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Italian Steel: HYPERION (Intervista)


Con il loro secondo album “Into the Maelstrom” i bolognesi Hyperion propongono un heavy metal davvero solido e ben riuscito che farà la felicità degli amanti del genere. Abbiamo raggiunto Davide Cotti (chitarrista e principale songwriter della band) per farci raccontare la genesi del loro nuovo lavoro in studio. Risponde Davide Cotti, chitarrista e principale songwriter della band.

01. Benvenuti su heavymetalmaniac.it Parliamo subito del vostro nuovo album. A cosa vi siete ispirati per la sua creazione? Quali tematiche sono trattate tra i suoi solchi? 
Ciao a tutti e grazie a Heavy Metal Maniac per questo spazio! In "Into The Maelstrom" ogni canzone ha una tematica diversa; quando scrivo i testi cerco sempre di ispirarmi ad argomenti che mi appassionano o che durante una parte della mia vita hanno suscitato in qualche modo il mio interesse. Ad esempio, essendo da sempre un appassionato di wrestling, in "Fall After Fall" ho raccontato la carriera di uno dei personaggi storici appartenti a quel bizzarro mondo, ovvero Mick Foley (noto ai più come Mankind); in "Ninja Will Strike", invece, ho dato voce alla mia passione per la storia medievale giapponese, mentre "The Maze Of Polybius" si basa sulla leggenda metropolitana dell'omonimo videogioco "assassino" degli anni ottanta. Nelle scorse settimane abbiamo anche pubblicato una serie di post sulla nostra pagina Facebook (www.facebook.com/hyperionbandheavy/) intitolata “Dave's Lyrics Diary”, dove racconto per filo e per segno come è nato ogni testo presente sull'album. 

02. Quali ritenete siano le similitudini e le maggiori differenze con il vostro esordio "Dangerous Day"? 
Come il nostro primo disco, anche "Into The Maelstrom" è un disco di puro heavy metal, che pone in primo piano ritmiche serrate, aggressivi riff di chitarra influenzati dal thrash di matrice americana ed epiche melodie vocali in linea con lo stile delle band britanniche della New Wave Of British Heavy Metal. Rispetto a "Dangerous Days", però, questo è un album musicalmente più vario ed eterogeneo, dove trovano spazio anche episodi con venature progressive come "Bad Karma" o "The Maze Of Polybius", o l'orecchiabile "Fall After Fall" che ha sonorità riconducibili all'hard rock ottantiano. Un'altra grossa differenza, secondo me, riguarda il songwriting, che è decisamente più maturo che in passato: le canzoni sono più coese e compatte, e l'apporto di ogni singolo componente del gruppo in fase di arrangiamento ha fatto sì che l'album abbia un suono ancora più personale. 

03. Quali sono le band ed i generi che maggiormente vi influenzano? Io ho sentito l’influenza di diverse bands e di diversi generi che sono stati amalgamati con grande personalità da parte vostra 
Credo che tu abbia fatto centro: come songwriter mi sento più influenzato da band puramente heavy come Iron Maiden e Judas Priest (ma anche Angel Witch e Satan), almeno per quanto riguarda il tipo di melodie vocali e la struttura delle canzoni; invece come chitarrista sono sicuramente più legato alle sonorità americane di gruppi come Megadeth e Metallica, con riferimento specialmente ai loro primi lavori. Credo che il sound degli HyperioN derivi almeno in parte dalla collisione di questi due stili, sicuramente imparentati tra loro ma con fondamentali differenze estetiche e strutturali. Naturalmente anche gli altri componenti della band apportano le loro influenze al sound del gruppo, ad esempio credo che sia impossibile non notare le radici “malmsteeniane” negli assoli alla velocità della luce del nostro shredder Luke Fortini. 

04. Ho trovato la produzione molto potente e dinamica. Siete soddisfatti del risultato finale? 
Quando abbiamo deciso di affidare le fasi cruciali di mixing e mastering nelle sapienti mani di Roberto Priori (storico chitarrista dei leggendari Danger Zone), sapevamo che il risultato ci avrebbe soddisfatto appieno, e infatti così è stato: uno dei maggiori punti di forza di “Into The Maelstrom” rispetto al nostro debutto, infatti, è sicuramente la produzione, che riesce ad essere potente ma anche molto definita e tagliente, e riesce a far risaltare anche i passaggi più intricati presenti sul disco. Anche la registrazione delle tracce vocali presso gli studi dell'Alchemica Music Club è stato per noi un grande passo in avanti, e grazie all'attenta guida di Gabriele Quaranta il nostro Michelangelo è riuscito ad esprimersi veramente al meglio. 



