OPERA IX - Back To Sepulcro
Full-length, Dusktone
(2015)
L'Oroborus รจ un simbolo antico, profondo e potente, rappresenta spesso, il ciclo della vita e della morte. Iconograficamente dipinto come un serpente che si morde la coda e che disegna un cerchio, simboleggia la fine, la rinascita, il cambiamento, ma anche la stasi e la continuitร . Ed รจ questo che sono gli Opera IX: vita, morte, rinascita, cambiamento e stasi, tutti in un unico concetto.
Pionieri nei primi anni '90 insieme ad Evol, Necromass, Mortuary Drape ed altri nomi piรน o meno noti e piรน o meno scomparsi di un certo modo di intendere il black metal occulto e mortifero in Italia, eccoli ritornare in vita (o in morte) con “Back to Sepulcro”, il loro ultimo, potente lavoro.
La band dell'inossidabile leader e membro fondatore Ossian, pesca a piene mani dal loro passato attraverso le perle della loro discografia, ri-arrangiando e ri-registrando con nuovi suoni ed orchestrazioni, quelle che sono le tracce piรน rappresentative del percorso Opera IX, con l'inedito, “Consacration” e l'interessante “The Cross”, usato come chiusura dell'album. Pur essendo materiale giร edito, le canzoni brillano di rinnovato vigore, di un aura funebre e maligna, filtrata attraverso la luce di una candela nera come la pece. Si, perchรฉ se c'รจ una cosa che non manca qui รจ Il Male. Non quello freddo, glaciale di matrice scandinava, nรฉ quello infernale e antico di stampo americano, ma quello velenoso e perverso che solo in Italia e forse in Grecia si รจ potuto valorizzare al meglio. Le nostre terre sono intrise tanto di quel sangue generato da guerre, inquisizioni, massacri in nome di dei di cui si sussurra il nome nelle tenebre, e la sola idea di rappresentarne musicalmente le gesta, ci renderebbe il paese piรน perverso della storia. E per fortuna ci sono alcuni gruppi, tra cui appunto gli Opera IX, che si prendono la briga di renderci fieri delle nostre origini e del nostro passato, mettendo in musica tutto ciรฒ.
Parlando appunto di ciclicitร la nuova formazione ne รจ l'esempio lampante; il ritorno allo screming femminile, incarnato nelle grida stregonesche e possedute di Abigail Dianaria, รจ un deciso quanto potente ritorno alle origini, quando era Cadaveria dietro al microfono e urlava blasfemie al mondo. E devo dire che il risultato รจ notevole. Parlando dal lato prettamente tecnico le composizioni hanno tratto giovamento dalla rinnovata incisione. I suoni sono bilanciati e discretamente old-fashion, mantenendo il piรน possibile l'appeal di quelle che erano le atmosfere proprie delle loro pubblicazioni di un tempo. Le chitarre a volte appaiono sacrificate alle strutture sinfoniche, ma questo รจ un dettaglio trascurabile, la batteria suona discretamente dinamica e “live” e nell' insieme la qualitร globale รจ alta, bilanciata appunto da un suono moderno ma con una patina retrรฒ, che rende il tutto un giusto compromesso tra passato e presente. La voce resta il marchio di fabbrica degli Opera IX, essendo lo screaming al femmnile in passato una loro totale prerogativa e novitร , ma che invece ai giorni nostri risulta ampiamente sdoganata.
Nonostante tutto la performance รจ di alto livello, magari un'attenzione in piรน alle parti di clean voice - che spesso risultano un po piatte, ma che hanno di contro uno scream di massima efficacia – renderebbe tutto perfetto. In definitiva un graditissimo ritorno, un ritorno senza ma e senza se, e che probabilmente rende l'attesa del nuovo lavoro piรน appetitosa e gustosa! Complimenti ancora!
Recensione a cura di: D666
Voto: 75/100
1. Sepulcro 15:20
2. The Oak 07:51
3. Act I, The First Seal 09:40
4. Maleventum 05:56
5. Consacration 04:48
6. The Cross (Outro) 04:10
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