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LILYUM “We Are Disobedience” (Recensione)


Full-length, Broken Bones Promotion 
(2023)

Ventuno primavere sono trascorse dalla loro fondazione, eppure i black metaller torinesi Lilyum non sembrano aver perso l’energia di un tempo e quell’aura malvagia e tossica, a tratti oppressiva, che ne ha contraddistinto il sound nel corso degli anni. Il duo composto dai polistrumentisti interscambiabili Kosmos Reversum (militante anche nei Byblis) e Lord Jotun (In Corpore Mortis) si è completato con la partecipazione di lusso del batterista storico degli Adversam (nonché di progetti più recenti quali Falhena e Corvus Black Hole) Summum Algor, a definire una line-up di tutto rispetto che ha dato vita al nono album in studio della band, in uscita a fine novembre, dal titolo “We Are Disobedience”. L’album giunge a due anni di distanza dall’ottimo “Circle of Ashes”, che ha sancito il ritorno sulla scena dei Lilyum dopo un momentaneo scioglimento durato tre anni: prodotto dall’etichetta Broken Bones Promotion in collaborazione con Ghost Record Label e Join This Order, “We Are Disobedience” prosegue nella riscoperta delle sonorità crude e oscure tipicamente old-school degli esordi del suo predecessore, andando a ricreare le atmosfere dell’acclamatissimo debutto “Ultimatum”, datato 2009.

Il lavoro si compone di nove tracce comprensive di intro per un totale di trentacinque minuti di un black metal profondamente misantropico, aspro nelle melodie eppure a tratti sperimentale, minimalista ma al contempo dotato di ottima tecnica e di spunti interessanti, ad accompagnare la volontà del trio di tributare un certo tipo di metal estremo anni Novanta con l’identità ben definita costruita nei lunghi anni di collaborazione tra le due menti del progetto, fabbricatori di un’altra opera malsana e nichilista firmata Lilyum. Ad aprire le danze troviamo la breve introduzione dark ambient dai toni spettrali e grotteschi “Dawning Sedition”, sulla quale si scaglia la violenza diabolica di “Noetic Negative”, brano dall’aura disturbante guidato dal main-riff affilato e glaciale di Kosmos Reversum, dalla batteria fulminante di Summum Algor e dallo scream spaventoso e disumano di Lord Jotun, che esegue a completare il tutto delle melodie di tastiera dai toni space/ambient; il brano si conclude con un assolo stridente da gelare il sangue nelle vene e un’accelerazione conclusiva dai toni assai cupi. Con “Boneseeker” l’atmosfera si colora di puro orrore, tra riff di chitarra agghiaccianti, un intermezzo black/doom ipnotico in un crescendo alienante e un cantato sporco tendente al growl, a creare atmosfere che ricordano gli ucraini Hate Forest.

“Sermon of the Sword” è il brano più lungo e più ricercato dell’album, schiuso da un’introduzione industrial/ambient che si sviluppa attraverso uno slow-tempo oppressivo e angosciante, tra la voce modificata e inumana di Lord Jotun, il riffing sinistro e cupo di Kosmos Reversum e la batteria di Summum Algor, che nel finale assume un’andatura quasi punk del tutto surreale. La seconda metà del lavoro si adagia sulle medesime sonorità della prima, tenendo l’acceleratore premuto quasi costantemente senza mai smarrire quell’essenza caotica e disturbante che naviga tra il black metal old-school e la sperimentazione, divenendo perfetta espressione musicale della follia; spicca tra tutte la conclusiva “He Walks Behind My Shadow”, governata dalla ferocia della batteria, da urla diaboliche e animalesche e melodie di chitarra spettrali, a creare un’atmosfera ancor più sinistra, che esplode in un finale in cui il riffing partorisce armonie prettamente old-school, taglienti e dotate di una freddezza sonora a dir poco claustrofobica.

“We Are Disobedience” è la nona fatica sulla lunga distanza dei Lilyum, band che non sembra intenzionata a rinunciare alla propria identità nonostante i lunghi anni di attività e i molti cambi di formazione; la réunion del 2021 sembra anzi aver dato al duo una nuova energia, messa al servizio di una riscoperta delle sonorità e delle atmosfere degli esordi, che qui vengono ricreate in modo ancor più netto e ossessivo rispetto al predecessore. Le melodie atmosferiche e quasi orecchiabili di “Circle of Ashes” vengono rimpiazzate dalla durezza di chitarre stridenti e graffianti e lo scream sfugge a qualsivoglia definizione, divenendo la voce del caos primordiale e dell’orrore cosmico: la ricetta è dunque completata e il piatto servito odora di marciume dell’anima, di sangue e di dannazione, ritrovando ancora una volta i Lilyum a scavare a fondo la loro fossa nella perenne ricerca del male più puro.

Recensione a cura di Alessandro Pineschi
Voto: 82/100

Tracklist:
1. Dawning Sedition 
2. Noetic Negative 
3. Boneseeker 
4. Mock the Traitor
5. Sermon of the Sword 
6. The Unclean One 
7. Whither Oblivion Crawls 
8. Bonded Beyond Blood 
9. He Walks Behind My Shadow

Line-up:
Kosmos Reversum - Lead and rhythm guitars
Summum Algor - Drums
Lord J. H. Psycho - Vocals, Guitars, Bass, Keyboards

Web:
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