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SKINNING "Homicidal Experimentations" (Recensione)


Full-length, Larvae Records
(2021)

È vero che non bisogna mai giudicare un libro dalla copertina, è vero che l'apparenza inganna, ma, in certi casi, la prima impressione è davvero quella che conta: e quello di "Homicidal Experimentations", terzo full-length dei death-metaller portoghesi Skinning (tradotto in italiano “scuoiamento"), uscito il 15 Dicembre 2020 per Larvae Records, è proprio uno di questi casi. Già dalla cover mozzafiato del disco (un vero e proprio dipinto a tempere rappresentante in forma astratta delle scene di tortura), si capisce cosa ci aspetta: brutalità allo stato puro e scariche di adrenalina dalla prima all'ultima nota. 

Per descrivere il sound degli Skinning bisogna analizzare il contesto geografico di provenienza: i nostri deathster sono portoghesi, e il Portogallo è ancora socialmente e culturalmente in grande contatto con la sua principale ex-colonia, il Brasile. Ecco perché il death degli Skinning suona molto simile al death delle band della scena brasiliana, quel genere creato nei primi anni ’90 a partire dell’esempio di due gruppi seminali dal sound inconfondibile, ossia i Sepultura, col loro thrash “grooveggiante” e i Sarcòfago, con il loro marcato ibrido thrash/death/black. Già dal primo ascolto, gli Skinning mi hanno ricordato due mostri sacri del death metal brasiliano: in primis i Krisiun,per i quali credo proprio non servano presentazioni, e gli Antidemon, gruppo attivo da oltre vent'anni dalle posizioni apertamente cristiane. Per cui, ecco a voi in 9 tracce di lunghezza medio-breve (da 2 min e 27 sec a 4 min e 10 sec), riff di chitarra brutali ma nello stesso tempo tecnici ed orecchiabili, blast-beats complessi e martellanti ad un numero esorbitante di bpm con le pelli talmente tirate da farci immaginare il batterista (Luis Barroso, membro fondatore della band insieme al cantante-chitarrista Vitor Lopes nel 2011) che, come in preda a delle convulsioni, si colpisce da solo in faccia con le sue stesse bacchette per l'effetto rimbalzo. Per quanto riguarda il cantato, esso avviene, ovviamente, costantemente, inesorabilmente, in growl. Proprio le vocals, eseguite dall'appena citato Vitor Lopes, meritano un discorso a parte: infatti lo stile di canto proposto è sicuramente qualcosa di non originale e già sentito, ma non per questo di scarsa qualità tecnica, anzi, tutt'altro, in quanto il nostro Vitor, fortemente ispirato da Glen Benton dei Deicide, è in grado di replicare pressoché alla perfezione il growl del “maligno" cantante statunitense, risultando talvolta addirittura confondibile con il suo “maestro" (nell'abile tecnica del vocalist portoghese si possono udire anche le influenze di Peter, storico cantante dei deathster polacchi Vader). 

Un punto di debolezza del disco, a fronte di una grande energia compositiva, è quello di mancare di pezzi con riff così incisivi da rimanere impressi nella memoria, difetto comunque molto comune nel genere al quale gli Skinning sono dediti; in ogni modo, le due canzoni più memorizzabili, forti dei loro riff “thrasheggianti", sono “In her memory" e “Sadistic Butcher", quest'ultimo con un riff che ricorda quelli dei teutonici Destruction (sarà forse un caso di pareidolia da parte mia per via della celeberrima “Mad Butcher", cavallo di battaglia dei thrasher tedeschi?). L’altro punto carente su cui gli Skinning potrebbero lavorare è rappresentato dalla pressoché totale assenza di assoli di chitarra o di intermezzi melodici in grado di smorzare per qualche secondo le atmosfere brutali, facendo alle volte risultare l'ascolto un po' stancante; tuttavia, ciò è giustificabile dal fatto che i death-metaller portoghesi sono un “quasi” power trio (“quasi” perché non hanno un bassista fisso in formazione bensì si avvalgono di due turnisti) e non hanno perciò allo stato attuale un chitarrista solista. 

In ultima analisi, “Homicidal Experimentations” è nel complesso un buon album da parte di una giovane formazione con ottimi margini di miglioramento: come voto complessivo darei un 68/100, premiandone le capacità tecniche e le energie compositive, ma penalizzando la ancora scarsa originalità. Resto in attesa del prossimo album, fiducioso che i nostri deathster lusitani possano arruolare un bassista fisso e un chitarrista solista per provare così a fare un salto di qualità (e le doti di base ci sono), evitando di trasformarsi in un clone di Krisun e Antidemon.

Lupo Thrasher
Voto: 68/100

Tracklist:
1. Homicidal Experimentations 
2. Wrong Path 
3. The Gravedigger 
4. In Her Memory 
5. Sadistic Butcher
6. The Demon 
7. In the Hands of God 
8. Destroyer of Existence 
9. Blood Will Be Dropped

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