano diversi momenti, dalla velocità iniziale si passa al doom, con delle soluzioni che convincono e sfociano in canzoni valide. Si sfiora il black metal in “Neckbreaker” il quale si fonde a momenti più propriamente death, per un risultato positivo, in cui si assaporano le atmosfere più cupe dell’album. Di contro in brani come “Omnificent”, “Scalpel” e l’iniziale “Vermin Plague” si possono ascoltare i momenti più classicamente death metal, in un riffing che molto deve alla vecchia scuola, nonostante un suono più moderno ed una voce che ricorre all’effetto pig, per fortuna con moderazione. 

L’album si chiude con una cover dei Baphomet “The Suffering” interpretata con la giusta attitudine e che ben si amalgama al resto dell’album. Alla fine dell’ascolto si resta favorevolmente colpiti da questa band che in pochi mesi di vita è riuscita a creare un album death metal di ottima qualità. Non parliamo di un capolavoro, non parliamo di un album originale, ma di una band che ha saputo trovare le giuste linee guida per creare un album di buonissima qualità, la cui ricetta all’apparenza semplice è formata da ottime idee e giusta attitudine. E se queste sono le premesse, i Diabhal in futuro potrebbero regalarci grosse sorprese in salsa estrema. Tutti gli amanti del death metal dovrebbero dare un ascolto a MMXX. 

John Preck
Voto: 75/100 

Tracklist:
1. Vermin Plague 
2. Savage
3. Crawl
4. Necromancer 
5. Homicide 
6. Oblivion 
7. Bloodletting 
8. Famine 
9. Neckbreaker 
10. Omnificent 
11. Scalpel 
12. The Suffering (Baphomet cover)

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