05. Parliamo ora della band. Come nasce? Con quali obiettivi? Ci sono state esperienze pregresse importanti tra le fila della band? 
La band è stata fondata nel 2015 con l'obiettivo di suonare “puro” heavy metal, senza sottostare a nessun trend musicale in voga al momento. Non siamo mai stati interessati a rincorrere le mode, neanche quelle attualmente presenti nella nostra piccola bolla del metal classico, e questo atteggiamento “old school” si riflette su tutte le scelte che compiamo come band: ad esempio, quando suoniamo dal vivo non facciamo uso di sequenze o basi pre-registrate, anche se oggi la tecnologia ce lo permetterebbe, e preferiamo che quello che si sente provenga esclusivamente dai nostri amplificatori e microfoni, fornendo una resa magari più grezza, ma anche totalmente sincera e in linea con la tradizione dei grandi gruppi del passato. Per quanto riguarda le esperienze pregresse, invece, tra di noi c'è molta eterogeneità: io ad esempio mi sono tolto qualche soddisfazione verso la fine degli anni novanta nel mondo del power-progressive metal, ma nel gruppo quello con maggiore esperienza internazionale è sicuramente Luke, che in passato ha suonato in giro per il mondo insieme al leggendario Paul Di'Anno. 

06. In un momento così difficile per il mondo intero, come pensate di divulgare il vostro album? 
Per il momento, l'unica possibilità che abbiamo di distribuire il nuovo disco passa attraverso i canali digitali e i servizi postali: l'album infatti è disponibile su tutte le piattaforme principali di streaming, come Spotify e Amazon Music, ed è anche interamente ascoltabile in forma gratuita su YouTube e Bandcamp. Sempre su Bandcamp è possibile acquistare il disco in formato CD, ed essendo un metallaro della vecchia guardia non posso che suggerire questa modalità di ascolto, perchè credo che gustarsi un album mentre si sfoglia il libretto leggendone i testi sia un piacere infinitamente superiore alla semplice fruizione digitale. “Into The Maelstrom” contiene un booklet di sedici pagine, con la copertina firmata dall'attuale artista degli Iron Maiden (Alberto “Akirant” Quirantes), tutti i testi delle canzoni e le foto della band, realizzate dal fotografo Paolo Cavanna. Naturalmente realizzare un prodotto così curato in ogni suo aspetto ha richiesto da parte del gruppo un impegno economico non indifferente, ma noi crediamo che sia importante offrire ai nostri fan un oggetto che possa risiedere con dignità in ogni collezione di dischi che si rispetti. 

07. Avevate in programma di fare delle date a supporto della nuova uscita? Pensate che riuscirete a recuperarle non appena l’emergenza sarà passata? 
Naturalmente avevamo pianificato alcune date in Italia per promuovere l'uscita dell'album, ed avevamo persino firmato un accordo con un'agenzia di booking italiana per riuscire a suonare il più possibile, ma come tutti sappiamo ogni concerto è stato, per il momento, rimandato a data da destinarsi. Speriamo di riuscire a recuperarle, prima o poi, ma al momento nessuno può sapere quando sarà possibile tornare sul palco. Per noi questo è sicuramente un colpo devastante, non solo perchè il live è la vera dimensione naturale del gruppo, ma anche perchè i concerti rappresentavano la principale occasione di vendita di CD e merchandising, e avevamo programmato i costi di produzione dell'album nell'ottica di rientrare, almeno in parte, delle spese sostenute suonando il più possibile dal vivo. 

08. Secondo voi che impatto avrà questa crisi globale sulla musica? Intendo sulle band, sui locali, sui promoter, sulle etichette ecc. 
Questo purtroppo è il vero problema del momento, per lo meno nell'ambito della musica e dello spettacolo. Forse le etichette riusciranno a sopravvivere, grazie ai servizi di diffusione digitale, ma mi chiedo cosa succederà a tutti quelli che lavorano nel mondo della musica dal vivo. Già adesso molti dei club più piccoli si trovano in una situazione di grave affanno, visto che anche se devono restare chiusi hanno comunque l'affitto e le bollette da pagare, e se queste realtà dovessero morire il colpo per le band underground come noi sarebbe devastante, lasciando i pochi palchi rimasti unicamente ai gruppi più blasonati, segnando probabilmente la fine di tante formazioni artisticamente valide e con molto da dire. Dobbiamo sperare che tutti riescano a tenere duro, nonostante al momento sembri un'impresa impossibile, e magari sforzarci di mostrare tutta la solidarietà possibile, anche economicamente, a quelli che hanno sempre sostenuto la nostra musica e ora rischiano di scomparire. 

09. Lascio a voi l’ultima parola… 
Grazie ancora a heavymetalmaniac.it per averci concesso questo spazio! Vogliamo concludere invitando tutti i lettori amanti dell'heavy metal tradizionale ad ascoltare il nostro nuovo album: come abbiamo detto è già disponibile gratuitamente su diverse piattaforme, e se vi piace, e volete darci una mano in questo momento difficile, vi invito a procurarvi una copia del CD dalla nostra pagina Bandcamp (https://hyperionbandheavy.bandcamp.com/), perchè attualmente è l'unico modo per poter supportare la band in modo diretto. Teniamo duro, e prima o poi ci rivedremo tutti per brindare a una nuova stagione di concerti metal!

Intervista a cura di John Preck

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