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WYTCH HAZEL "III: Pentecost" (Recensione)


Full-length, Bad Omen Records 
(2020)

Più volte in passato avevo sentito parlare dei Wytch Hazel, eppure è solo con questo terzo lavoro (non cripticamente chiamato “III: Pentecost”) che mi hanno davvero conquistato. I Wytch Hazel sono un quartetto di Lancaster che si dedica ad un sound che più retro non si potrebbe. Il loro è un heavy metal che affonda le proprie radici nella classica NWOBHM, con uno sguardo rivolto all'indietro verso gli anni settanta ed il folk (Thin Lizzy?) ed uno rivolto all'epic/doom dei primi ottanta. 

Mi vengono in mente i Warlord, per il sapore mistico e raffinato delle loro melodie, ed i Witchfinder General, per il respiro più dilatato delle loro partiture. In effetti dovrei forse parlare dei Pagan Altar, che loro stessi indicano – assieme agli Iron Maiden – come un punto di riferimento essenziale, ma non preoccupatevi, perché comunque il loro frontman nonché principale compositore Colin Hendra canta molto meglio. Il loro è un heavy metal come andrebbe fatto, senza alcuna attenzione per le sonorità fredde e plastificate che tanto vanno di moda oggi, con poca enfasi verso la pesantezza sonora e maggiore verso le sfumature atmosferiche e melodiche. 

Non c'è praticamente nessun cattivo pezzo tra quelli presenti nell'album, ma almeno in due casi si raggiunge il capolavoro: parlo della opener “He is the fight” e della conclusiva “Ancient days”, pezzi che – un po' come tutti – crescono gradualmente dentro fino a rimanervi imprescindibilmente attaccati. Sarà difficile ripetersi, ma noi li aspettiamo al varco con grande interesse.

Fulvio Ermete
Voto: 78/100

Tracklist:

1. He Is the Fight 
2. Spirit and Fire 
3. I Am Redeemed 
4. Archangel 
5. Dry Bones 
6. Sonata 
7. I Will Not 
8. Reap the Harvest 
9. The Crown 
10. Ancient of Days

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