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ARS MANIFESTIA “Il mattino della follia” (Recensione)

Full-length, Fog Foundation 
(2023)

Era il 1999 quando nel comune sondriese di Cosio Valtellino, nel nord della Lombardia, nasceva per mano del suo unico membro Harmful il progetto metal Ars Manifestia, che avrebbe debuttato solo otto anni più tardi con l’album d’esordio “The Enchanting Dark’s Arrival”, nera perla di puro black metal della vecchia scuola. Sedici anni e quattro album dopo la one-man band italiana torna sulla scena con il quinto lavoro sulla lunga distanza, dal titolo “Il Mattino della Follia”, un viaggio nel metal sperimentale che penetra gli antri più oscuri e deliranti della mente umana, riscoprendone l’essenza più maligna e disturbante. Il lavoro è stato pubblicato dall’etichetta Fog Foundation e giunge a quattro anni dal precedente “Divora i figli”, sancendo l’ennesimo passo avanti nell’evoluzione stilistica e musicale della mente di Harmful, ancora una volta veicolo di indagine all’interno dei turbamenti dell’anima e dei suoi più tenebrosi angoli.

“Il Mattino della Follia” si compone di cinque lunghe e intense tracce dai forti richiami sperimentali, tappe di un excursus introspettivo che cavalca le più variegate emozioni, donando all’ascoltatore sensazioni contrastanti e abissali fino a spogliarlo di ogni raziocinio: i passaggi acustici a metà tra post-rock e shoegaze sanciscono l’incedere malinconico e oppressivo del lavoro verso le atmosfere claustrofobiche del black/doom metal, per poi spiazzare con improvvise accelerazioni. Il cantato di Harmful fa il resto, alternando urla animalesche e lamenti logoranti ad uno scream lancinante di matrice depressive, definendo minuto dopo minuto un vortice di follia e di oscurità dal quale non vi è salvezza possibile.

L’album si apre con l’arpeggio sognante che introduce il black/doom di “London 28 December 666”, nove minuti e mezzo di melodie acustiche che si inseriscono in una ritmica lenta e ipnotica, ben guidata dallo scream disperato del mastermind e dai suoi riff oppressivi, tra il malinconico e il logorante; “I Don’t Make an Effort to Share” dà un’ulteriore dimostrazione del genio folle di Harmful, che qui cavalca un post-doom sperimentale con vocalizzi che spaziano dal clean sofferto e disperato a urla animalesche, in mezzo a melodie disturbanti e spaventose che disegnano un sound dai contorni horror. “The Warmth” riesce tuttavia a fare di meglio, evolvendosi dall’introduzione acustica verso un black/doom metal in cui la voce di Harmful assume tonalità inumane, oltremodo demoniache, ad anticipare un ottimo riff melodico centrale che fa da lancio dell’accelerazione martellante del finale, tanto sorprendente quanto efficacie.

I quattordici minuti di durata della title-track regalano all’album il suo apice compositivo e melodico, adagiandosi verso un depressive black/doom metal più canonico e molto più tragico. La lunga introduzione blackgaze delicata e sognante spalanca le porte a un sound avvolgente e carico di malinconia in cui lo scream del mastermind si fa sofferto, in mezzo a riff lenti e drammatici, fino all’accelerazione brutale della seconda parte; il finale è un susseguirsi di emozioni e di sorprese, dal coro liturgico che segue fino al black/doom claustrofobico e catacombale che chiude la suite. Infine troviamo “My Void”, che segue inizialmente la medesima ricetta per poi lasciarsi andare alla sperimentazione di un finale rockeggiante col cantato vomitato di Harmful, concluso dalla ferocia di un blast-beat a sfumare, inattesa conclusione di un’opera dalle più variegate influenze.

“Il mattino della follia” è un album dalle mille sfumature, ancora parzialmente legato al black metal delle origini di Ars Manifestia ma più che mai votato alla sperimentazione e alla ricerca: le cinque tracce presentano la stessa struttura, introdotta da passaggi acustici e sognanti incontro a momenti di pura follia, carichi di oscurità e di malessere, che necessitano molti ascolti per penetrare a fondo nell’animo dell’ascoltatore ma che riescono fin da subito a lenirlo in superficie in modo incurabile, fino a lasciarlo senza sangue e senza ragione su di un letto di terrore e di agonia.

Recensione a cura di Alessandro Pineschi
Voto: 78/100

Tracklist:
1. London 28 December 666 
2. I Don't Make an Effort to Share 
3. The Warmth 
4. Il mattino della follia 
5. My Void

Line-up:
Harmful - All instruments, Vocals

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