AA.VV. "Hardsounds Compilation Vol.1"
Genere: Vari
La compilation sottoposta stavolta al mio esame rappresenta un piccolo squarcio aperto sul mondo del metal estremo italiano; essa presenta dieci band, di cui almeno sette possono essere considerate death metal. Senza poter dare un giudizio unitario, essendo dieci gruppi diversi, ho pensato di passarli in rassegna uno per uno, premettendo però che si tratta sempre di gruppi abbastanza validi dal punto di vista tecnico , ma che non è possibile (ovviamente) giudicare il gruppo ascoltando di esso un solo brano; ed ecco perché il mio giudizio dev’essere, volente o nolente, limitato.
Cominciando dalla prima traccia, Marco Campanella ci propone un brano strumentale abbastanza heavy metal, molto ben suonato e arrangiato con una cornice di tastiere che comunque non tolgono risalto alla bravura tecnica del musicista. Anche gli Yikon, alla traccia n.2, ci propongono heavy metal, anche abbastanza in stile classico, caratterizzato da una voce graffiante ma non acuta, tipo quella dei vecchissimi Omen di Warning of Danger, ma in certi riffs si sente anche molto l’influenza del death svedese (in Flames);
Alla traccia n. 3 cambia tutto e la compilation si “appesantisce” al death metal proponendoci i Carnal Gore, con un brano un po’ monotono nel riffing, a mio avviso, eppure ipnotico e decisamente orecchiabile; seguono i milanesi Necroshine, con un brano death/black abbastanza “old school” che in alcuni riffs si richiama allo stile dei Morbid Angel; anche gli O, alla traccia n.5 propongono un brano death/black, (forse più black che death) cantato in italiano e con aperture melodiche che non ne fanno perdere l’aggressività . Alla traccia n.6, il brano dei bolognesi Oceanides è un brano di difficile inquadratura perché si colloca a metà strada tra le melodie degli Opeth e le stravaganze dei Meshuggah (e Tool), i quali sicuramente sono stati di ispirazione anche per gli ipertecnici e cervellotici Furyu (traccia 7) e per gli psichedelici Innervacuum (traccia 9) mentre ascoltando gli As Likely As Not alla traccia 8 sembra di ascoltare gli In Flames. Infine, i toscani Midgard ci propongono un brano EBM/industrial con tanto di voce effettata e con molta elettronica.
Concludo anch’io la mia recensione, non avendo potuto essere più esaustiva, consigliando la compilation a coloro che gradiscono un album eterogeneo.
Recensione a cura di: Volturnja
Voto: 60/100
Link per scaricare gratuitamente la compilation: http://www.mediafire.com/?x93jydgkx1qz9x5
Pagina Facebook: http://www.facebook.com/pages/Hardsoundsit-Compilation/191524084214878
La compilation sottoposta stavolta al mio esame rappresenta un piccolo squarcio aperto sul mondo del metal estremo italiano; essa presenta dieci band, di cui almeno sette possono essere considerate death metal. Senza poter dare un giudizio unitario, essendo dieci gruppi diversi, ho pensato di passarli in rassegna uno per uno, premettendo però che si tratta sempre di gruppi abbastanza validi dal punto di vista tecnico , ma che non è possibile (ovviamente) giudicare il gruppo ascoltando di esso un solo brano; ed ecco perché il mio giudizio dev’essere, volente o nolente, limitato.
Cominciando dalla prima traccia, Marco Campanella ci propone un brano strumentale abbastanza heavy metal, molto ben suonato e arrangiato con una cornice di tastiere che comunque non tolgono risalto alla bravura tecnica del musicista. Anche gli Yikon, alla traccia n.2, ci propongono heavy metal, anche abbastanza in stile classico, caratterizzato da una voce graffiante ma non acuta, tipo quella dei vecchissimi Omen di Warning of Danger, ma in certi riffs si sente anche molto l’influenza del death svedese (in Flames);
Alla traccia n. 3 cambia tutto e la compilation si “appesantisce” al death metal proponendoci i Carnal Gore, con un brano un po’ monotono nel riffing, a mio avviso, eppure ipnotico e decisamente orecchiabile; seguono i milanesi Necroshine, con un brano death/black abbastanza “old school” che in alcuni riffs si richiama allo stile dei Morbid Angel; anche gli O, alla traccia n.5 propongono un brano death/black, (forse più black che death) cantato in italiano e con aperture melodiche che non ne fanno perdere l’aggressività . Alla traccia n.6, il brano dei bolognesi Oceanides è un brano di difficile inquadratura perché si colloca a metà strada tra le melodie degli Opeth e le stravaganze dei Meshuggah (e Tool), i quali sicuramente sono stati di ispirazione anche per gli ipertecnici e cervellotici Furyu (traccia 7) e per gli psichedelici Innervacuum (traccia 9) mentre ascoltando gli As Likely As Not alla traccia 8 sembra di ascoltare gli In Flames. Infine, i toscani Midgard ci propongono un brano EBM/industrial con tanto di voce effettata e con molta elettronica.
Concludo anch’io la mia recensione, non avendo potuto essere più esaustiva, consigliando la compilation a coloro che gradiscono un album eterogeneo.
Recensione a cura di: Volturnja
Voto: 60/100
Link per scaricare gratuitamente la compilation: http://www.mediafire.com/?x93jydgkx1qz9x5
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RispondiEliminaCiao..scusate ma passavo per caso e ho letto la rece...sono R.A.T. dei Midgard,ci tenevo a fare una precisazione,che altrimenti rischiamo di confonderci.Noi non ci definiamo assolutamente una Black Metal Band!!Se andate sulla pagina facebook e' scritto:ELEKTROMETAL FOR DIGITAL TERRORISTS..
RispondiEliminaScusate l'intromissione
Per i Midgard: corretto, scusate la svista!
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