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TEITANBLOOD "Black Putrescence of Evil"

Full-length, Nuclear Winter Productions
(2009) 

Prima di dare alle stampe sotto Norma Evangelium Diaboli i loro due lavori che hanno segnato in maniera profonda l' Underground estremo, "Seven Chalices" e "Death", accompagnati dall' ottimo EP "Woven Black Arteries", prima di essere un duo bestiale dedito ad una forma cacofonica di Blackened Death Metal, i Teitanblood si erano fatti conoscere con un demo ("Genocide Chants to Apolokian Dawn") e due split, uno con i Proclamation e uno con i Necros Christos, in cui la formazione comprendeva un terzo membro, ovvero alternativamente Defernos degli Uruk-Hai e Nazgul come batterista, e Juan Carlos Deus dei Proclamation come chitarrista, prima dell' entrata in pianta stabile di J che è già presente come secondo batterista nello split con i Proclamation, lasciando NSK come unico membro e fondatore sempre presente. Tutto questo materiale venne raccolto e pubblicato dalla "Nuclear War Productions" poco prima dell' uscita del loro primo disco, sotto il nome di "Black Putrescence of Evil, raccolta che andiamo ora a recensire.

Dopo la intro Dark Ambient "Anvil of Doom (Intromancy)" dove si fanno strada chitarre stridenti tra funesti suoni, parte la cacofonia lo-fi "Leviathan Division" dove tutto è ridotto ad un marasma molto basso in cui la voce del cantante è un brontolio e le chitarre si sentono negli assoli lunghi e stridenti, altrimenti mutuate in riff soffocati nel mixaggio, dove è la batteria a sovrastare tutto con i suoi lontani colpi metallici. "Ultimate Revelation Descend" continua sulle stesse coordinate, forse con una chitarra un attimo più percepibile, ma sempre sepolta nel mix a favore della batteria, in un suono a bassa fedeltà dove il songwriting è ancora acerbo rifacendosi a Blasphemy e compagnia Bestial, senza però avere ancora la scioltezza e l' inventiva per creare memorabili e oscuri vortici; "NecroSemen" dopo un' introduzione Dark Ambient si apre in un pezzo più convincente giocato su bordate in tremolo e drumming serrato, dove comunque sono ancora gli assoli dissonanti a farsi più sentire, in una composizione più competente, ma ancora molto basica e scolastica nel suo seguire la lezione altrui senza elementi propri. 

E' invece dal settimo brano dallo stesso nome che sentiamo cambiamenti più convincenti, con un rifting più freddo e Black, e vocals sempre lontane dal ruggito feroce del futuro, ma più sentite; il tutto giocato su loop continui di giri di chitarra e beat martellanti ripetuti senza tregua, su cui si stagliano assoli stridenti come motoseghe arruginite. "Black Pasch (Carnivore Eucharist)" si apre con campane sepolcrali e chitarre discordanti, per poi lasciare spazio ad una cavalcata lo-fi che suona come registrata in una caverna in lontananza, in cui chitarre e batteria si fondono in un marasma unico senza molta distinzione, riconoscibili solo nella bella pausa Doom/Death del secondo minuto, per poi lanciarsi in una nuova cacofonia al rumore bianco dove in lontananza possiamo seguire i giri circolari di chitarra sovrastanti in questa occasione i beat di batteria, con un andamento un po' più ascoltabile, ma comunque dominato da una produzione troppo scarsa lontana da quella futura in cui, pur nella bassa fedeltà e nel caos, si distinguerà ogni andamento e strumento. "Infernal Abomination of Death" è il brano più compiuto, che parte con sinistri sospiri e chitarre in arpeggio serrato, che poi si aprono in una cavalcata in doppia cassa dove la voce effettata si avvicina a quella che verrà. La composizione è bombardata da bordate continue di riff taglienti di chitarra ripetuti e colpi di batteria però poco percepibili in molti punti, mentre sono sempre vividi gli assoli stridenti, ammalianti.

Prendono spazio le chitarre ultra distorte sotto le quali proseguono feedback vari che creano un' atmosfera dura ed allucinata. Verso il quarto minuto i ritmi rallentano e si torna al motivo iniziale con sospiri maligni e arpeggi in tremolo, fino alla conclusione improvvisa. Tirando le somme questa raccolta non è di sicuro al livello della produzione che seguirà da li a breve, raccogliendo materiale ancora acerbo dove la tecnica è si già primitiva, ma ancora priva di quel "quid" che distinguerà la band dei colleghi War/Bestial Metal. 
Il songwriting è a tratti amatoriale e le cacofonie non vengono gestite con la potenza ed abilità che verranno in avanti;, inoltre la produzione va a giocare spesso contro l' effetto finale pregiudicando il suono di certi strumenti e quindi l' andamento dei pezzi, soprattutto nei primissimi brani dove comunque è tutto molto lineare. Manca soprattutto quel gusto atmosferico ben strutturato che qui è solo accennato, e mai integrato propriamente von l’ assalto feroce della strumentazione, fin troppo a briglia sciolta e senza quella solenne ed epica connotazione che verrà in seguito. Se non siete ancora familiari con la band, partite dai loro primi due album ufficiali, e poi con l' EP, questo lavoro serve come completamento per chi già ha il resto della loro produzione ed è interessato a sentire come e quanto i nostri siano evoluti nel giro di poco tempo, trovando fortunatamente il proprio suono e tecnica. 

Recensione a cura di: Davide Pappalardo 
VOTO 60/100

Tracklist:
1.Anvil of Doom (Intromancy) 00:50 
2.Leviathan Division 03:15 
3.Ultimate Revelation Descend 04:11 
4.NecroSemen 03:09 
5.Extermination Temple 02:48 
6.Anvil of Holocaust (Outrogramatton) 00:35 
7.Necrosemen 02:27 
8.Black Pasch (Carnivore Eucharist) 05:08 
9.Infernal Abomination of Death 05:09 
DURATA TOTALE 27:32

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