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VASSAFOR "To The Death" (Recensione)


Full-length, Iron Bonehead Productions
(2020) 

Dalla lontana Nuova Zelanda arrivano a noi i Vassafor, band dedita ad un black metal primordiale, dai tratti oscuri, con un suono cupo su cui una voce intellegibile riversa tutta la sua carica nichilista. Questo è il loro terzo lavoro. To the death è un album estremo, poco incline a compromessi, di chiara matrice norvegese. I brani hanno tutti una durata medio lunga, caratterizzate da atmosfere ricolme di zolfo, un sound grezzo, ritmiche che viaggiano ad alta velocità, sovente in blast beat, per sfociare in classici rallentamenti. 

Chissà se anche i Vassafor sono stati influenzati dai boschi incontaminati come i blackster norvegesi. Una musica malvagia, in cui un senso di soffocamento ed estraneamento pervade tutte le tracce, in un turbinare continuo di ritmiche che non trovano mai pace, ma continuano a martellare l’ascoltatore senza dargli tregua. Di base ci troviamo di fronte ad un album omogeneo nelle sue atmosfere, nonostante la lunghezza e la complessità delle canzoni. La voce volutamente statica è un tratto distintivo, ma a volte anche un limite di una proposta che avrebbe necessitato di un approccio vocale più dinamico per far risaltare meglio la diversità delle parti strumentali. Invece questo modo unidirezionale di cantare tende un po’ ad appiattire la musica. Tra le tracce che formano To The Death, quella che più mi ha colpito è “Egregore Rising” brano in cui la band riesce meglio a sintetizzare il suo stile, in uno dei brani meno lunghi con i suoi oltre sette minuti di durata. Qui esce fuori tutta l’attitudine malsana della band, in cui la ferocia esecutiva ed un riffing articolato, ma classico nello stile, sono gli elementi base sulla quale i nostri hanno creato la loro ricetta black. 

Più dilatate nel minutaggio ma altrettanto nere come la pece sono l’iniziale “To The Death” e “Eyrie”, feroci esempi di black metal iconoclasta. Infine non si può non menzionare la canzone più lunga e più complessa del lotto, la conclusiva “Singularity” che prova ad ampliare lo spettro sonoro con innesti di arpeggi sinistri e atmosfere totalmente oscure, in un percorso che ci guida verso i gironi dell’inferno. I Vassafor hanno scritto un album di black metal crudo e intenso che farà la felicità di tutti gli amanti del metallo nero più intransigenti. 

Recensione a cura di John Preck
Voto: 72/100 

Tracklist:
1. To the Death
2. Egregore Rising
3. Eyrie
4. Black Talon
5. The Burning Ìthyr
6. Emanation from the Abyss
7. Singularity

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