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ELDERWIND "Fires" (Recensione)


Full-length, Independent
(2021)

A volte per descrivere qualcosa bastano poche semplici parole. E per descrivere “Fires”, l'ultimo full-length della band atmospheric black metal russa Elderwind, di semplici parole ne bastano solamente due: CAPOLAVORO ASSOLUTO.

Il disco è uscito il 31 Maggio 2021 come produzione indipendente ed è da allora che lo divoro ogni giorno. Cercherò di essere il più obiettivo possibile ma sicuramente devo fare delle premesse strettamente personali su chi io sono e su cosa faccio nella vita, anche perché tutto questo ha contribuito a fare entrare di prepotenza “Fires” degli Elderwind tra i miei dischi preferiti in assoluto in brevissimo tempo. Sono infatti un dottore agronomo e mi occupo per lavoro di pianificazione e controllo delle calamità naturali; ho incentrato il mio tirocinio e la mia tesi di laurea magistrale sul monitoraggio via satellite degli incendi boschivi nel Parco Nazionale del Vesuvio e in Portogallo. E sono anche, senza ombra di dubbio, un convinto metallaro. Ovviamente, appena gli Elderwind, band che ha incentrato la propria carriera sulla descrizione della natura e delle complesse dinamiche filosofiche, religiose o semplicemente emozionali ad essa correlate, ha sfornato un album nel quale gli incendi boschivi sono il tema portante, ascoltarlo è stata per me una necessità. Ed ogni aspettativa è stata di gran lunga superata. 

Questa volta, in via del tutto eccezionale, vorrei parlarvi di un album atmospheric black metal non solo in veste di metallaro, ma anche in veste di agronomo. “Fires" è ispirato soprattutto alla terrificante stagione incendiaria che ha interessato la Siberia e gli Urali nell'estate del 2019, con tutte le conseguenti perdite di vite umane e di patrimonio naturalistico. L'album si compone di 6 tracce per un totale di 44 minuti di ascolto. I testi sono cantati in russo, tuttavia per ciascuno di essi è prontamente disponibile la traduzione in inglese, arrivando così ad avere un doppio titolo in entrambe le lingue per ogni pezzo. Il sound proposto dagli Elderwind in “Fires" è caratterizzato dall'unione di una struttura black metal sulla falsa riga della “second wave" degli anni novanta, grezza e basata su blast-beats , “chitarre a zanzara" e cantato rigorosamente in scream, con elementi elettronici di synth che immettono nella composizione suoni armonici e suoni che evocano i rumori della natura, e con, per finire, sezioni di strumenti tradizionali russi. Il valore musicale dell'album sta nel continuo creare contrasto tra le sezioni tipiche del black metal tradizionale, estremamente energiche, con le melodie ambient e degli strumenti tradizionali russi; nel complesso il suono è nello stesso tempo duro ed anche molto malinconico, quasi a ricordare la forza distruttiva di un incendio boschivo e la nostra impotenza di fronte alla distruzione una volta spento il fuoco. 

La produzione è davvero notevole, in grado di rendere evidente il contrasto tra la sezione black metal tradizionale, con suono consapevolmente “sporcato" e la parte tipicamente ambient, dove il synth è sapientemente esaltato. Musicalmente ci troviamo di fronte ad un album dalle davvero pregevoli armonie melodiche e dall'ottimo contrasto tra suoni diversi. Se dovessimo paragonare gli Elderwind di “Fires” a band più note, potremmo definire il loro sound come una sintesi tra quello dei francesi Alcest, per via di un'interpretazione del black metal molto introspettiva e malinconica, quello degli Arkona, per la valorizzazione delle sezioni strumentali folk russe, e quello dei Welicoruss, per la capacità di commistione tra sound metal, elettronico e folk; penso che si possa affermare che gli Elderwind abbiano reso molto più malinconico e riflessivo lo stile compositivo musicale maestoso dei compatrioti Welicoruss. Nel complesso “Fires", album seppure non di certo ascrivibile all'easy-l'istening, si lascia ascoltare tutto di un fiato più e più volte, risultando sempre sorprendente. I pezzi che meglio riassumono lo spirito musicale e lirico dell'opera sono “Call of the Urals" (sull'appropinquarsi degli incendi), “Fires" (sugli incendi ormai fuori controllo, questa traccia dà inoltre appunto il titolo all'intero album) e soprattutto “In flames of pain" (sulle dolorose conseguenze dei sopravvissuti agli incendi). 

Con questa eccellente prova gli Elderwind, insieme agli Eldamar, si dimostrano una delle realtà dell'atmospheric black metal più valide in circolazione e ‘’Fires” è probabilmente la miglior prova del genere negli ultimi anni: un album in grado di suscitare emozioni contrastanti come pochi altri, con la rarissima capacità di giocare sul filo del rasoio con i contrasti tra sonorità differenti, alla ricerca di un equilibrio musicale paragonabile all'armonia stessa della natura, che ci sorprende con la sua bellezza, ma che quando scatena la sua forza con le calamità naturali, come appunto gli incendi boschivi, ci spaventa e ci mostra a pieno la nostra dimensione di esseri mortali. Gli Elderwind con “Fires" meritano un pienissimo 100/100, solamente perché di più non posso dare. Citando il motto promozionale del vecchio Corpo Forestale dello Stato, possiamo dare un giudizio finale all'album: “una forza della Natura".

Lupo Thrasher
100/100

Tracklist:
1. The Last Days 07:18 
2. The Relict 07:21 
3. Call of the Urals 08:39 
4. Fires 07:38 
5. In Flames of Pain 06:28 
6. Rebirth 06:37 

DURATA TOTALE: 44:01

Line-up:
Alexander Shirochenko: Vocals, Lyrics
Vyacheslav Oboskalov: Guitars, Vocals (clean), Songwriting
Andrey Bykov: Drums
Dmitry Mazur: Bass, Vocals (backing)

Weblinks:
Bandcamp
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