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DAWN OF A DARK AGE "Transumanza" (Recensione)


Full-length, My Kingdom Music
(2023)

Sono dischi come questo che mi fanno riflettere in termini molto più vasti, andando ben al di là della recensione del singolo lavoro musicale. Dico questo perché ascoltando le note di quest’ultimo frutto della mente del polistrumentista e compositore Vittorio Sabelli non ho potuto fare a meno di domandarmi: “Fin dove è in grado di spingersi il Black Metal?” Ci sono dei contrasti nettissimi fra certi presupposti di partenza e come poi le cose si sono evolute nel tempo: il Black Metal nasceva come deriva ribelle alle regole del Metal fino ad allora conosciuto, proponendo, con spirito quasi punk, un’evoluzione attraverso l’involuzione, la distillazione, la scarnificazione, il rifiuto dell’abbellimento tecnico a favore del taglio netto dato da composizioni minimalistiche e produzioni amatoriali.

In quest’ottica di glorificazione del Do-It-Yourself abbiamo visto anche l’affermazione della formula, inusuale per il Metal tradizionale, della one-man band, dove un singolo artista prendeva i panni di tutti gli elementi di un gruppo, componendo e suonando materiale per tutti gli strumenti necessari: non più sottoposti al confronto con altri collaboratori, certi artisti, pur con i loro limiti tecnico-compositivi, potevano dar libero sfogo a tutte le loro idee: il Black Metal aveva una forma tale da lasciarsi con facilità modellare dalle menti più eclettiche…Quindi proprio la tanto ricercata “semplicità” del genere (ma non “banalità”, sia chiaro) ha permesso a molti autori di plasmarlo su misura delle proprie esigenze espressive: come un vestito d’un (non) colore che si abbina con tutto, il genere iniziò a differenziarsi in coraggiose varianti o accostamenti con generi magari del tutto alieni al territorio tipico del metal tradizionale.

E qui torniamo ai nostri Dawn of A Dark Age: Black Metal che si abbina senza timori al folk molisano, con innumerevoli cambi di registro e di passo, laddove si va dal blast-beat e dalle screaming vocals (sempre ben interpretate, mostrando chiaramente come anche la lingua italiana funzioni benissimo con questa forma espressiva) al cantato femminile pulito, oppure ai momenti riconducibili alla musica popolare, quella che canta di pastori, transumanza e tradizioni. La trasformazione del genere è talmente stravagante, che al nero troviamo accostati colori anche primaverili, suggestioni bucoliche, campi in fiore immersi nella luce del sole: suggestioni diverse che coesistono anche grazie a quella duttilità che il Black Metal – un genere nato in purezza e invece poi miscelato con ogni sorta di spunto artistico – riesce a garantire a chi ne vuole lavorare gli spigoli più grezzi per ottenere piccoli, originalissimi, gioielli.

Recensione a cura di: Luke Vincent
Voto: 85/100

Tracklist:
1. La scasata
2. Transumante
3. Preghiera pagana (dell'abbandono)
4. Il gran tratturo magno
5. Cantico tra cielo e mar
6. I regi tratturi
7. Preghiera pagana (del ritorno)

Line-up:
Vittorio Sabelli - narrator, clarinet, bass clarinet, guitars, bass, accordion, backing vocals
Emanuele Prandoni - vocals
Alessandra Santovito - female vocals
Diego 'Aeternus' Tasciotti - drums

Guest musicians:
Nicole Massanisso - voice on track 2
Sparda - choirs
Mattia Milizia - euphonium, trombone
Geoffroy Dell'Aria - bagpipe
Vittoria Nagni - violin
Graziano Brufani - contrabass
Marco Molino - percussions
Angel Malak - Alessandro Sforza, Gianluigi Dezzi, Marco Liazza - choirs

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