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ASCENDING OLYMPUS "Frontlines" (Recensione)



Full-length, Drakkar Productions
(2023)

La Grecia non smette mai di sorprendermi: non solo detiene il marchio di fabbrica per una sua, personale variante del Black Metal fin dai primi anni ‘90 (una dissacrante consacrazione!), ma produce anche ottimo Death Metal (gli storici Obsecration, i recenti Abnormal Inhumane), Heavy Metal classico (tipo Stray Gods o Warrior Path) e anche Thrash Metal di tutto rispetto (ricordo con piacere i Bio-Cancer e i Suicidal Angels).

Oggi ci concentriamo su questi esordienti Ascending Olympus, che miscelano con ottimi risultati Thrash Metal e Death Metal: un matrimonio abbastanza semplice da celebrarsi, essendo i due generi assai vicini, confinanti, quindi è un attimo bussare alla porta e trovarsi da una parte dall’altra! Il giochino funziona perfettamente anche col Black Metal, infatti citiamo Nocturnal Breed o Aura Noir. Non ci strappiamo quindi i (pochi) capelli rimasti, però apprezziamo, senza riserve! Riff ad alto impatto sismico, ovviamente con predilezione della resa ritmica su quella melodica, quindi grandissima precisione nel palm-muting e negli stacchi sempre ben definiti. Pattern di batteria sempre puntuali nel sorreggere il tutto, quindi groove ora frenetici, ora più cadenzati o marziali, stop-and-go e tappeti di doppia cassa laddove servono! Produzione senza pecche: suoni puliti e potenti, con scelta dei suoni dei vari strumenti davvero vincente.

Il cantato in growl è da manuale: non troppo profondo, anche perché sarebbe risultato incoerente con lo stile proposto. Diciamo che la timbrica e la metrica è tale da non impastare tutte le sillabe di tutte le parole, come si potrebbe senz’altro gradire in contesti Slam Brutal Death, ma non qui! Un’impostazione vocale quindi moderata, senza eccessi, che rispetta la natura anche “classica” (per quanto può esserlo il Thrash Metal, e per me lo è!) della proposta, quindi si colpisce duro, ma rispettando le regole, rimanendo su un ring regolamentare senza sprofondare nei bassifondi (che noi amiamo bazzicare!) delle risse da strada.

Le nozze fra Death Metal e Thrash Metal si consumano in poco più di 40 minuti: il “grosso grasso matrimonio greco” si conclude con un “sì, lo voglio!” da entrambe le parti, e ci mancherebbe, trattandosi di vicini di casa che si conoscono e frequentano da una vita! Nessuna sbandata, nessun colpo di fulmine improvviso, ma una relazione sentimentale destinata a durare a lungo! Evviva gli sposi!

Recensione a cura di Luke Vincent
Voto: 75/100

Tracklist:
1. As the Ground Trembles 
2. Off to Different Shores 
3. Hell Is in My Eyes 
4. A Call to Arms 
5. The City Will Not Fall 
6. Death Will Come from Above 
7. I of the Damnation 
8. Frontlines 
9. Fatal Nightmare 
10. Until the War Is Won

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