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COVIDECTOMY "Engendered By Contagion" (Recensione)


Full-length, Inherited Suffering Records
(2023)

Quasi tutti noi abbiamo quel “guilty pleasure”, quell’inconfessabile gusto per il cattivo gusto: lo ammetto, quando parlo di metal, in generale, mi atteggio a grande intellettuale che ricerca la bellezza estetica nella mostruosità più esibita. Però ci sono casi in cui sento di potermi sbottonare e lasciarmi andare ad un entusiasmo più viscerale: come si intuisce, stiamo parlando di Slam Brutal Death Metal! Ho sempre trovato il Death Metal un genere, come dire?, divertente! Nel senso proprio che posso mettere da parte le mie fissazioni analitiche dei fraseggi melodici, delle interazioni armoniche fra intervalli (e di chissà cos’altro) e rilassarmi con una sana raffica di suoni pressoché sganciati da ogni scala di riferimento: deliri cromatici in cui, senza una gerarchia diatonica fra le note, si crea una sorta di anarchia compositiva che sbatte a destra e a manca, senza trovare mai una risoluzione, un senso di compiutezza.

Le griglie ritmiche, alla pari, possono frantumarsi in mille cambi di tempo, di metrica, di groove, di pattern: il Death Metal è la definizione stessa di caos controllato, di rumore gestito con cervellotica creatività. Non stupirà quindi nessuno se, buttata alle ortiche la melodia classicamente intesa, abbiamo nel genere puntate verso il jazz o la fusion, come sanno bene Death, Cynic e Atheist. Tutto bellissimo e stimolante, finché non si arriva allo Slam Brutal Death Metal: si tratta di una riproposizione moderna dell’incedere di alcuni riff dei Suffocation, recepiti ed estesi a metodo per un intero sotto-sotto-genere: assalti al blast-beat, quindi rallentamenti improvvisi, palm-muting su chitarre dall’accordatura ribassata, growling vocals ultragutturali o, addirittura, in pig-squealing!

In pratica, un festival del massacro sonoro: e cosa possono proporre questi Covidectomy? Senza scostarsi di un millimetro dal loro primo EP, o dall’esordio in full-length del 2021, i nostri esperti in virologia ci tengono una lezione di soli 23 minuti circa tutto quello che bisogna fare (e disfare) per proporre (in)sano Slam: è tutto un omogeneo assalto di totale disomogeneità, con riff (se ancora di riff si può parlare) che si smontano e rimontano in continuazione.

Per il genere, un altro ottimo lavoro, il che significa che non ci sono differenze di sorta fra questi Covidectomy e tutti gli altri gruppi con la desinenza “-ectomy” nel loro nome: zero pretese, tutto molto feroce e di durata limitata! Non siamo ai livelli del capolavoro assoluto del genere, ovvero il secondo album degli Abominable Putridity, ma come spuntino fra un pranzo Power Metal e una cena Black Metal, secondo me, questo è l’ideale!

Recensione a cura di Luke Vincent
Voto: 75/100

Tracklist:

1. Ritualistic Deformities 
2. Cauldron ov Tears 
3. Angelic Anomalies
4. Planetary Hours 
5. Waxing Mercury Forge 
6. Sun ov Sagittarius Reign 
7. The Summoning 
8. Medicinal Offerings ov Buer

Line-up:
Zachariah Jackson - Vocals 
Artyom Shirman - All instruments

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