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ANNO MUNDI "Land Of Legends" (Recensione)


Full-length, Black Widow Records
(2019)

Land of Legends, quarto album dei capitolini Anno Mundi รจ stato pubblicato dalla nostrana Black Widow, attenta sostenitrice di sonoritร  hard prog. La band, formata tra gli altri da elementi dei notevoli progster Ingranaggi della Valle (tastiere e basso) e dalla voce epica dei Martiria, propone un album dalle molteplici sfaccettature che perรฒ traggono tutte linfa dalle sonoritร  settantiane. Ci troviamo di fronte ad un lavoro totalmente immerso nelle atmosfere hard prog di quel decennio, anche nella libertร  e nella eterogeneitร  della proposta. Land Of Legends รจ composta da cinque canzoni di diversa durata per un minutaggio complessivo che si avvicina ai cinquanta minuti. 

E’ un’opera quindi complessa e dalle molteplici atmosfere. Quello che innanzitutto si evince dall’ascolto รจ una musica che viaggia libera da vincoli e disegna affreschi sonori di grande bellezza. Come dicevo le influenze della band si possono racchiudere nelle due anime principali, hard rock e prog. Nelle parti piรน dure รจ l’influenza anglosassone ad avere il sopravvento, mentre nei momenti prog รจ marcato l’impatto della tradizione italica. L’iniziale “Twisted World’s End” รจ il brano piรน diretto e che piรน si lega alla produzione passata della band, un brano dalle forti tinte hard rock, ben sostenuta dalla voce di Federico Giuntoli. Ma il meglio arriva con la seconda canzone “Hyperborea”, la migliore tra quelle proposte, quella che sviluppa in modo perfetto la commistione tra hard e prog. Nei suoi quindici minuti la band dimostra grandi capacitร  compositive ed esecutive, con una spiccata propensione alla improvvisazione (vedi i solos), un brano in cui ogni strumento riesce a ritagliarsi il proprio spazio. Tra questi lo strumento che emerge รจ la batteria. Il suo ritmare aperto e fluido mi ha ricordato il grande Franz Di Cioccio. Ammalia il crescendo sonoro che avvolge il brano nella sua prima metร , prima che la parte piรน hard entra a dare vigore, cambiando le carte in tavola. “Dark Energy” รจ messa lรฌ per alleggerire un attimo l’atmosfera. La band stupisce con una ballad acustica dai tratti semplici ma che fa dell’intensitร  emotiva la sua centralitร , un brano che vive di quel rock settantiano a cavallo tra Bowie e certe soluzioni acustiche in stile Uriah Heep. La parte iniziale di “Hyperway to Nowhere” รจ un vero e proprio viaggio negli abissi dello spazio profondo, un suono di piano da cui scaturiscono accordi pieni di oscuritร , accompagnato da un basso alla Geezer ed una batteria dai toni jazzati. Il brano poi evolve in un efficace hard prog. 

La conclusiva e lunga “Female Revenge” racchiude al suo interno tutti gli elementi di cui ho parlato fino a questo momento, per un altro brano che nonostante la lunghezza non ha momenti di stanca, ma lascia sempre vivo l’ascolto. Gli Anno Mundi seguono la grande tradizione progressiva italiana con capacitร  e qualitร , dimostrandosi degni eredi di un suono e di un modo di intendere la musica che continua a svilupparsi e a guardare avanti. Un album che consiglio a tutti gli amanti della musica hard rock, progressiva e a tutti i cercatori di quel dark sound italiano che anche tra questi solchi troverร  pane per i suoi denti. 

John Preck
Voto: 82/100 

Tracklist:
1. Twisted World's End 
2. Hyperborea 
3. Dark Energy  
4. Hyperway to Knowhere  
5. Female Revenge  

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