Vuoi qui il tuo annuncio? Scrivi a: hmmzine@libero.it

PROLIFERHATE "Wake Before the Dying Sun" (Recensione)


Full-length, Independent
(2023)

Con questo nuovo capitolo dal titolo “Wake Before The Dying Sun” i Prolifehate giungono al terzo lavoro. Pensato e scritto durante la pandemia, da un punto di vista testuale la band ha preso a riferimento i “Sessanta Racconti” di Dino Buzzati. Ogni canzone si ispira ad un racconto della raccolta menzionata. Dal punto di vista musicale la band è autrice di un metal moderno che prende spunto da più diramazioni del genere per creare una personale miscela sonora. Grazie a questa visione ampia i Proliferhate sviluppano la propria musica sfruttando il fattore tempo e proponendo canzoni mediamente lunghe in cui riversano le loro idee, spaziando all’interno di ogni traccia da momenti melodic death metal, aggressivi con un vocione growl a rimarcarne il genere, ma non andando mai oltre un certo modo di approcciare la materia aggressiva. 

Di contro si concede molto spazio all’aspetto melodico con un cantato pulito che ne definisce i contorni più classicamente heavy metal, con un occhio di riguardo ad un approccio decisamente a stelle e strisce. Quello che emerge è una forte personalità, che giunti al terzo episodio, è importante venga fuori. Questo porta la band ad una formula eterogenea, e si passa così da un brano pesante e dai toni death metal come l’opener “Path to Exile” a una semi ballad come “Wake Before The Dying Sun” che nonostante sfoci in momenti più pesanti, resta avvolto da un alone melodico che lo porta a vivere territori più prettamente hard rock. “The Tide And The Last Guardian” si rivela uno dei pezzi migliori. Nei suoi sette minuti riesce ad esprimere contenuti validi, grazie a riff di grande qualità. Sicuramente gli arpeggi rivestono un ruolo importante, trovandosi sparsi un po’ lungo tutto l’album, a rimarcare l’ampiezza e l’alternanza tra sensazioni diverse. Emerge l’affiatamento tra i musicisti coinvolti, con un'ottima sezione ritmica, dinamica e solida, ed una chitarra molto fantasiosa che spazia tra pesantezza estrema e melodie più propriamente rock (“Fading With The Light”). 

Colpisce l’inizio aperto di “Covenant” e la sua musica rimanda a tante sensazioni diverse, un metal mainstream dai toni moderni, in cui l’alternanza tra voci pulite e growl definiscono uno dei tratti centrali della band, tra una tensione ed un rilascio che è proprio nel dna di questa proposta. Sulla stessa lunghezza d’onda si proietta anche la successiva “Mayhem Fountain”, con una struttura ed un approccio molto simile, ma con un risultato più altalenante. I dodici minuti di “Through The Eyes of the Sinless” sono un compendio di quanto la band ha espresso nei diversi momenti dell’album, qui riassunti in una lunga traccia, dinamica e varia, l’apice creativo di questo terzo lavoro. Il pregio ed il difetto di questo “Wake Before The Dying Sun” è proprio nella sua eterogeneità, in quella classificazione incerta che potrebbe piacere oppure no. Per chi cerca un lavoro che non sia il solito prestampato i Proleferhate hanno scritto un album di sicuro interesse.

Recensione a cura di John Preck
Voto: 74/100

Tracklist:

1. Notes 
2. Path to Exile 
3. The Tide and the Last Guardian 
4. Wake Before the Dying Sun 
5. Anatomia dell'incubo 
6. Fading with the Light 
7. Covenant 
8. Mayhem Fountain 
9. Through the Eyes of the Sinless 
10. Eden of Stone

Line-up:
Daniele Varlonga - Drums
Andrea Simioni - Bass
Omar Durante - Vocals, Guitars (lead)
Lorenzo Moffa - Guitars (rhythm)

Web:
Bandcamp
Facebook
Spotify

Nessun commento