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SIX FEET UNDER "Nightmares Of the Decomposed" (Recensione)


Full-length, Metal Blade Records
(2020) 

Io non sono mai stato un fan sfegatato dei Six Feet Under, ma ammetto che ho seguito con molto interesse l'evoluzione della band fino, diciamo, a "Bringer of blood", che assieme a "Warpath" rappresenta il punto più alto della loro carriera. Mi spiace quindi dover notare che questo "Nightmares of the decomposed" è uno dei dischi più noiosi ed insulsi mai registrati dalla band Floridiana, privo com'è anche di quei due/tre bei pezzi che ti risollevavano album a metà come "maximum violence", per esempio. 

Davvero nulla: piattume. Il fatto che gli SFU siano tornati ad una formula il più possibile lineare, non aiuta di certo a nascondere la mancanza di idee. Non che la loro scelta stilistica mi dispiaccia: i Six Feet Under hanno sempre avuto la linearità rock come proprio marchio di fabbrica, e non abbiamo certo bisogno dell'ennesimo inutile shredder estremo all'opera. Ma diciamo pure che il nuovo lavoro sembra proprio un'accozzaglia di riff messi là in croce, senza nessuna verve. 

Uno dei pochi momenti in cui si alza il sopracciglio è la stoneriana "migraine", e forse pure i capitoli di apertura e chiusura ma giusto più per la loro maggiore velocità che non per meriti di scrittura. Il fatto che Barnes sia coadiuvato da Jack Owen, suo vecchio leggendario compare nei Cannibal Corpse, non fa che rigirare il coltello nella piaga: le ultime volte che Owen si era trovato alle prese con una scrittura alla Autopsy (epoca "the wretched spawn") ne erano uscite cose davvero molto belle. Peccato. In definitiva, un album di assoluta mediocrità, che non risolleva una seconda parte di carriera dominata da una certa confusione. 

Fulvio Ermete
Voto: 48/100

Tracklist:
1. Amputator 
2. Zodiac 
3. The Rotting 
4. Death Will Follow 
5. Migraine 
6. The Noose 
7. Blood of the Zombie
8. Self Imposed Death Sentence
9. Dead Girls Don't Scream 
10. Drink Blood, Get High 
11. Labyrinth of Insanity 
12. Without Your Life

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