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PROGENIE TERRESTRE PURA "Starcross" (Recensione)


EP, Avantgarde Music 
(2018)

I Progenie Terrestre Pura meriterebbero un gran voto anche solo per le loro copertine, che sono indiscutibilmente tra le piĆ¹ belle che siano mai state concepite – roba da far sfigurare persino l'account Instagram della NASA. Per fortuna, il loro merito non ĆØ solo quello di avere dei grandi copertinisti, ma anche e soprattutto di fare grande musica.

Cominciamo dall'unico punto dolente, cosƬ ci leviamo il pensiero. Con questo ep, la grandissima band italiana decide di abbandonare il proprio vernacolo in favore della lingua inglese: non un male in sƩ, ma l'uso dell'italiano costituiva un indiscutibile valore aggiunto che li caratterizzava. Scelta dettata dalla voglia di permeare maggiormente i mercati stranieri?

Ma si tratta di dettagli: questo “starCross” ĆØ la logica continuazione del fortunato “oltreLuna”, in quanto segue lo stesso tragitto di maggiore metallizzazione del black ambient degli esordi. Per intenderci, non si tratta affatto di uno snaturamento del loro sound, in quanto le coordinate sonore di base sono rimaste le medesime, ma semplicemente la band veneta ha deciso di porre maggiore peso su di un altro piatto della loro bilancia sonora. Se “U.M.A.” puntava molto sul lato atmosferico ed ambientale, gli ultimi due lavori rimarcano la loro matrice sonora metallica e black, sempre fusa – perĆ² – con partiture elettroniche, con effetti droning, con tastiere magniloquenti.

A loro proposito si parla quasi sempre di industrial, di ambient; a mio parere, i Progenie Terrestre Pura sono strettamente imparentati anche con lo space rock e derivati, anche dal punto di vista grafico e concettuale, con la loro attrazione verso la fantascienza, gli spazi infiniti, l'universo. Andate ad ascoltarvi i dischi degli Yuri Gagarin o degli Space Invaders, lustratevi gli occhi sulle loro copertine, e ditemi se non ci sono dei punti di contatto.

A quanto leggevo, “starCross” ĆØ un piccolo concept basato su una storia scritta proprio dal loro deus ex machina Davide Colladon, da sempre attento a far sƬ che i Progenie Terrestre Pura siano una vera e propria esperienza a 360 gradi, in cui immergersi fino al midollo: fatelo subito, ed assolutamente senza salvagente.

Recensione a cura di: Fulvio Ermete
Voto: 78/100

Tracklist:
1. Chant of Rosha 02:27
2. Toward a Distant Moon 06:41 
3. Twisted Silhouette 08:02 
4. The Greatest Loss 07:50 
5. Invocat 04:32

DURATA TOTALE: 29:32 

WEB:
Bandcamp
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