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HYPERION "Into the Maelstorm" (Recensione)


Full-length, Fighter Records
(2020)


I bolognesi Hyperion giungono con Into the Maelstrom alla seconda prova in studio dopo l’esordio del 2017 dal titolo "Dangerous Days". Quello che propongono è un potente heavy metal in cui a prevalere sono le influenze americane. Infatti tra le tracce è possibile ascoltare tutta la passione dei nostri verso quel US metal che passa attraverso la potenza dei Metal Church ed arriva a ritmiche thrash alla Annihilator ("Into the Maelstorm") e alle melodie chitarristiche di "megadettiana" memoria ("Ninja Will Strike"). Ma dentro questo range c’è tutto l’heavy metal classico (Judas Priest in primis), soprattutto di stampo ottantiano. 

Non per questo però gli Hyperion propongono un sound legato al passato, perché se è vero che le influenze maggiori sono nel decennio nominato, la potenza di fuoco che propongono è saldamente legato ai giorni nostri, con una produzione potente e moderna che mette in risalto le capacità tecniche dei musicisti e le qualità compositive dei nostri. Notevole a questo proposito la voce epica e potente di Michelangelo Carano, in grado di dare un grande contributo alla riuscita dei brani, trovando sempre le giuste linee e costruendo ritornelli di sicuro impatto. Molto interessanti i solos di Luke Fortini che impreziosiscono i brani, innalzandone la qualità, a completamento di canzoni sempre molto ispirate e ben eseguite. Da non trascurare infine il lavoro dietro le quinte della base ritmica, sempre precisa, solida e dalle grandi qualità tecniche. Non si avvertono momenti di calo durante l’ascolto, ma l’album viaggia su ritmi alti. 

I nostri passano con disinvoltura da brani tirati come l’opener e la conclusiva “Bridge of Death” a pezzi più disimpegnati e orecchiabili come “Fall after Fall”, passando per la complessa “The Ride Of Heroes” che con i suoi oltre nove minuti ci fa viaggiare all’interno di sonorità classiche, summa di quello che sono e che vogliono rappresentare gli Hyperion con la loro musica, per finire con lo strumentale “From The Abyss” in cui si destreggiano con estrema perizia e fantasia. In mezzo troviamo i refrain contagiosi di “Ninja Will Strike” e “Driller Killer” che ti si appiccicano addosso già dal primo ascolto. Gli Hyperion ci propongono un album maturo, forgiato nell’acciaio, che delizierà i palati fini di tutti gli appassionati del metallo. 

Recensione a cura di John Preck
Voto: 78/100 

Tracklist:
1. Into the Maelstrom
2. Ninja Will Strike
3. Driller Killer
4. The Maze of Polybius
5. From the Abyss
6. Bad Karma
7. Fall After Fall
8. The Ride of Heroes
9. Bridge of Death

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