Vuoi qui il tuo annuncio? Scrivi a: hmmzine@libero.it

INDOCTRINATE "Antilogos: Arcane Transmutation In The Temple Of Flesh" (Recensione)


Full-length, Unholy Prophecies
(2020)

Marci. Sporchi. Ignoranti. Efficaci nel proporre il loro death metal primordiale che tanto deve a band sudamericane come i brasiliani Sarcofago. Una musica, quella degli Indoctrinate che va dritta al sodo, senza perdersi in inutili orpelli, con brani diretti, brutali che nei tre minuti medi di durata colpiscono senza fare prigionieri. Un disco che non supera la mezz’ora. E questo dovrebbe dirla lunga su come la pensa la band. 

Ci troviamo di fronte ad un sound che pesca a piene mani dalla fine degli anni ottanta e dagli anni novanta. Un riffing serrato fa da base ad una ritmica veloce che sovente sfocia in brutali blast beat e su cui la voce vomita tutto il suo marciume. Le vocals hanno spesso quell’effetto echo tipico di quegli anni. Una musica che non punta all’innovazione ma all’impatto, restando sempre dentro i confini di un death metal classico. La stessa produzione punta ad un suono cupo, a tratti opprimente, che rifugge dai suoni compressi moderni, per suonare old school. I cileni sono dei mattatori, brutali, violenti, con una musica senza una melodia che sia una a dare un po’ di colore alle canzoni. Qui il colore predominante infatti è il nero. 

L’iniziale “N.A.G.I.T.H.A.” è il biglietto da visita della band, con una ritmica serrata che assalta da subito alla giugulare. Ma fa ancora meglio la successiva “Arcane Ectasis” dal sound ancora più estremo e pesante. E le canzoni si susseguono estreme, violente, alimentando un sound omogeneo nelle intenzioni, ma abbastanza diversificato tra le tracce. Ed anche se qua e là si riscontrano dei riff che non sono particolarmente originali, quello che fa la differenza in un prodotto del genere è l’anima e l’attitudine con cui si affronta la materia. Da sentire “Forbidden Rites of Fertility” in cui i nostri al ritmo vorticoso riescono anche ad affiancare dei mid tempo che spezzano per un attimo l’irruenza, ma restando sempre pesanti. Riescono ad essere anche un po’ più articolati in “Antediluvian Experienca”, brano più lungo del lotto con i suoi cinque minuti, ma senza rinunciare all’impatto sonoro, ben presente. 

Gli otto pezzi che compongono Antilogos sono veloci, intensi, tecnici, esattamente come dovrebbe suonare un lavoro death metal che non punta ad innovare ma a dare una propria versione del marciume. Ottimo esordio per questa band cilena! 

Recensione a cura di John Preck
Voto: 75/100 

Tracklist:

1. N.A.G.I.T.H.A.
2. Arcane Ectasis
3. Barbaric Asencion
4. Sacred Brew of Perdition
5. Forbidden Rites of Fertility
6. Savagery 03:03
7. Antediluvian experiencia (Celebrate in Profane Exaltation)
8. Phalocentric Goatidolatry

WEBLINKS:
Facebook

Nessun commento