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Intervista: LUCID DREAM

Dopo l'ottima impressione che abbiamo avuto col suo nuovo lavoro intitolato "Otherwordly", recensito QUI, siamo andati ad intervistare il chitarrista e mastermind Simone Terigi, per saperne di più sulla sua band e per scoprire qualcosa di più in generale sui suoi Lucid Dream!

1) Ciao Simone e benvenuto sulla nostra zine. Vuoi iniziare facendo una breve introduzione sul tuo progetto Lucid Dream?

Un saluto a tutti e grazie per questo spazio! I Lucid Dream sono nati alla fine del 2009, abbiamo all’attivo tre album in studio e tanta attività live nell’underground ligure. In questo ultimo album rispetto alla formazione originale manca il batterista Paolo Raffo che per esigenze di lavoro si è trasferito lontano.

2) "Otherwordly" è il singolare titolo del tuo nuovo album. Ti chiedo quindi di parlarci del suo significato e dei testi che sembrano portare ad un concept album. E' così?

Si esatto è un concept album ed è la continuazione del precedente lavoro “The eleventh illusion”. In quel disco avevamo affrontato le tematiche dell’uomo in lotta contro le sue illusioni interiori e la ricerca delle forze superiori che permeano l’universo, rendendo possibile lo sviluppo della coscienza. Otherworldly è la manifestazione di queste energie sottili e ultraterrene, quando l’artista riesce a fondere la sua energia con quella dell’universo e rendere manifesto lo Spirito.

3) Quali sono state le tue influenze musicali e quali sono attualmente?

Sono cresciuto con Iron Maiden, Metallica, Megadeth, Pink Floyd, Joe Satriani che sono state le mie maggiori influenze nell’approccio allo strumento. Poi ci fu il periodo in cui studiai al CPM con Donato Begotti dove perfezionai la tecnica, l’armonia e ampliai in modo considerevole la visione dello strumento grazie a Donato e altri insegnanti preparatissimi. Oggi uno tra i miei chitarristi preferiti è Scott Henderson che pur facendo un genere molto distante dal mio ritengo sia assolutamente geniale e attingere qua e là alla sua immensa creatività sia veramente prezioso. Ci sono poi altri chitarristi che apprezzo tantissimo da cui imparo molto ed elencarli tutti sarebbe impossibile. Tuttavia ascolto anche tanta altra musica non prettamente chitarristica, mi piacciono i fiati, Nicolò Paganini e altra musica classica, la musica etnica dei Dead Can Dance…

4) Come sono state, fino ad ora, le opinioni riguardo "Otherworldly" da parte di stampa specializzata e pubblico?

Fino ad ora abbiamo ricevuto ottimi riscontri da magazine e webzine specializzate! Ad esempio siamo stati nominati miglior autoproduzione invernale da Rock Hard e comunque molti altri riscontri devono ancora arrivare, l’album è appena uscito!

5) A livello chitarristico, come reputi il tuo approccio allo strumento? Intendo, quanto conta il lato compositivo e quello tecnico?

Contano tutte e due, uno aiuta l’altro. Quando componi devi dimenticare tutto e lasciare che la tua attenzione si sposti dalla ragione ad una dimensione intuitiva, legata ad una conoscenza silenziosa, ma per arrivare lì c’è bisogno anche di tanta pratica, tenacia e costanza, lo studio dello strumento è fondamentale per avere una vasta gamma di possibilità da sondare. Il sistema musicale armonia-melodia-ritmo riflette il nostro sistema psicofisico mente-cuore-corpo; così studiando la musica studiamo noi stessi e più ci liberiamo dei nostri pesanti fardelli più possiamo lasciar scorrere in noi le energie sottili ultraterrene che aprono lo spazio al mondo dell’anima.

6) Chi ha realizzato l'artwork di "Otherwordly" e qual è il suo significato?

Nicoletta Mignone si è occupata delle grafiche come per l’album precedente e Laura Bianchi ha scattato tutte le foto che poi abbiamo lavorato in postproduzione. Siamo andati in una vecchia miniera e abbiamo spaccato questi specchi nei quali si vede riflessa la precedente copertina, poi con i cocci ne abbiamo ricavato anche il logo presente all’interno del booklet. E’ stato un po’ un atto psicomagico, come infrangere un incantesimo nel quale ero caduto con l’album precedente, dal quale sentivo il bisogno di sganciarmi. Il percorso interiore arricchisce, ma si incontrano anche ostacoli, barriere da superare che ci permettono di crescere se accettiamo la sfida e ci lasciamo trasformare. 
7) Vuoi parlarci dei musicisti che ti hanno aiutato in studio per questo tuo nuovo album?

