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The Magik Way "Curve Sternum"

Full-length, Sad Sun Music
(2015)


Direttamente da Alessandria stiamo per esaminare un gruppo molto diverso dalla consuetudine: loro sono i The Magic Way, formazione di cui fanno parte Nequam alla voce, Azàch alla batteria, Maniac of Sacrifice alla chitarra elettrica, Old Necromancer sempre alla chitarra elettrica e infine Tlalocàn al basso. Della band fanno parte ex membri dei Mortuary Drape.

Il gruppo è nato nel lontano 1996 e ha prodotto già i full "Dracula (1797-1997") e "Mente Occulta (1997-1999)". I due album sono stati prodotti a lunga distanza l'uno dall'altro ma questo nuovo Curve Sternum esce solo due anni dopo la penultima release. In cosa si distinguono questi italiani da altre band dell'ambito black metal? Loro vanno oltre questo genere e, infatti, ci propongono contesti maggiormente dark ambient che, però, hanno un fine ben preciso. Noteremo, infatti, che le influenze black risiedono soltanto nello stile canoro che è funzonale, appunto, alle tematiche che tratta la formazione. I The Magik Way, infatti, si autodefiniscono esponenti della "Ritualist Occult Music", un genere che mirerebbe a creare atmosfere da veri e propri rituali esoterici. E, in effetti, ascoltando il disco nella sua interezza notiamo elementi particolarissimi che derivano da influenze folk, Burzum e le sonorità più malate di alcuni gruppi Depressive. 

Non siamo di fronte, però, a un progetto black metal quanto al riadattamento di alcune caratteristiche portanti che infarciscono soltanto il sound della band in modo decorativo. I The Magic Way, però, non riescono a centrare bene il bersaglio poiché le tracce risultano montone, ripetitive e abbastanza scontate a lungo andare. Sebbene sia da riconoscere un certo talento nella creazione di atmosfere oppressive, esoteriche e, quasi, misteriche, i The Magik Way non contestualizzano bene la minestra ripetendosi spesso e non andando bene a centrare il bersaglio. Probabilmente una maggiore presenza del Black Metal unita a una maggiore varietà compositiva avrebbero portato a risultati più soddisfacenti. 

Il disco, tuttavia, non è esente da pregi, dato che alcune melodie atmosferiche che attingono direttamente da gruppi gloriosi dell'underground come i Cult of Fire, sono, senz'ombra di dubbio, fortemente evocative. In conclusione è un album di passaggio che segna il raffinamento dello stile della band che, dopo 16 anni di pausa, nel 2013, era tornata a far parlare di sè. In soldoni, quindi, un lavoro che poteva essere svolto meglio ma che da comuque grande speranza al futuro. 

Recensione di: Davide Cantelmi
VOTO 58/100

Tracklist:
1. I Corpi Pesanti 
2. La Mano Raccoglie 
3. A Curva di Sterno 
4. Yod-He-Vau-He 
5. Nel Tempo Restare 
6. L'Orrore 
7. Scuotiti, oh Vita! 
8. In Alto come in Basso

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