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UNBOUNDED TERROR "Infernal Judgement" (Recensione)


Full-length, Xtreem Music
(2021)

Gli Unbounded Terror sono una delle primissime formazioni death metal spagnole. Dopo l’esordio avvenuto nei primi anni novanta si erano perse le tracce della band, che in modo inatteso torna a far parlare di sé attraverso questo nuovo album che giunge a quasi trent’anni dall’esordio. Della band originale resta solo il chitarrista Vicentw J. Payà. Al di là dell’aspetto musicale, mi chiedo che necessità ci sia di tirare fuori un monicker dopo trent’anni con una formazione per tre quarti nuova, per una band comunque sconosciuta ai più. Non era forse meglio esordire come nuova band? Ma qui ci atteniamo a parlare del valore musicale tralasciando gli altri aspetti. 

Infernal Judgment è composto da otto tracce di cui le ultime tre sono eseguite live. La proposta della band è un death metal che guarda soprattutto agli anni novanta, ma con una produzione moderna che ne amplifica lo potenza sonora. Non ci sono commistione con altri generi, ma tutto ruota intorno ad un riffing d’assalto che farà la felicità di chi ama certe sonorità. La band dimostra una buona personalità che gli permette di destreggiarsi dentro sonorità classiche che rimandano a quel suono di Tampa che tanta scuola ha fatto, senza scadere nel plagio, ma riuscendo nell’impresa di risultare interessanti. L’iniziale “Infernal Judgment” è di sicuro il pezzo migliore del lotto, variegato nel suo incedere, brutale ma con aperture melodiche nel riffing su cui si staglia la voce growl del bassista Andrew, convincente, con il suo tono profondo e cavernoso che si amalgama alla perfezione alla proposta della band. Ritmiche serrate, blast beat che accentuano ed estremizzano momenti pesanti, rallentamenti, continui cambiamenti ritmici, un riffing forsennato che non da tregua, tentando di non banalizzare la proposta, questa è in sintesi la proposta degli Unbounded Terror. 

La band non eccede mai nella lunghezza tenendo sempre desta l’attenzione attraverso brani come “Fear” in cui il death metal suona classico, con echi di Decide a ricordarci da dove arrivano certe influenze. Da segnalare la brutale “Slave of Sufferage” per l’efferatezza della proposta, e non è sicuramente da meno “Sarcastic Souls” anche se qui la varietà ritmica è maggiore, donando più dinamica al brano. I conclusivi tre brani eseguiti live, non sfigurano per potenza in confronto alle tracce in studio, per una ottima ripresa sonora e per un’esecuzione di qualità che ci permette di assaporare l’affiatamento della band che martella come un rullo compressore. Infernal Judgment è un buon lavoro di puro death metal, derivativo ma che allo stesso tempo denota personalità, un lavoro che si ascolta con piacere in tutta la sua durata, un album per chi ama il death metal classico. 

John Preck
70/100 

Tracklist:
1. Infernal Judgment 
2. Dreamlord (2020 version) 
3. Fear (2020 version) 
4. Slaves of Sufferage (2020 version) 
5. Sarcastic Souls (2020 version) 
6. They Will Come from the Pain (live) 
7. Silent Soul (live) 
8. Hated in Hell (live)

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