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THE MOTHMAN CURSE "The Curse" (Recensione)

Full-length, MASD Records
(2019)

I friulani The Mothman Curse si sono formati nel 2017 e questa รจ la loro seconda release dopo "Hope" dello scorso anno. Davvero prolifici non c’รจ che dire! Prima ancora di ascoltare una singola nota, mi sono trovato davanti una loro immagine che ricorda molto il mascheramento degli Slipknot. Ho subito pensato, ecco la versione italiana della band dell’Iowa. Niente di piรน sbagliato! La loro รจ una proposta che attinge a piene mani a piรน fonti creando uno mix molto variegato e personale. 

Ma cosa suonano esattamente vi starete chiedendo? Utilizzerรฒ il termine metal moderno, un calderone in cui troverete al suo interno un riffing che mischia il thrash con il nu metal piรน pesante (Slipknot. Machine Head), ma questo รจ solo il punto di partenza, perchรฉ nelle accelerazioni emerge la componente death metal di matrice scandinava, in talune atmosfere si avvertono influssi black metal, mentre nelle parti piรน lente ed oscure c’รจ lo stile doom inglese (Paradise Lost). Rot รจ un vero mattatore con la sua voce malefica, e riesce ad essere un frontman molto convincente, evitando di essere monotono e dimostrandosi capace di cantare bene anche sulle vocalitร  pulite. 

La produzione tira fuori tutte le qualitร  dei brani con ottimi suoni, soprattutto quello profondo della batteria, ma anche il basso ha un suono corposo e le chitarre vengono fuori molto bene con la loro distorsione potente. Scorrendo la scaletta, dopo la intro siamo assaliti da due sassate come "Dead Men" e "Panik Attack", con quest’ultima che deve molto agli Slipknot, ma sarร  l’unico caso evidente. "Only a number" cambia completamente registro, dimostrandosi il pezzo piรน eterogeneo e ci regala il miglior refrain dell’album. Se i successivi pezzi sono altrettante sassate ("Otherside of the mirror", "I’m not a hero", "The exorcism"), con "Memento Mori" abbiamo una delicata ballad che esplode nel finale. "Vergeance" ha un riffing stoppato che mi ha fatto tornare in mente i mitici Pantera. "No title" con la sua ritmica cadenzata รจ davvero pesante ed intensa, e a tratti mi ricorda i migliori Paradise Lost. La chiusura รจ riservata alla lunga "The curse", un viaggio sonoro che chiude degnamente l’album. 

Al di lร  dei nomi usati come riferimento, i The Mothman Curse hanno in poco tempo acquisito una buona personalitร , scrivendo un album che si presta molto bene anche nella dimensione live. Sapere che in Italia ci sono bands di questo valore mi conforta molto, e mi dร  consapevolezza che non abbiamo nulla da invidiare a realtร  molto piรน blasonate. Fatevi un regalo. Acquistate "The Curse". 

Recensione a cura di John Preck
Voto: 76/100

Tracklist:
1) Esruceht
2) Dead Men
3) Panik Attack
4) Only A Number
5) Shut Your Mouth
6) Otherside Of The Mirror
7) I’m Not A Hero
8) Memento Mori
9) Vengeance
10) No Title
11) The Exorcism
12) The Curse 

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