Ci siamo avvalsi di session men per registrare gli archi, la batteria e le backing vocals femminili. Paolo”Paolo” Tixi ha sostituito Paolo Raffo, il nostro precedente batterista che per motivi di lavoro si è trasferito proprio quando stavamo iniziando le registrazioni! Poi c’è Martina White, una giovane cantante di talento che ha registrato le backing vocals, dando un tocco morbido e colorato alle canzoni. Infine il terzetto d’archi ( ebbene si doveva essere un quartetto, ma per motivi di budget ho eliminato alla fine il violoncello!! ) che ha dato quel tocco cosi particolare alla strumentale “the theater of silence”. Ci ho messo tanto a trovare un primo violino in grado di suonare la parte che avevo scritto, ma alla fine Andrea Cardinale è stato eccezionale!

8) Stai lavorando a nuova musica e cosa dobbiamo aspettarci musicalmente nel futuro dei Lucid Dream?

Ho nel cassetto un nuovo album, ma devo trovare le giuste nuove collaborazioni per realizzarlo. Ho anche un nuovo album solista che potrebbe prendere forma e un nuovo libro che amplia i concetti espressi nella precedente opera “lo zen del suono”.

9) Quali sono gli obiettivi che ti sei prefisso di raggiungere con i Lucid Dream e quali pensi di aver già raggiunto?

L’obiettivo iniziale è sempre quello di oggi, fare musica e continuare a raccontare con il suono la mia vita e percorrere il sentiero dell’anima, l’evoluzione della consapevolezza. Con questi tre album si è già mosso tanto, ma il mio desiderio è che l’avventura continui e ci siano altri album, altre canzoni, altra vita…Poi mi piacerebbe anche suonare live, senza tante pretese, ma fare qualche bel concerto! Mi piacerebbe trovare qualcuno che creda in questa musica e ci dia una mano. Finora ho scelto di auto produrre i lavori perché le offerte ricevute erano poco credibili. E’ un momento difficile per il mercato musicale, ma voglio mantenere la speranza che qualcosa di buono possa accadere! Siamo comunque realisti: se si vuole ottenere qualcosa bisogna uscire dal piccolo circuito delle labels che lavorano a rischio zero su prodotti già finiti limitandosi poi a un po’ di distribuzione digitale e servizio stampa. Quella strada non porta da nessuna parte. Bisogna credere nella musica, anche se viviamo in quest’era digitale alienante e tornare a smuovere l’interiorità delle persone con la passione e la ricerca che la musica autentica offre. Così ci vuole anche gente che creda in questo, che renda possibile di nuovo l’avventura esplorativa degli anni settanta, perché anche se di torce ne sono state costruite tanti modelli ormai, le immensità da sondare dell’animo umano sono infinte, è una bugia alla quale vogliamo credere che ormai con la musica si è detto tutto. Quello è solo lo strumento. Vogliamo credere che ormai le torce di musica sono state accese tutte o che ci siamo spenti noi nella ricerca, privi della spinta creativa a procedere? Non lasciamoci ingannare da quest’epoca che abbaglia libertà, in realtà siamo schiavi dell’inquisizione silenziosa di questo effimero villaggio globale.

10) Con quale band ti piacerebbe, almeno una volta, dividere il palco e perchè? Il sogno nel cassetto?

Se proprio di sogni parliamo direi gli Iron Maiden! Sono la prima band che ho ascoltato e che mi ha influenzato maggiormente, li ascoltavo già alle elementari! In più mi sembrano ottime persone anche dal punto di vista umano, una grande band davvero!

11) Domanda libera. A te le ultime parole famose!

Vi invito tutti ad ascoltare la musica dei Lucid Dream, disponibile anche in streaming, youtube, spotyfi, itunes ecc….Se vi interessano i cd o il mio libro potete contattarmi e ve li spedisco a casa! Supportiamo la musica, l’arte e la ricerca interiore! Investiamo su ciò che pur essendo invisibile muove l’universo. 


Intervista a cura di: Sergio Vinci "Kosmos Reversum"

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