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The next battle: VALAR MORGHULIS (Intervista)


I milanesi Valar Morghulis sono una realtà interessantissima in ambito epic/melodic death metal. Discograficamente il loro ultimo lavoro è stato "Fields Of Ashes" del 2019, ma la band pare stia lavorando a del nuovo materiale. Quindi abbiamo colto l'occasione per intervistarli. Risponde alle nostre domande Rob (Basso - Voce). Buona lettura!

1 - Ciao ragazzi e benvenuti su Heavymetalmaniac.it. Presentatevi pure ai nostri lettori, descrivendo in breve chi sono i Valar Morghulis. 
I Valar Morghulis sono una band heavy metal di Milano nata nel 2017. Dico solo heavy metal perchè spesso abbiamo difficolta ad essere inquadrati in un unico sottogenere, ascoltando il nostro album "Fields of Ashes" si possono trovare molte riferimenti che vanno dal metal classico a quello più estremo con una verve decisamente epica. Potreste definirci extreme epic metal o melodic death con voce femminile, questo è più compito vostro, noi ci limitiamo a suonare quello che più ci piace.

2 - La copertina di "Fields Of Ashes". Chi l'ha realizzata e cosa rappresenta precisamente? 
E' stata una collaborazione con Davide Cicalese dei Furor Gallico. La figura femminile stringe tra le mani un elmo del suo amato perso in battaglia, ma essa è anche una trasfigurazione della morte avendone il viso e la falce, che da sempre fa parte dell'iconografia della mietitrice. 

3 - Vogliamo parlare delle vostre influenze musicali? 
Se chiedi ad ognuno di noi avrai risposte molto, molto differenti. Luca ha un bagaglio che va dal metal classico al melodic death, Isobelle passa dagli Arch Enemy e Evanescence alla genialità di Elton John. Manuel, il nostro nuovo drummer, ha molte influenze di metal estremo, Francesco invece suonando anche in una band stoner è parecchio influenzato anche dalle cose più psichedeliche. Io infine subisco il fascino della scena losangelina anni '80 come di quella goth londinese, oppure dell'industrial di Einsturzende Neubauten come di Urriah Heep e Rainbow. Ovviamente non tutto influisce direttamente in quello che suoniamo ma credo che a livello attitudinale questo si percepisca. 


4 - Discograficamente siete fermi al 2019. State per caso componendo del nuovo materiale e come pensate che si evolverà il vostro sound? 
Si, ovviamente abbiamo nuovo materiale (che presenteremo a breve nei prossimi concerti). Alcuni di questi brani sono nati appunto nel periodo pandemico che, come per tutti, ha rappresentato uno stop forzato. Anche questi pezzi, come nel debutto, sono molto vari tra di loro, a causa del fatto che anche a livello di gestione non è stato un processo di composizione unico, includi poi i cambi di line up che vedono l'ingresso di Francesco (in forze anche nei Kaiju) alla chitarra e Manuel (ex- Mechanical God Creation) alla batteria e puoi capire che le differenze rispetto all'album di debutto saranno inevitabili. Uno di questi "Hunger of the Gods" può essere visto ad esempio come un misto tra Nightwish e Behemoth. 

5 - Di cosa trattano le liriche di "Fields Of Ashes" e chi le ha scritte? 
A seconda dei brani i testi sono scritti da persone differenti. I temi principali rimangono comunque battaglie, vittoria, sconfitta, incubi, vita e morte o anche descrizione di atmosfere come in "Where the blackfish dwell". "Broken Eagle" ad esempio narra della sconfitta dei romani da parte dei barbari a Teutoburgo ed ha uno stile più storico. "Darvulia" invece è la narrazione in chiave fiaba-orrorifica delle famose gesta della contessa Bathory, dal punto di vista della sua serva, che appunto dà il nome al pezzo. 

6 - Cosa ne pensate della scena metal italiana di oggi? Quali sono in questo senso le band più valide secondo voi? 
L'Italia a livello di creatività oramai non è più nelle retrovie da parecchi anni, anche se trovo difficile a volte parlare di scena nel vero termine della parola. Se proprio devo usare questa espressione per indicare un movimento che si sta sviluppando in modo uniforme la "scena" che trovo più stimolante ultimamente è tutto il filone doom / occult rock di gruppi come Messa, The Ossuary, La Janara, Psychedelic Witchcraft, che stanno dando nuova linfa a un genere che per anni pareva scomparso dai (violacei) riflettori. 

7 - Non sempre si parla di strumentazione. vogliamo dare due cenni su cosa di solito usa ognuno di voi in studio e nei live? 
Dalle testate più digitali a quelle analogiche non ci poniamo limiti, sempre dando un orecchio al sound globale e alla praticità, che è molto utile in tanti contesti. Io ad esemprio sono molto old school in questo senso, seguo il sentiero tracciato da Lemmy hahahahah. Scherzi a parte ho trovato che un ottimo bilanciamento grazie all'unione delle testate Ashdown con i pedali della finlandese Darkglass, il tutto con un tocco dark in alcuni brani che richiama Simon Gallup (The Cure), per me idolo indiscusso. Ci tengo a precisare che dal vivo la nostra musica non necessita di basi o tracce preregistrate quindi ciò che sentite è live 100% 

8 - A voi le ultime parole. Un saluto da parte nostra! 
Date un ascolto a "Fields of Ashes" se non ci conoscete e questa chiacchierata vi ha incuriosito, per chi invece già fa parte del Valar Army... See you on the next battle!

Intervista a cura di Sonia Wild

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