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Vanhelga "Langtan"

Full-length, Art of Propaganda
(2014)

 
I Vanhelga nascono nel 2001 come progetto di 145188 (J. Ottosson, già membro dei Lifelover). Come one man band egli pubblicherà due full-length e altri lavori, dei quali vorrei segnalare in particolare in questa sede l’ottimo split "The Ensemble of Dark Desire", datato 2010, è attualmente pressochè introvabile ma con un po’ di fortuna potrete trovarlo da qualche appassionato della scena svedese. Nel 2013, dalla collaborazione con J. Gabrielson (anche lui ex membro dei Lifelover), J. Ejnarsson, D. Wadström (ex-Skogstron) e D. Franzen, vede la luce l’EP "Sommar", profondamente diverso come sonorità rispetto ai precedenti lavori, la cui proposta era sostanzialmente un Black Metal atmosferico con riff che rimandano si alla malinconia ma alla malinconia come un sentimento statico e precostituito, percepibile nettamente dall’ascoltatore ma ancora molto legato all’artista e difficilmente condivisibile empaticamente. "Sommar" è quindi il lavoro che spacca in due il percorso musicale dei Vanhelga. Chitarre zanzarose e suoni cupi vengono meno, e con loro anche la negatività di cui i riff erano precedentemente fortemente impregnati. Come EP è soltanto discreto ma serve a sottolineare proprio il cambiamento tra i Vanhelga one man band e i Vanhelga gruppo: è in questo lavoro che emergono una consapevolezza e una maturità a livello di personalità tali probabilmente da indurre lo stesso Ottosson a cercare altri membri con diversa formazione musicale. Ha cercato a mio avviso di dare forma e maggior ecletticità a dei sentimenti che lo influenzavano come artista (e influenzavano quindi il suo modo di comporre).

Arriviamo dunque al 2014 e con questa line-up ormai stabile, i Vanhelga ci propongono "Langtan", il full che sancisce la svolta definitiva verso un Black Metal più diretto, personale e introspettivo. Langtan può essere vissuto dall’ascoltatore come un concept sulla morte intesa non come fine ma come nuovo inizio, come passaggio di transizione tra un modo di vivere e un altro. Morte qui non è da interpretare come espressione di negatività o afflizione dell’anima ma come accettazione della realtà tutt’altro che passiva: proprio l’amore per la vita in generale ci porta ad accettare il percorso che ci è stato predestinato e a sentirci parte di esso. Si può passare dalla negatività interiore all’amore per la vita? Si, perché si può amare la vita in tempo continuo e allo stesso tempo odiarla in un istante. Un collega mi ha fatto notare come il ritenere la morte un capitolo della vita sia un messaggio cristiano (rimandando anche al fatto che un membro dei Vanhelga abbia un progetto christian Black Metal): io risponderei che non è detto. Questa visione molto alta della Morte non è per forza legata a degli altri concetti religiosi-filosofici come l’Eternità, quanto piuttosto direi deriva da una riflessione sull’Uomo quale parte di un sistema superiore. In questo senso i sentimenti come negatività e dolore vengono sublimati in qualcosa di più elevato della dimensione umana.

Le sonorità in questo full-length si spingono fortemente verso il depressive/post rock, e si sentono forti influenze Lifelover. Tuttavia, rispetto ai Lifelover sono, se vogliamo, un loro perfezionamento proprio per la maggiore introspezione che ricreano nell’ascoltatore. Sottolineo brevemente il concetto di introspezione che è diverso da quello al quale noi "depressive"-blacksters siamo abituati: qui si vuole indurre l’ascoltatore a riflettere sul senso dell’esistenza, non tanto a scavare dentro se stesso. Piuttosto è uno scavare nella mente, nell’inconscio, alla ricerca di se stessi e del proprio legame con l’esistenza.

Molti fan del depressive tendono a snobbare i Lifelover o ad apprezzarli solo per la personalità geniale di Kim: di sicuro non saranno delusi da questi rinnovati Vanhelga. Meno interessante risulterà per coloro che cercano un disco Black Metal classico ovviamente, i quali al massimo potranno trovare piacevole l’influenza degli Skogstron che si fa sentire in alcuni riff di chitarra (più oscuri e “classici”).

Recensione di: "Erin"
Voto:75/100

Tracklist:

01. Svartsint ömhet
02. Där Evigheten Inväntar Mig
03. Evig Förändring
04. Med Mina Andetag
05. Joyless
06. Låt Snön Falla
07. Kärleksförklaring
08. Vansinnesvardag
09. Narkotisk Uppgivenhet
10. Eternal Night
11. Förbarma
12. Exploderande Känslostorm
 

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