Watain "Lawless Darkness"
Full-length, Season Of Mist, 2010
Genere: Black Metal
L'oscurità senza legge è il caos primordiale, il principio, quella dimensione nulla in cui la vita e la morte sono una cosa sola...un'immagine fortissima quella descritta, a partire dalla copertina, da questo ultimo monolite firmato dai Watain, il cui ritorno era forse il più atteso in assoluto nel recente contesto black metal tra il 2010 e il 2011: e la band svedese è tornata, per uscire definitivamente da un ambiente catalogabile come “underground“ o “di nicchia“.
Vero è che in migliaia di altri casi riguardanti altre band questo passaggio cruciale era corrisposto ad un ammorbidimento del suono o dell'attitudine, a compromessi che potremmo definire più o meno commerciali; in generale insomma allo smorzamento di qualsiasi estremismo della proposta.
Fortunatamente anche in questo i Watain riescono sempre a distinguersi e forse è proprio questa la chiave del loro meritatissimo successo, visto che un po' tutta la comunità da qualche anno si è letteralmente inginocchiata alla loro presenza: senza nulla togliere all'egregio esordio “Rabid Death's Curse“, è quasi oggettivo che da “Casus Luciferi“ in poi questa band si sia quanto più possibile tenuta vicina a quella che si chiama perfezione.
La mossa intrapresa da quest'ultimo "Lawless Darkness" è il compimento di quella già iniziata dal violentissimo e superbo "Sworn To the Dark", quella che portò i Dissection stessi a divenire una band di "black heavy metal“ con "Reinkaos"...tuttavia i Watain continuano a mantenersi fermamente ancorati alle proprie origini, all'oscurità matrice del loro sound, che nonostante la melodia, non varia di una virgola: a partire dal tetro intro di "Death's Cold Dark" si susseguono a ruota "Malfeitor" e "Reaping Death" sferzate in puro stile black svedese, ma ricche di venature melodiche care al metallo più classico, a volte perfino rotte da furenti riff thrasheggianti; nonostante lo spettro di influenze sia dei più ampi però (dai Dissection potremmo arrivare a sentire rimandi a band come Bathory o Celtic Frost) per quanto i ritornelli possano esser cadenzati e dominati da fraseggi di chitarra che si potrebbero quasi intonare in coro ad un concerto, ci manteniamo sempre soffermi su un suono pregno del verbo old school e della più maligna epicità.
Recensione a cura di: Static Chaos
VOTO: 90/100
2. Malfeitor 06:58
3. Reaping Death 05:07
4. Four Thrones 06:16
5. Wolves Curse 09:12
6. Lawless Darkness 06:08
7. Total Funeral 06:04
8. Hymn to Qayin 05:57
9. Kiss of Death 07:46
10. Waters of Ain 14:31
Vero è che in migliaia di altri casi riguardanti altre band questo passaggio cruciale era corrisposto ad un ammorbidimento del suono o dell'attitudine, a compromessi che potremmo definire più o meno commerciali; in generale insomma allo smorzamento di qualsiasi estremismo della proposta.
Fortunatamente anche in questo i Watain riescono sempre a distinguersi e forse è proprio questa la chiave del loro meritatissimo successo, visto che un po' tutta la comunità da qualche anno si è letteralmente inginocchiata alla loro presenza: senza nulla togliere all'egregio esordio “Rabid Death's Curse“, è quasi oggettivo che da “Casus Luciferi“ in poi questa band si sia quanto più possibile tenuta vicina a quella che si chiama perfezione.
Tirati a lucido a partire dalla loro immagine e iconografia occulta e tribale, fino all'originalità del sound e dello stile, non hanno mai comunque perso di vista quell'integralismo underground di fondo, quell'assenza di compromessi che contraddistingue la musica genuinamente estrema ed old school.
C'è chi addirittura ne parla come dei nuovi Dissection e questa è una definizione chiaramente esagerata, visto che parliamo di un'altra epoca e di una band ormai scolpita nella storia, ma un fondo di verità c'è: la strada percorsa e la perfezione a cui i Watain aspirano, sono simili a quelle di una black metal band che rimane a oggi una delle più grandi mai esistite.
C'è chi addirittura ne parla come dei nuovi Dissection e questa è una definizione chiaramente esagerata, visto che parliamo di un'altra epoca e di una band ormai scolpita nella storia, ma un fondo di verità c'è: la strada percorsa e la perfezione a cui i Watain aspirano, sono simili a quelle di una black metal band che rimane a oggi una delle più grandi mai esistite.
La mossa intrapresa da quest'ultimo "Lawless Darkness" è il compimento di quella già iniziata dal violentissimo e superbo "Sworn To the Dark", quella che portò i Dissection stessi a divenire una band di "black heavy metal“ con "Reinkaos"...tuttavia i Watain continuano a mantenersi fermamente ancorati alle proprie origini, all'oscurità matrice del loro sound, che nonostante la melodia, non varia di una virgola: a partire dal tetro intro di "Death's Cold Dark" si susseguono a ruota "Malfeitor" e "Reaping Death" sferzate in puro stile black svedese, ma ricche di venature melodiche care al metallo più classico, a volte perfino rotte da furenti riff thrasheggianti; nonostante lo spettro di influenze sia dei più ampi però (dai Dissection potremmo arrivare a sentire rimandi a band come Bathory o Celtic Frost) per quanto i ritornelli possano esser cadenzati e dominati da fraseggi di chitarra che si potrebbero quasi intonare in coro ad un concerto, ci manteniamo sempre soffermi su un suono pregno del verbo old school e della più maligna epicità.
Proprio questa è l'ambivalenza che colpisce, che eleva i Watain forse ad una delle migliori band in circolazione in campo estremo, e rende “Lawless Darkness" un'altra perla da aggiungere in bacheca: questi riff sono tutti semplici, quanto efficacissimi e memorabili, è inutile dunque cercare di osservare quale possa essere il momento più alto del disco, se la buia ed inquietante "Wolves Curse", l'incedere furioso di "Four Thrones" o il maestoso strumentale della stessa "Lawless Darkness": qui si tratta solo di lasciarsi avvolgere e agitare dall'incredibile energia che questa band riesce a sprigionare...un altro capolavoro!
Recensione a cura di: Static Chaos
VOTO: 90/100
Tracklist:
1. Death's Cold Dark 05:29 2. Malfeitor 06:58
3. Reaping Death 05:07
4. Four Thrones 06:16
5. Wolves Curse 09:12
6. Lawless Darkness 06:08
7. Total Funeral 06:04
8. Hymn to Qayin 05:57
9. Kiss of Death 07:46
10. Waters of Ain 14:31
DURATA TOTALE: 01:13:28
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